La costellazione di Nyandiwa
Ripubblichiamo un articolo scritto qualche tempo fa dal nostro Piero Milasi:
“E’ la terza giornata che trascorriamo a Nyandiwa, estremità del Kenya sul lago Vittoria, come spedizone di Calabria for Harambee. Siamo in nove volontari, parte già alla seconda esperienza, alcuni alla prima, tutti motivati dal desiderio di essere utili, di essere un piccolo ponte fra due sud, seppure diversi, del mondo. Non credo ai luoghi comuni, e quindi penso che il “mal d’Africa” abbia, da persona a persona, contenuti e declinazioni diversi.
Penso fermamente che sia importante il viaggio, ma ancor di più il ritorno. E in questo mio ritorno, il rivedere i luoghi, gli sguardi, le speranze e la dignità di questo popolo, mi interroga sempre più su come fare per farci carico delle disparità che, in maniera irresponsabile, noi del primo mondo abbiamo creato.
Due immagini vorrei raccontarvi. La prima, è il festeggiamento di un traguardo didattico raggiunto dal College del Centro IKSDP, terzo in tutto il Kenya. Un incontro cordiale, affettuoso, come fossimo amici di vecchia data. E poi, si è brindato con la Coca Cola, perchè questa è la loro tradizione, è la loro bevanda. La stessa tradizione e bevanda, che quindici anni fa, avevo trovato anche in un villaggio sperduto del Salvador. La Coca Cola, simbolo di un sistema economico e politico, sistema che scientificamente è responsabile di aver plagiato, sfruttato, armato e affamato tutti i popoli del terzo mondo.
La seconda immagine, visitando le aule di Kitawa, è il vedere quei ragazzini lì, dentro aule di fango a lamiera, tentare di apprendere dagli insegnanti, veri missionari in queste terre; ragazzini e insegnanti che, solo per raggiungere la scuola, fanno chilometri a piedi, gli stessi chilometri fatti dal nostro gruppo di volontari, chilometri che ci hanno sfiancato pur avendoli percorsi solo per una volta.
Ieri sera, seduto sulla sponda kenyota del lago Vittoria, mentre la notte prendeva il sopravvento, una ad una osservavo le barche, con i nostri amici africani prendere il largo, per fermarsi poi a comporre una linea illuminata, quasi disegnando una nuova costellazione in continuità con il cielo.
Sì, perchè sembravano proprio delle stelle, delle bellissime stelle, cadute per chissà quale motivo in acqua. Ma anche da lì, riuscivano a emanare luce, a dirci qualcosa, a ricordarci che loro, le stelle, anche se in una posizione diversa sono sempre pure e vive. Nella speranza che, un giorno, possano riprendere il loro posto nella volta celeste, componendo la costellazione che gli spetta.
Io però, in attesa di questo, credo che bisogna avere il coraggio anche noi di salire su una barca e prendere il largo, per raggiungerli e aspettare con loro quel giorno.
Piero Milasi, già Magister MASCI RC 4
per Calabria for Harambee