ReggioNonTace sull’Università
Pubblichiamo un documento sull’università, diffuso dal Movimento cittadino Reggio Non Tace, al quale aderisce anche la nostra Comunità MASCI RC 4.
“Gli eventi delle ultime settimane sono un incidente di percorso, o scoperchiano un vaso maleodorante, che riguarda l’università, ma anche la società civile, e in particolare i luoghi in cui ci si occupa della formazione (di giovani, e di adulti che, proprio perché si occupano di formazione, dovrebbero preoccuparsi di autoformazione)? Certo non riteniamo che l’università sia un covo di ‘ndranghetisti, ma dobbiamo porre interrogativi e fare proposte.
Cos’è accaduto: non solo che un giovane ha portato, anche nella sua qualità di studente, una pratica di prepotenza che, forse, ha appreso nel suo ambiente. Se ciò è avvenuto forse ha trovato, nell’università – come avviene nel quotidiano della vita nella nostra città – connivenze, complicità, omertà, silenzi, sottomissioni, paure, cialtroneria, abitudini superficiali consolidate, … La situazione ha messo in luce diversi livelli di coinvolgimento; ma ciò non consente ad alcuno di ritenere che l’uno sia meno grave di altri: il senso di responsabilità dovrebbe impedire a chiunque di chiamarsi fuori. Questo è il primo cattivo odore, che forse qualcuno non riesce neanche a percepire come cosa che lo riguardi personalmente.
Ma le reazioni (almeno quelle pubbliche) ci pare manifestino un secondo cattivo odore: è compito della Magistratura e delle forze dell’ordine perseguire eventuali reati e, perciò, è scontato che l’università (e non solo le autorità accademiche) deve collaborare attivamente perché sia fatta chiarezza. Abbiamo chiarito in altre occasioni ciò che pensiamo della teoria della cosiddetta zona grigia: essa rimane tale – in tutti gli ambienti – sinché nessuno esige chiarezza di risposte pubbliche, dopo aver posto domande chiare, di fronte a situazioni che risultino inquinate; per questo, ci siamo assunti il compito di Non Tacere nei confronti di alcuna realtà; senza timori riverenziali e fronteggiando insieme eventuali paure.
Per quanto riguarda la situazione specifica dell’inchiesta, dunque, come movimento RNT facciamo una prima proposta: che l’università Mediterranea scelga di presentare l’esito dei lavori della commissione d’indagine ha istituito in un incontro pubblico aperto ai cittadini di RC, e non solo dinanzi a cerchie ristrette di componenti del mondo accademico.
La riflessione sulle ricadute di comportamenti non chiari, sul vissuto della società civile, ci fa coscienti che essi creano situazioni di ricattabilità e/o di diminuzione della serietà che si dovrebbe esigere soprattutto da chi ha compiti di formazione dei giovani. In molte occasioni si ha il sospetto che concorsi, assegnazione d’incarichi interni ed esterni, suddivisione delle risorse, professionalità nello svolgimento dei compiti accademici (orari delle lezioni e dei ricevimenti, date di esame, disponibilità agli studenti), … producono un clima che favorisce un abbassamento della coscienza personale e civile. La seconda proposta che facciamo, allora, è che si creino occasioni in cui il mondo accademico accetti di confrontarsi con la società civile di RC: sia perché i bilanci siano resi pubblici, sia perché si abbia la possibilità di rendere trasparenti tutti quegli atti in cui possono annidarsi situazioni di ricattabilità.
Una constatazione che abbiamo fatto in diverse occasioni, anche nella vita del nostro movimento, è che il mondo universitario – a tutti i livelli – è quasi totalmente assente dalle tante iniziative che la società civile propone per la crescita comune della Coscienza, sia dei problemi sia delle loro possibili soluzioni. Si ha l’impressione che la città non possa contare quanto dovrebbe sulle competenze che il mondo accademico – tutto arroccato sui suoi problemi interni – deve metterle a disposizione. Questo, d’altra parte, non favorirà il coinvolgimento dei cittadini nei problemi che, specie in questi ultimi anni, sta vivendo l’università, non solo reggina. Ci aspettiamo, dunque, che la Mediterranea cerchi con noi modi e tempi per una collaborazione nel tentativo di risvegliare la Coscienza civile, anche nell’università.”
Movimento Reggio Non Tace