Lettera aperta ai magister
Riflessioni sull’Assemblea Regionale (5)
Pubblichiamo una “Lettera aperta” che il nostro Magister Piero Milasi ha inviato ai magister e ai del Consiglio Regionale del MASCI Calabria a margine della recente Assemblea regionale:
Cari fratelli scout,
vorrei offrire, a tutti voi, a tutti noi che abbiamo un ruolo piccolo o grande di Responsabilità nel nostro movimento regionale, i miei pensieri sulla recente assemblea regionale elettiva, perchè credo che sia giusto condividere i sentimenti, le preoccupazioni, le speranze, fra scout.
Vorrei farlo perché, improvvisamente, durante l’assemblea, mi sono reso conto che tanti adulti scout, delle vostre comunità, dagli sguardi, dalle poche battute, non conoscessero per niente la candidatura di Maria Laura, ma anzi è come se mi dicessero: “Ma cosa avete combinato? Ma perché avete impedito la diarchia? Ma noi non eravamo abituati a formalizzarci sul regolamento”.
Io credo che, nella comunicazione, resta molto più quanto si percepisce che, evidentemente, di quanto il comunicante vuole trasmettere. E quindi, sono certo che, personalmente, come comunità, abbiamo fatto degli errori di comunicazione, perché molte cose sono state percepite diversamente, come per finire i miei interventi all’assemblea, giudicati da qualcuno inopportuni o peggio ancora violenti, e per questo me ne scuso, principalmente con le persone a cui ho provocato queste sensazioni.
E, nello stesso spirito, vorrei comunicarvi, trasparentemente, a tutti, facendo anche dei riferimenti nominativi perché dobbiamo essere veri, sapendo di incorrere in vostri giudizi ma evitando, come mio stile, di parlarvi personalmente o in sedi non corrette, che cosa, invece, la mia comunità ha percepito di questa assemblea, perché se non riesco a comunicarvelo, i nostri atteggiamenti, le nostre parole, possono essere travisate.
Ripeto, ha percepito, non vuol dire che così è, ma così ci è sembrato.
Per farlo, utilizzo ciò che ho detto alla mia comunità, durante la prima riunione dopo l’assemblea, per cercare di leggere gli eventi e ripartire da questi.
Dai “Fioretti”…
Avvenne un tempo che, san Francesco d’Assisi e frate Leone andando da Perugia a Santa Maria degli Angeli, il santo frate spiegasse al suo compagno di viaggio cosa fosse la “perfetta letizia”.
Era una giornata d’inverno e faceva molto freddo e c’era pure un forte vento tanto che procedevano camminando l’uno innanzi all’altro e, mentre frate Leone stava avanti, frate Francesco chiamandolo diceva: frate Leone, se avvenisse, a Dio piacendo, che i frati minori dovunque si rechino dessero grande esempio di santità e di laboriosità, annota e scrivi che questa non è perfetta letizia.
Andando più avanti San Francesco chiamandolo per la seconda volta gli diceva: O frate Leone, anche se un frate minore dia la vista ai ciechi, faccia raddrizzare gli storpi, scacci i demoni, dia l’udito ai sordi, fa camminare i paralitici, dia la parola ai muti, e addirittura fa resuscitare i morti di quattro giorni; scrivi che non è in queste cose che sta la perfetta letizia.
E ancora andando per un poco san Francesco grida chiamandolo: O frate Leone, se un frate minore parlasse tutte le lingue e conoscesse tutte le scritture e le scienze, e sapesse prevedere e rivelare non solo il futuro ma anche i segreti più intimi degli uomini; annota che non è qui la perfetta letizia.
E andando ancora più avanti san Francesco chiamando forte diceva: O frate Leone pecorella di Dio, anche se il frate minore parlasse la lingua degli angeli, conoscesse tutti i misteri delle stelle, tutte le virtù delle erbe, che gli fossero rivelati tutti i tesori della terra, e tutte le virtù degli uccelli, dei pesci, delle pietre, delle acque; scrivi, non è qui la perfetta letizia.
E andando più avanti dopo un po’ san Francesco chiamava il su compagno di viaggio: O frate Leone, anche se i frati minori sapessero predicare talmente bene da convertire tutti i non credenti alla fede di Cristo; scrivi non è questa la perfetta letizia.
E così andando per diversi chilometri quando, con grande ammirazione frate Leone domandò: Padre ti prego per l’amor di Dio, dimmi dov’è la perfetta letizia. E san Francesco rispose: quando saremo arrivati a Santa Maria degli Angeli e saremo bagnati per la pioggia, infreddoliti per la neve, sporchi per il fango e affamati per il lungo viaggio busseremo alla porta del convento.
E il frate portinaio chiederà: chi siete voi? E noi risponderemo: siamo due dei vostri frati. E Lui non riconoscendoci, dirà che siamo due impostori, gente che ruba l’elemosina ai poveri, non ci aprirà lasciandoci fuori al freddo della neve, alla pioggia e alla fame mentre si fa notte. Allora se noi a tanta ingiustizia e crudeltà sopporteremo con pazienza ed umiltà senza parlar male del nostro confratello, anzi penseremo che egli ci conosca ma che il Signore vuole tutto questo per metterci alla prova, allora frate Leone scrivi che questa è perfetta letizia.
E se noi perché afflitti, continueremo a bussare e il frate portinaio adirato uscirà e ci tratterà come dei gaglioffi importuni, vili e ladri, ci spingerà e ci sgriderà dicendoci: andate via, fatevi ospitare da altri perché qui non mangerete né vi faremo dormire. Se a tutto questo noi sopporteremo con pazienza, allegria e buon umore, allora caro frate Leone scrivi che questa è perfetta letizia.
E se noi costretti dalla fame, dal freddo e dalla notte, continuassimo a bussare piangendo e pregando per l’amore del nostro Dio il frate portinaio perché ci faccia entrare. E questi furioso per cotanta molesta insistenza si riprometterebbe di darci una sonora lezione, anzi uscendo con un grosso e nodoso bastone ci piglierebbe dal cappuccio e dopo averci fatto rotolare in mezzo alla neve, ci bastonerebbe facendoci sentire uno ad uno i singoli nodi. Se noi subiremo con pazienza ed allegria pensando alle pene del Cristo benedetto e che solo per suo amore bisogna sopportare, caro frate Leone, annota che sta in questo la perfetta letizia.
Ascolta infine la conclusione, frate Leone: fra tutte le grazie dello Spirito Santo e doni che Dio concede ai suoi fedeli, c’è quella di superarsi proprio per l’amore di Dio per subire ingiustizie, disagi e dolori ma non possiamo vantarci e glorificarci per avere sopportato codeste miserie e privazioni perché questi meriti vengono da Dio. Infatti le sacre scritture dicono: cosa hai tu che non sia stato concesso da Dio? E se tu hai ricevuto una grazia da Dio perché te ne vanti come se fosse opera tua? Noi ci possiamo gloriare nella nostra croce fatta di sofferenze e privazioni. Sul Vangelo sta scritto: Io non mi voglio gloriare se non nella croce di nostro Signore Gesù Cristo.
Cara Comunità,
io credo sia perfetta letizia, quanto la nostra comunità, potendo invalidare la candidatura di Maria Josè, perché mai venutane a conoscenza nei tempi e modalità previste, ha deciso di non farlo per lealtà scout, permettendo agli adulti scout di scegliere chi votare, senza colpi bassi; per poi passare, per la maggior parte degli adulti scout, come quelli che avrebbero fatto di tutto per boicottare tale candidatura;
io credo sia perfetta letizia, quando la nostra comunità, verificato che il segretario regionale e tutto il consiglio non si è accorto che una modifica importante, come la diarchia, andava messa all’ordine del giorno per tempo, e soprattutto andava votata prima di chiedere le candidature, per correttezza nei confronti dei candidati e delle comunità, ha deciso di comunicarlo anticipatamente, senza presentare una mozione improvvisa all’assemblea, chiedendo il conforto e il parere di tutti i magister, non ricevendo alcuna risposta, salvo quella della SR che condivideva. Per poi scoprire, in assemblea, che tutti si erano sentiti, ritenendo una grave colpa l’avere sollevato, da parte nostra, il problema regolamentare.
Io credo sia perfetta letizia quando, in assemblea pur potendolo fare prima, sia improvvisamente stata ritirata una delle tre candidature, e scoprire, sempre in assemblea, che alla candidatura ritirata è stato dato il ruolo di vice segretario
Io credo sia perfetta letizia quando una comunità, nel triennio regionale, abbia con dedizione contribuito alla riuscita delle attività regionali, dalle linee programmatiche al sinodo, dal campo regionale alle giornate sulla spiritualità, per poi essere quasi visti come comunità che vuole fare problemi.
Io credo sia perfetta letizia quando, dopo aver dato l’anima per ricostruire una zona inesistente, proprio da comunità della zona, precisamente Scilla e Masci RC 1, scopriamo abbiano legittimamente pensato una regione diversa ma non abbiano avuto la trasparenza di confrontarsi su questo nei momenti istituzionali convocati (consiglio di zona) o nelle altre occasioni per sostenere i propri accordi (i primi, su una candidatura diarchica) o le proprie candidature (i secondi).
Io credo sia perfetta letizia quando si pensi che ciò che diciamo e ciò che facciamo, sia volto alla elezione di una nostra candidata, senza comprendere che la nostra comunità, sempre e comunque, in presenza o assenza di proprie candidature, farà una battaglia per il rispetto delle regole e per dare la possibilità, ai candidati, con più forza a quelli poco conosciuti o non di espressione del segretariato regionale, di esprimere il proprio pensiero, la propria storia, e di far sì che questa storia arrivi, senza filtri, agli adulti scout, a tutti gli adulti scout della nostra regione.
E se dovessimo mai avere il ruolo di responsabilità massima, cercheremmo sempre di essere super partes, non facendo alcuna attività per promuovere l’uno o l’altro candidato. Per far sì che il voto possa essere espresso con adultità e responsabilità.
Cara Comunità,
sulle orme di Francesco, è necessario prendere freddo e bastonate, ma saper avere la forza di resistere e, nel nostro caso e in questa fattispecie, non avendo certamente la purezza d’animo del piccolo grande santo, avere anche la capacità di trasmettere, magari con un forte abbraccio piuttosto che con argomentazioni urlate, ai nostri fratelli ciò che crediamo debba essere il nostro movimento di adulti scout.”
Vorrei, con voi, con il consiglio regionale, ripartire da questo, da un forte abbraccio per sostenerci a vicenda, e lasciare le cose vecchie per costruirne di nuove. Non importa chi ne debba lasciare di più o chi ne debba lasciare di meno, importa il percorso da fare insieme. Non abbiate timore, noi faremo con entusiasmo e spirito scout la nostra parte, perché il valore della partecipazione, da sempre, muove i nostri passi.
E non abbiamo alcuna esigenza di ruoli o incarichi specifici, serviremo il nostro movimento dalla base, convinti che anche così si debba e possa contribuire a sviluppare il movimento tutto.
Piero Milasi
Magister Reggio Calabria 4 “Mons. Giovanni Ferro”