Relazione del Presidente Nazionale MASCI
Pubblichiamo integralmente la Relazione del Presidente Nazionale del MASCI, Riccardo Della Rocca, che verrà letta in occasione dell’ Assemblea Nazionale del MASCI, in programma a Bardonecchia (TO), il 18, 19 e 20 ottobre:
Relazione del Presidente
MASCI Assemblea Nazionale 2013 Bardonecchia
18/10/2013
Riccardo Della Rocca
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INDICE
Premessa
1 MASCI “Risorsa disponibile”
2 Il nostro tempo
2.1 Il mondo
2.2 L’Italia
2.3 La Chiesa
3 Il tempo della missione
3.1 Quale metodo per lo Scautismo degli adulti
3.2 Percorsi di spiritualità e catechesi per adulti
3.3 Entra nella Storia – Abitare la frontiera
3.3.1 Quaderno sulla Famiglia
3.3.2 Incontro degli Adulti Scout impegnati in politica e nelle istituzioni
3.4 Mondialità
3.4.1 Fraternità internazionale dello scautismo e del guidismo
3.4.2 Solidarietà e Cooperazione internazionale
3.4.3 Accoglienza
3.5 Piazze, Trivi e Quadrivi – “abitare la città dell’uomo”
3.6 Libro sulla Legge e la Promessa
3.7 Il lavoro
4 Vita del movimento
4.1 Le strutture di servizio
4.1.1 Il Consiglio Nazionale
4.1.2 Il Comitato Esecutivo
4.2 L’Assemblea Nazionale Straordinaria
4.2.1 La “diarchia”
4.2.2 Il “sistema di compiti e responsabilità” delle strutture di servizio al livello nazionale
4.2.3 Responsabilità nazionale delle regioni e delle comunità
4.2.4 Lo sviluppo del movimento
4.3 Rapporti con il mondo esterno
4.3.1 Rapporti con lo scautismo giovanile
4.3.2 Vita nella Chiesa italiana
4.3.3 Vita nella società italiana
4.4 Le funzioni prioritarie
4.4.1 Comunicazione
4.4.2 Sviluppo
4.4.3 Formazione
4.5 Funzioni operative
4.5.1 Economia e Finanza
4.5.2 Organizzazione
4.5.3 Progetti e Imprese
4.5.3.1 Centro Studi Mario Mazza
4.5.3.2 Comunità Nazionale Foulard Blanc
4.5.3.3 Vie Francigene e di Gerusalemme
4.5.3.4 Centro Scout Sant’Anna e Consorzio Sala
5 Vita delle regioni
6 I passi di domani
PREMESSA
Questa relazione si pone in totale continuità con la relazione svolta a Principina, ne riprende l’ispirazione e il senso perché siamo all’interno di quello stesso cammino che è stato intrapreso da tanto tempo: dagli anni in cui Littorio era Presidente Nazionale e Giacinto Segretario Nazionale e che è stato confermato dalle Assemblee di Montesilvano e di Principina.
Una storia che viene da molto più lontano:
l’anno prossimo il MASCI festeggerà i suoi 60 anni di vita;
storia ricca e complessa, ricca di scelte importanti e di qualche delusione.
Celebreremo quest’anniversario per “fare memoria”, non con l’atteggiamento della nostalgia che è un sentimento che evoca l’approssimarsi della fine, ma per utilizzare la memoria per leggere il presente e predisporci ad affrontare il futuro.
Sarà anche l’occasione per ricordare tutti quelli che ci hanno preceduto in quest’avventura, e al cui impegno dobbiamo il patrimonio di riflessioni e di esperienze che abbiamo accumulato in questi 60 anni di storia.
Questa relazione tuttavia intende concentrarsi su quanto avvenuto e realizzato in questi ultimi tre anni, con consapevolezza e responsabilità, senza fare velo alla verità.
E’ una relazione costruita utilizzando i documenti ufficiali prodotti, innanzitutto i verbali del Consiglio Nazionale, i contenuti degli eventi nazionali che insieme abbiamo vissuto, le esperienze realizzate e i documenti prodotti dal Comitato Esecutivo, le più significative esperienze realizzate nelle diverse regioni, le Note del Presidente che sono state il mio “Taccuino di strada” in questi sei anni.
Una storia che viene da molto lontano: il prossimo anno il MASCI festeggerà i suoi 60 anni di vita; una storia ricca e complessa, ricca di scelte importanti e di qualche delusione.
1 – MASCI “RISORSA DISPONIBILE”
Il filo conduttore di questo triennio è rappresentato da quell’indicazione forte e impegnativa alla quale ci vincolava la Premessa degli Indirizzi Programmatici di Principina:
“Se non ora quando!”
La società, il mondo ed anche la Chiesa vivono momenti di grande difficoltà e sofferenza.
Le nostre Linee Programmatiche vogliono assumere in pieno la responsabilità della nostra missione confrontandosi sempre, nella loro realizzazione, con una realtà in continua evoluzione sia al nostro interno sia nel contesto che ci circonda.
Occorre, perciò, il coinvolgimento di tutto il Movimento, non solo delle strutture di servizio al livello nazionale, ma soprattutto delle comunità e delle regioni adeguatamente incoraggiate e coinvolte a seguire questo cammino.
L’impegno di questo nuovo triennio sarà quindi quello di fornire a tutte le Comunità e a tutti gli A.S., nonchè a tutti gli adulti che guardano alla nostra esperienza e alla Chiesa italiana delle Tracce sulle quali camminare e sulle quali confrontarsi, aprendoci alle risorse esterne per diventare noi stessi “risorsa”disponibile.
1. Il MASCI ha una missione fondamentale: L’educazione degli adulti che occorre declinare secondo tre filoni:
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Un metodo per l’Educazione degli adulti.
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Percorsi “Entra nella Storia”:
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Tracce di Spiritualità e catechesi per adulti:
Con questi filoni si intende rimarcare con più forza l’educazione degli Adulti Scout come missione nazionale e mondiale, perché possa aiutare a riflettere su alcuni temi dell’umanità.”
“Tracce”, “risorsa disponibile”, “missione” sono state le parole chiave che hanno guidato l’azione delle “strutture di servizio” al livello nazionale e della maggior parte delle regioni.
Tracce perché ciò che eravamo chiamati a costruire non erano “tavole della legge” ma indicazioni per orientare il cammino, costruite partendo dal patrimonio accumulato e consolidato in tanti anni di storia dello scautismo degli adulti.
Risorsa disponibile perché siamo convinti che il MASCI non esiste “per se” ma per offrire ambienti, esperienze e occasioni di crescita per tutte le donne e gli uomini del nostro tempo e per essere definitivamente al servizio della società e della chiesa.
Missione perché siamo convinti che lo “scautismo per tutta la vita” è oggi sfida e opportunità profetica, per dare un senso alla vita, per costruire speranza e futuro.
Le “parole chiave”
Tracce
Risorsa disponibile
Missione
2 – IL NOSTRO TEMPO
Non è possibile tuttavia dare concretezza a queste tre “parole chiave” in termini astratti e al di fuori della storia reale, senza cogliere le sfide, le opportunità, le speranze e i drammi del nostro tempo.
Abbiamo condiviso con le donne e gli uomini del nostro tempo anni estremamente difficili.
2.1 Il mondo
Dal 2007 si è abbattuta sul mondo, soprattutto occidentale, una crisi economica e finanziaria che sta cambiando radicalmente il nostro modello di sviluppo. In Italia ha portato povertà, disoccupazione, scandalose disuguaglianze a livelli inimmaginabili fino a poco tempo fa e una situazione drammatica avvertita in modo particolare dalla gente del Sud e dalle giovani generazioni.
Il mondo è cambiato: si sono aperte, grazie allo sviluppo scientifico e tecnologico, eccezionali opportunità, ma anche sono nate tante difficoltà piene di dolori e iniquità provocate dall’egemonia del profitto individuale e del mercato. Ci aiutato in questa riflessione il forte il discorso che Papa Francesco ha rivolto il 16 maggio ad alcuni ambasciatori dove ha descritto con chiarezza le strutture di peccato del nostro tempo fondate sul primato del denaro e della finanza, ma ha anche indicato il mondo nuovo e più giusto che siamo chiamati a costruire.
Oggi di fronte al peso e alla gravità della crisi ci confrontiamo con la difficoltà di capire e di trovare la strada per affrontare le drammatiche emergenze che sono sicuramente economiche ma forse soprattutto culturali e morali. La società è chiamata ad affrontare la rottura di vecchi equilibri, l’esigenza di diversi modelli di sviluppo, il dramma della povertà e delle scandalose e inaccettabili disuguaglianze tra i popoli e all’interno delle nazioni, disuguaglianze che colpiscono soprattutto le fasce più svantaggiate, lo scandalo del lavoro nuovamente ridotto a merce.
Per questo, ma non solo, da alcuni anni ci sembra che la condizione degli adulti sia caratterizzata dalla precarietà, dall’insicurezza, dal disorientamento. Oggi nel pieno di questa gravissima crisi di tutto l’occidente si aggiungono sentimenti profondi di fragilità , di solitudine, di sfiducia nel futuro e nelle istituzioni; prevale la dimensione difensiva del branco piuttosto che quella propositiva della comunità e del popolo.
Mentre scrivo questa relazione viviamo ancora con la grande preoccupazione che si possa aprire un nuovo conflitto in Siria, destinato ad allargarsi a tutto il Medio Oriente e forse oltre.
Non sappiamo come andrà a finire, come ci troveremo quando questa relazione verrà letta; in ogni caso vogliamo gridare con tutte le nostre forze che noi “ripudiamo la guerra come strumento di soluzione dei conflitti” (art.11 della Costituzione) e facciamo nostro il grido accorato di Papa Francesco “mai più la guerra”.
Per parlare di educazione occorre partire da qui: dalla condizione storica, antropologica ed esistenziale delle persone, dalle gioie, le sofferenze e le speranze della loro condizione umana.
2.2 L’Italia
In Italia, oltre al peso della crisi economica si sono aggiunte difficoltà politiche, culturali ed etiche.
Si sono affermate sottoculture orientate dall’individualismo, dall’edonismo e dal consumismo esasperato. Si è affermata una mentalità collettiva che è diventata senso comune e codice di comportamento, segnata dalla caduta del senso della legalità. C’è chi sostiene che questo è “il tempo delle passioni tristi” ” (Benasayag-Schmit) perchè l’orizzonte temporale e sociale di questi ultimi decenni da futuro-promessa si è trasformato sempre più in futuro-minaccia
Oggi il Paese si ritrova stremato e disfatto in questo periodo privo di un’etica pubblica, indebolito nel suo senso di appartenenza, fiaccato nelle ragioni della convivenza civile; un Paese che sembra aver smarrito l’insegnamento alto della nostra Costituzione e che si presenta più povero e insicuro, allo sbando, senza un orizzonte e un futuro da offrire alle giovani generazioni.
Eppure sulla nostra strada incontriamo ogni giorno donne e uomini che testimoniano con la loro vita, la loro parola, il loro impegno che un mondo migliore e diverso è possibile; ma non fanno notizia, faticano molto a creare una cultura pubblica condivisa.
Il mondo politico e i “mondi vitali” della società sono stati incapaci di ricostruire quel circuito virtuoso, come dicevamo al Sinodo dei Magister di Alghero, tra chi coltiva la politica e chi esercita la politica. Tutto questo ha condotto, nell’incapacità di indicare una prospettiva e un futuro, alla fine anticipata della legislatura, a un risultato elettorale incerto, alla drammatica elezione del Presidente della Repubblica, a un instabile e fragile governo di emergenza.
L’urgenza e la complessità della sfida che è davanti a noi richiede a tutti uno sforzo e un impegno nuovo ed eccezionale.
Anche questo vuol dire andare “..oltre il ponte..in cammino nella storia”.
Quindi una sfida profetica: è il tempo non più rinviabile del coraggio, della radicalità, del rigore morale, della restituzione della speranza.
Il tempo della “restituzione della speranza”.
2.3 La Chiesa
Questo triennio è stato anche segnato da passaggi importanti nella vita della nostra Chiesa, soprattutto della chiesa universale ma con conseguenze che già si avvertono nella chiesa italiana.
Mentre Papa Benedetto ci offriva perle di sapienza teologica e pastorale, soprattutto con le sue mirabili encicliche, l’immagine della Chiesa è stata deturpata da tante macchie: i vergognosi comportamenti di religiosi ed ecclesiastici ma anche di tanti laici, le opache pratiche con il mondo della finanza e degli affari, gli intrighi all’interno della realtà vaticana, il poco ascolto dato agli appelli che venivano da tanta parte del mondo per il ritorno allo spirito e agli insegnamenti del Concilio.
In questa situazione sono giunte improvvise, come un gesto profetico e di straordinaria novità le dimissioni di Papa Benedetto.
Abbiamo guardato con speranza e apprensione al Conclave che si apriva; i cardinali hanno saputo cogliere questa domanda forte che veniva dal popolo di Dio e hanno eletto Papa Francesco.
La sera del 13 marzo avevamo gli occhi fissi al balcone di San Pietro quando abbiamo udito parole dal suono nuovo, abbiamo visto gesti inattesi, e il cuore si è aperto alla speranza. Abbiamo avuto la certezza che veramente la cenere stava scomparendo e la brace del Concilio tornava ad ardere. Ritroviamo così il nostro desiderio di una Chiesa in grado di affermare e testimoniare che il mondo e la storia non sono considerati dai discepoli di Gesù di Nazareth come il “luogo del male”, ma, nonostante le tante tragedie e i tanti dolori presenti, il mondo e la storia sono il “luogo della salvezza” .
Torniamo ad affermare e praticare che la Chiesa è Chiesa di tutti ma in primo luogo chiesa dei poveri, e non solamente chiesa per i poveri.
Riscopriamo la vocazione propria di noi laici, la nostra autonomia e la nostra piena responsabilità nella costruzione della “città dell’uomo”.
La Chiesa tutta riprende il cammino ecumenico, il cammino per il dialogo interreligioso, per il dialogo con i non credenti e con gli atei.
Se la brace torna ad ardere, siamo chiamati a una nuova responsabilità e a un rinnovato impegno.
L’urgenza e la complessità della sfida che è davanti a noi richiede a tutti noi uno sforzo e un impegno nuovo ed eccezionale.
3 – IL TEMPO DELLA MISSIONE
È in questo tempo e in questa storia che dobbiamo collocare la nostra missione della “educazione degli adulti”.
L’educazione ha senso solo se incarnata, se sa coniugare valori e storia ed è capace di tradurli in metodo, in proposta di esperienze.
Solo così si comprende il senso dell’educazione degli adulti. Dobbiamo, tutti noi adulti, riprendere a camminare sulle nostre gambe, a rialzare la testa, a spezzare le catene, a infrangere gli idoli che ci illudono e, per noi credenti, a proclamare che solo Dio è il Signore.
E’ proprio questo cambiamento così rapido e profondo che interpella tutto lo scautismo per questa nuova e più impegnativa sfida. A noi pare che la sfida che attende oggi tutto lo scautismo sia rappresentata dallo “scautismo per tutta la vita”.
Le grandi trasformazioni non si possono affrontare “da soli” ma solo con una comunità di riferimento inserita in una dimensione di movimento.
Lo scoutismo mantiene tutta la sua attualità solo se resta fedele alla “missione educativa”, se mantiene tutta la sua originalità, se si rivolge ai bambini, ai ragazzi, ai giovani ma oggi soprattutto agli adulti del nostro tempo per aiutarli a costruire se stessi, a diventare persone autonome, critiche, capaci di scelte impegnative, persone che si commuovono davanti al dolore presente nel mondo, persone capaci di indignarsi di fronte alle ingiustizie e di impegnarsi concretamente per combatterle, persone capaci di scelte talvolta impopolari e controcorrente e di restarvi fedeli anche quando è più difficile.
Le tracce che abbiamo costruito vogliono rispondere a questa sfida, con la consapevolezza che sono il patrimonio consolidato del MASCI ma sono anche in continuo divenire come dice la seconda parte del tema di questa nostra Assemblea
“..in cammino con la storia”
E’ proprio questo cambiamento così rapido e profondo che chiama in causa lo scautismo per questa nuova e più impegnativa sfida rappresentata da: “lo scautismo per tutta la vita”.
Queste nostre “tracce” non sono solo testi scritti ma anche proposte metodologiche, esperienze concretamente realizzate a livello nazionale e a livello regionale e di comunità.
3.1 – Quale metodo per lo scautismo degli adulti
Ci siamo dedicati con grande impegno su questa “traccia” che è descritta nel libro “Una avventura che continua”; un lavoro collegiale condiviso che ha visto impegnato tutto il Consiglio Nazionale, che ha raccolto anche tanti contributi interni ed esterni al MASCI, che è stato coordinato dalla Commissione Antonacci con la collaborazione diretta del Direttore della Rivista.
Una traccia fondamentale perché non c’è educazione senza un metodo e il MASCI ha scelto lo scautismo come metodo per l’educazione degli adulti.
Questa traccia è divenuta immediatamente operativa ispirando i Taccuini delle Isole della Scoperta e della Responsabilità realizzati dall’Incaricato alla Formazione del Comitato Esecutivo ed ha anche ispirato tante iniziative al livello regionale e di comunità.
Questa traccia è stato oggetto di presentazioni pubbliche in tante regioni d’Italia raccogliendo un grande consenso all’interno del movimento, e ricevendo importanti apprezzamenti da realtà esterne.
3.2 – Percorsi di Spiritualità e Catechesi per adulti
Con analogo impegno è stata costruita la seconda “traccia” raccolta nel libro “ Con noi sulla strada”. Anche qui c’è stato un lavoro collegiale e condiviso che ha visto impegnato tutto il Consiglio Nazionale, che ha raccolto anche tanti contributi interni ed esterni al MASCI. E’ stato coordinato dalla Commissione Ceschi con la collaborazione diretta dell’Incaricato al metodo e alla catechesi del Comitato Esecutivo.
Con questa traccia abbiamo voluto partecipare al cammino della Chiesa italiana secondo gli orientamenti pastorali del prossimo decennio “Educare alla vita buona del Vangelo”.
Così questa traccia è stata fonte d’ispirazione per i Campi di Spiritualità organizzati dal Comitato Esecutivo ed ha anche ispirato la nostra presenza al Convegno degli Assistenti Ecclesiastici di AGESCI, FSE e MASCI ad Assisi.
Desidero segnalare che da questa “traccia” è stata anche tratta l’ispirazione per un incontro di spiritualità realizzato congiuntamente dall’AGESCI e dal MASCI del Lazio.
Tuttavia non ci possiamo nascondere che questo libro si presenta impegnativo, talvolta difficile, per i contenuti e per le indicazioni che fornisce a chi si pone alla Sequela di Gesù di Nazareth: sarà necessario che comunità e regioni ci lavorino sopra con molta attenzione.
Sono belle le parole con le quali il cardinale di Palermo S.Em. Paolo Romeo introduce questo testo: “ …..gli scout che hanno scritto questi testi si sono ispirati alle Beatitudini e al Padre nostro, nella speranza di essere testimoni credibili non tanto attraverso belle ed appropriate parole, quanto piuttosto attraverso la loro esperienza di credenti e di cittadini impegnati…”
3.3 – Entra nella storia – abitare la frontiera
Questa traccia era già stata realizzata nel precedente triennio anche qui con un lavoro collegiale e condiviso che ha visto impegnato tutto il Consiglio Nazionale che ha raccolto anche tanti contributi interni ed esterni al MASCI e che è stato coordinato dalla Commissione Mira . E’ incentrata sull’idea di “abitare la frontiera”. Frontiera, non “confine” che separa le terre, gli uomini, le culture, ma “frontiera” che indica orizzonti inesplorati ed affascinanti verso i quali muoversi. Questa Traccia è centrata anche sulla convinzione che si può lavorare a un mondo migliore solo se si “abitano le periferie”, solo se ci si sforza di osservare la storia “dal basso”, con gli occhi dei poveri, dei deboli, degli ultimi.
Partire da una traccia già impostata ha consentito di dare concretezza a questo cammino a fondamento del quale c’è l’idea del “Servizio come scelta di vita”, scelta che è innanzitutto personale ma anche comunitaria.
Dovrebbero essere maggiormente diffuse, conosciute e valorizzate le esperienze realizzate in tante regioni e da tante comunità. Ne cito solo alcune realizzate al livello nazionale :
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Abbiamo portato a compimento alcune realizzazioni nelle zone colpite dal terremoto: finalmente sono concluse le pratiche amministrative ed è stata avviata la realizzazione del centro polifunzionale di Camarda nell’area del terremoto dell’Aquila al quale il MASCI partecipa concretamente. Sono operative le due casette di legno che il MASCI ha messo a disposizione di due paesi colpiti dal terremoto in Emilia.
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Prosegue il nostro impegno a favore della legalità, innanzitutto con l’impegno di alcune regioni, ma anche con l’adesione del movimento a Libera che vede particolarmente impegnate alcune regioni, ed anche con la realizzazione di un “Campo della legalità e della cittadinanza responsabile” organizzato in Calabria dall’Incaricato al metodo e alla catechesi del Comitato Esecutivo.
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Seguendo l’ispirazione di “Entra nella storia” abbiamo dato voce alla Campagna “Italia sono anch’io” per un più ampio diritto di cittadinanza.
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Abbiamo aderito con convinzione alla Campagna a favore dell’“Acqua pubblica”, contribuendo così, nel nostro piccolo, alla vittoria nel referendum.
Due realizzazioni meritano in particolare di essere ricordate all’interno di questa traccia
3.3.1 – Quaderno sulla Famiglia
Rispondendo a un mandato assegnato dall’Assemblea Nazionale di Principina il Consiglio Nazionale ha riflettuto sul tema della Famiglia e ha impostato, affidandone la realizzazione alla Commissione Mira, il Quaderno n°10 “Avrò cura di te e saprò custodire la mia famiglia”.
Questo Quaderno rappresenta anche il nostro contributo per le Settimane Sociali dei Cattolici italiani.
Abbiamo ricevuto importanti apprezzamenti per questo nostro Quaderno e ha rappresentato anche il nostro contributo per la costruzione della testimonianza che insieme AGESCI, FSE, MASCI hanno portato congiuntamente alle ultime Settimane Sociali dei Cattolici italiani.
3.3.2 – Incontro degli Adulti Scout impegnati in politica e nelle istituzioni
Questo incontro è nato quasi per caso: mentre scrivevamo le nostre “tracce” nelle quali abbiamo raccolto le nostre esperienze e le nostre riflessioni per consolidare il nostro patrimonio comune, sempre in divenire, ci sono state proposte suggestioni di grande rilievo e abbiamo deciso di mettere mano a un terzo libro che ci aiutasse a rileggere i valori della Legge e della Promessa nella nostra esperienza personale e di movimento collocandoli nel contesto sociale e politico di questo nostro tempo. Per scrivere questo libro abbiamo pensato che avevamo anche bisogno del contributo di chi è più direttamente coinvolto oggi, o lo è stato di recente, nella vicenda sociale e politica del nostro paese. E’ stato un incontro di grande intensità e gli Adulti Scout impegnati nelle istituzioni, in politica, nell’impegno sociale l’hanno vissuto come un “evento atteso”. Il MASCI dovrà riflettere su come dare continuità a questo tipo di esperienza
3.4 – Mondialità e salvaguardia del creato
L’ultima traccia è stata rappresentata dal Quaderno n°8 sulla “Mondialità”; anche qui un lavoro collegiale e condiviso che ha visto impegnato tutto il Consiglio Nazionale che ha raccolto anche tanti contributi interni ed esterni al MASCI e che è stato coordinato dalla Commissione Denti con la collaborazione diretta del Segretario Internazionale.
Questo Quaderno va letto insieme al Quaderno n°1 “Fare Strada nel Creato” realizzato nello scorso triennio coordinato dalla Commissione Mira.
Questi due quaderni vanno letti insieme perché il tema delle disuguaglianze e la questione ambientale (come insegna il Polo d’Eccellenza della Sicilia) non sono due sfide separate e indipendenti. Esiste un legame indissolubile tra disuguaglianze e salvaguardia del creato: non è vero che le risorse sono insufficienti per tutti soprattutto se il loro utilizzo è accompagnato da un uso intelligente del progresso scientifico. La ricchezza complessiva del mondo continua a crescere, nonostante le varie crisi economiche e finanziarie, e contemporaneamente crescono in modo inaccettabile le disuguaglianze tra i popoli e all’interno delle nazioni. Il problema vero è quindi quello della centralità dell’uomo, di ogni uomo e quindi la sfida è nella distribuzione più giusta della ricchezza e in un uso più equilibrato e saggio delle risorse. Questi due Quaderni letti insieme rappresentano il nostro contributo specifico all’Educazione alla Pace e alla solidarietà tra i popoli.
Analogamente un contributo all’educazione alla Pace è costituito dalla Luce di Betlemme, esperienza nata a Trieste e oggi esperienza viva in tutte le realtà italiane.
Nell’ambito di questa “traccia” non possiamo trascurare i tre elementi che da sempre costituiscono gli assi del nostro impegno per la mondialità e di quanto realizzato:
3.4.1 Fraternità Internazionale dello scautismo e del guidismo.
Certamente l’evento più rilevante è stata la Conferenza Mondiale dell’ISGF che abbiamo ospitato a Como. Forse l’evento che ci ha maggiormente impegnato in questo triennio, non solo per la complessità di ospitare un evento internazionale, ma per le scelte coraggiose che abbiamo voluto proporre: di ambiente, di programma e di stile. E’ stato un grande successo grazie soprattutto all’eccezionale e competente impegno profuso dal MASCI della Lombardia e della Comunità di Como, ed anche per il forte coinvolgimento di tutto il movimento: dal Segretario Nazionale, dal Segretario Internazionale, dall’Amministratore, dall’Incaricato all’Organizzazione, dagli Incaricati alla Comunicazione; ma anche per la partecipazione attenta e competente di tanti Adulti Scout provenienti da tante parti d’Italia. Il successo può essere sintetizzato dalle parole di un ex Presidente dell’ISGF che partendo ha detto: “nessuno è in grado di proporre eventi internazionali di grande qualità come il MASCI; dovremmo affidare sempre a voi l’organizzazione delle Conferenze Mondiali”.
Questo successo non può tuttavia farci trascurare le gravi difficoltà in cui versa il movimento mondiale degli Adulti Scout: le gravissime difficoltà finanziarie, il ridotto numero di aderenti, ma soprattutto la debolezza della proposta e della chiarezza della visione: troppo turismo e poca profezia. Soprattutto dopo l’Incontro del Mediterraneo in Spagna, il Consiglio Nazionale del MASCI si è interrogato responsabilmente su questa situazione ed ha dato mandato al nostro membro del Comitato Mondiale, al Segretario Internazionale, all’altro delegato alla Conferenza Europea di fare presenti queste nostre preoccupazioni. E’ necessario che l’ISGF trovi una nuova strada, individui percorsi coraggiosi: è a rischio la sopravvivenza stessa di questa importante esperienza che il MASCI, il 25 ottobre di 60 anni fa, ha contribuito con convinzione a far nascere e sviluppare.
Tra le iniziative di Fraternità internazionale dello scautismo il Consiglio Nazionale ha inserito l’esperienza dell’Alpe Adria Scout come iniziativa internazionale del MASCI.
3.4.2 – Solidarietà e cooperazione internazionale
Non c’è dubbio che la massima attenzione è stata rivolta allo sviluppo e al potenziamento della onlus ECCOMI. Vi partecipiamo responsabilmente con i nostri membri di diritto, con i membri del Comitato Esecutivo che fanno parte del Consiglio Direttivo e con la partecipazione sempre più coinvolta dei Segretari Regionali del MASCI all’Assemblea annuale dell’associazione.
È certamente utile l’azione svolta da ECCOMI per progetti italiani di Sala, Camarda ed Emilia ma la sua missione è soprattutto rivolta all’impegno di solidarietà e cooperazione internazionale. E’ importante che l’azione si sia allargata oltre al Burundi ad altre realtà come il Togo, lo Zambia, il Burkina Faso. Resta tuttavia la speranza che ECCOMI rappresenti il polo di aggregazione di tutta la rete di esperienze di solidarietà che vengono realizzate dagli Adulti Scout in Italia: ricostruire un legame forte con Harambee e la Fondazione Brownsea che è la più antica esperienza italiana e che vede coinvolte tante comunità soprattutto in Lombardia e in Calabria, coinvolgere le tantissime esperienze che le comunità realizzano in collaborazione con le diocesi, le parrocchie, le caritas locali, i missionari presenti in tante parti del mondo. Questa speranza non muove da ambizioni egemoniche ma dal desiderio di alimentare una cultura comune, di confrontare esperienze, di creare massa critica per l’efficacia del nostro impegno.
Una menzione particolare merita l’esperienza del Burkina Faso che ha anche dato vita ad un “Protocollo d’intesa” con l’AGESCI e con le associazioni scout giovanili ed adulte di quel paese per lo sviluppo dello scautismo locale. Dovremo valutare con molta serietà i risultati di questa iniziativa e certamente tutte le forme di collaborazione vanno favorite a condizione che siano chiare le finalità e le specifiche competenze.
3.4.3 – Accoglienza
Da tempo siamo convinti che la prima mondialità si realizza nel nostro paese con un atteggiamento di condivisione e di dialogo. In questo triennio questo tema ha assunto un aspetto più “politico” che è quello del “diritto di cittadinanza”. Il nostro primo gesto è stato nel dar voce alla Campagna “L’Italia sono anch’io”; ma dobbiamo soprattutto mettere in evidenza l’esperienza promossa dal MASCI del Lazio “Ramazza Arcobaleno” che non solo ha visto la condivisione di tante realtà associative del Lazio (dall’Azione Cattolica, alle ACLI, all’ARCI,…) ma soprattutto ha visto la partecipazione attiva delle comunità straniere presenti (marocchina, filippina, colombiana,..); un’esperienza che si è conclusa con una giornata di servizio, di canti e di festa. Questa esperienza ha ricevuto il riconoscimento ufficiale del Presidente della Repubblica e il suo appello finale, per il riconoscimento della cittadinanza italiana a tutti i bambini nati in Italia qualunque sia la loro provenienza, è ora all’esame della Commissione competente del Senato della Repubblica.
Una “buona pratica”, un esempio che potrebbe essere replicato in tante regioni e intorno alla quale costruire una rete a favore dell’accoglienza e di una nuova cittadinanza.
3.5 – Piazze Trivi e Quadrivi – “abitare la città dell’uomo”
Ha rappresentato l’evento con il quale volevamo condividere le nostre “tracce”: tra di noi, con le realtà che ci sono più vicine e con la città. Per questo il sottotitolo era “abitare la città”. Volevamo dare un segno concreto che queste tracce erano state costruite per essere “risorsa disponibile”.
Un progetto ambizioso e sicuramente difficile da realizzare ma le difficoltà sono state in parte superate grazie alla luminosa bellezza del luogo, all’accoglienza generosa della città, dell’amministrazione comunale, della diocesi di Salerno, ma grazie soprattutto all’impegno eccezionale e generoso del MASCI della Campania e della Comunità di Battipaglia con il coinvolgimento del Comitato Esecutivo. Abbiamo dovuto affrontare difficoltà logistiche, organizzative e ambientali. Per questo forse è venuto meno quel confronto nella città che desideravamo, non siamo riusciti a presentare compiutamente il grande lavoro fatto in questi anni dalle regioni con i Poli d’Eccellenza e non abbiamo valorizzato in pieno l’esperienza degli amici che avevamo invitato.
Tuttavia un risultato è stato evidente: la condivisione ampia della comune “missione”.
Questo è stato reso evidente dal clima di fraternità e di condivisione che ha caratterizzato questo evento.
Questo è stato reso ancor più evidente nel Messaggio all’Italia, alla Chiesa e al mondo, che riassumeva le riflessioni delle Piazze e che abbiamo lanciato in cielo dal chiostro del Duomo di Salerno.
3.6 – Libro sulla Legge e sulla Promessa.
mentre scrivevamo le nostre “tracce” nelle quali abbiamo raccolto le nostre esperienze e le nostre riflessioni per consolidare il nostro patrimonio comune, sempre in divenire, ci sono state proposte suggestioni di grande rilievo e che facevano tutte riferimento al valore della Promessa e della Legge nella nostra esperienza personale e di movimento.
Siamo di fronte ad un cambiamento epocale che ci ha colti impreparati: come possono aiutarci la Promessa e la Legge a comprendere questi tempi nuovi, come possono aiutarci ad orientarci verso il futuro.
Qualcuno chiede: perché continuare a fare riferimento alla Legge e la Promessa? La Legge e la Promessa scout non sono, una cosa per i bambini e per i giovani, per giocare il gioco dello scautismo?
Avvertiamo in queste domande il rischio di perdere il senso di valori universali scivolando in una sorta di “relativismo etico” senza speranza.
Vogliamo invece rileggere la Legge e la Promessa come bussola, mappa e binocolo, strumenti fondamentali delle donne e degli uomini della “strada”. Siamo chiamati a confrontarci con sfide ed opportunità che potranno essere colte solamente con questi adeguati strumenti.
Di qui è nata l’idea del terzo libro della nostra collana “Foulard azzurro”, e così riscopriremo la Promessa e la Legge degli scout e delle Guide come bussola, mappa e binocolo per contribuire a costruire un mondo diverso e migliore, per essere attrezzati a “andare oltre il ponte”, perché siamo convinti che è il tempo di una nuova responsabilità e di una nuova etica civile condivisa
contribuire a costruire un mondo diverso e migliore, per essere attrezzati ad “andare oltre il ponte”, perché siamo convinti che è il tempo di una nuova responsabilità e di una nuova etica civile condivisa
3.7 – Il lavoro
Nei miei numerosi incontri nelle regioni, soprattutto in quelle del nostro Mezzogiorno mi sono reso conto che c’è l’urgenza per noi di riflettere su un altro tema fondamentale: il lavoro, il lavoro che non c’è, soprattutto per le giovani generazioni.
Il MASCI non potrà rispondere a questa emergenza trasformandosi in un’Agenzia per il Lavoro o un Incubatore di Impresa; non ne abbiamo le forze e soprattutto non è la nostra missione. A noi compete dare un contributo culturale e educativo. Tuttavia forse, nell’ottica di servizio, potremo partecipare sul territorio a progetti di “impresa sociale” e a iniziative di “welfare comunitario e di prossimità”, ed esistono già alcune esperienze significative in alcune realtà del Sud..
Il nostro compito fondamentale è di aiutare a far crescere tra noi e intorno a noi la consapevolezza che il lavoro non è solo fonte di reddito, anche se questa è oggi per molti una realtà drammatica. Esso è fonte di dignità, di occasione di scambio interpersonale e sociale, è senso di cittadinanza e di appartenenza e perciò anche ambito di costruzione di senso per sé e per/con gli altri. Per questo, se il lavoro non c’è, occorre condividere quello che c’è.
Una riflessione da avviare e condividere; non sappiamo quale potrà essere il suo esito: un quarto libro, un nuovo Quaderno? L’importante è essere consapevoli che occorre fare di più, non ci possiamo rassegnare.
4 – VITA DEL MOVIMENTO
Sulla base della “missione” che abbiamo assunto, la vita ordinaria del movimento è proseguita con regolarità ma tenendo sempre presente lo spirito di questa missione.
4.1 – Le strutture di servizio
In primo luogo questo compito è stato assunto dalle “strutture di servizio” al livello nazionale che il movimento si è democraticamente dato.
4.1.1 – Consiglio Nazionale
Ancora una volta, pur con le inevitabili debolezze e inadempienze, il Consiglio Nazionale è stato “il motore” del movimento, al livello nazionale: definendo indirizzi, proposte, decisioni, talvolta anche impopolari, sulla base delle indicazioni provenienti dall’Assemblea Nazionale e in assoluta fedeltà allo Statuto e al Regolamento Nazionale.
Il Consiglio Nazionale nel corso del triennio si è riunito dieci volte (di cui tre congiuntamente con il Comitato Esecutivo e sempre con una ampia partecipazione di membri del Comitato Esecutivo) e con la partecipazione pressoché totale di tutti i suoi componenti.
Si è delineato con sempre maggiore chiarezza il ruolo ampio e propositivo dei Consiglieri nazionali eletti e quello insostituibile dei Segretari Regionali.
Aldilà del lavoro svolto e delle decisioni assunte, occorre sottolineare il clima di amicizia e di fiducia reciproca che ha caratterizzato la vita del Consiglio anche in questo triennio, anche nei momenti delicati e perfino controversi.
C’è un elemento che deve essere sottolineato nell’azione del Consiglio Nazionale: la trasparenza. Ogni atto, ogni decisione è stata diffusa tempestivamente non solo ai membri del Consiglio Nazionale ma a tutti i magister in modo che ogni comunità potesse essere consapevole del procedere dei lavori, delle modalità utilizzate, dei risultati raggiunti; per questo il Portale ha svolto un ruolo fondamentale.
Il Consiglio Nazionale è una risorsa preziosa del movimento, un esempio anche per le realtà regionali e per le comunità.
4.1.2 – Comitato Esecutivo
Il Comitato Esecutivo ha dato seguito con puntualità e completezza agli orientamenti scaturiti dal Consiglio Nazionale, sia attraverso l’opera dei suoi membri responsabili dei diversi ambiti, sia attraverso la sua azione collegiale.
Il Segretario Nazionale si è sforzato di realizzare il massimo della collegialità, non solo negli incontri previsti, ma anche con un uso straordinario degli strumenti che le nuove tecnologie mettono a disposizione, e attraverso un intenso rapporto interpersonale.
Non c’è dubbio che questo principio della collegialità è ormai un valore assimilato; forse occorre saper coniugare meglio la collegialità con l’autonomia e la responsabilità personale degli incaricati ai diversi ambiti, ed anche definire con più precisione i compiti e le responsabilità di ciascuno.
Non possiamo tuttavia nasconderci che negli ultimi tempi da parte del Comitato, o almeno da una parte di esso, è andato crescendo un sentimento di disagio, la sensazione di essere poco coinvolti e partecipi delle decisioni e degli orientamenti del Consiglio Nazionale.
Non è importante se ciò sia vero; so bene che la realtà percepita è sempre vissuta come più vera della realtà stessa.
Almeno in due occasioni il Consiglio Nazionale ha affrontato questo argomento che dovrà però essere affidato all’Assemblea Nazionale Straordinaria per apportare, se necessario e opportuno, i necessari correttivi.
Oggi, e fino al 2016, siamo vincolati a un modello istituzionale che il Consiglio Nazionale ha così sintetizzato sulla base dello Statuto (artt. 13-18):
“Il nostro è un modello di democrazia collegiale, o in termini diversi un modello di democrazia sinodale.
In base a questo modello, (nel triennio tra due Assemblee), tutta la sovranità è nel Consiglio Nazionale. E proprio perché la sovranità è nel Consiglio Nazionale, il Consiglio Nazionale ha questa composizione: una parte è composta dai Segretari Regionali che sono eletti nelle assemblee regionali e una parte da coloro che sono eletti direttamente dall’Assemblea Nazionale.
Da questo punto di vista l’Assemblea Nazionale e lo Statuto non affidano al Presidente Nazionale nessun potere.
Il Presidente Nazionale, in base allo Statuto, ha solo tre compiti:
1 – Rappresentare il Movimento, all’interno e all’esterno, ed è una responsabilità che condivide con i Segretari Regionali a livello territoriale.
2 – Presiedere e organizzare i lavori del Consiglio Nazionale.
3 – Verificare la corretta e piena attuazione delle indicazioni dello Statuto e del Regolamento Nazionale, delle decisioni dell’Assemblea Nazionale e del Consiglio Nazionale.
Ecco perché un articolo dice che il Presidente Nazionale partecipa, senza diritto di voto, ai lavori del Comitato Esecutivo.
Contestualmente, lo Statuto affida al Segretario Nazionale, che è membro a pieno titolo del Consiglio Nazionale, un unico compito: dare attuazione, fedele e completa, alle decisioni del Consiglio Nazionale. E per dare attuazione piena e completa delle decisioni del Consiglio Nazionale, il Segretario Nazionale si avvale del Comitato Esecutivo.”
4.2 – L’Assemblea Nazionale Straordinaria
E’ in questo contesto che si colloca la decisione del Consiglio Nazionale di convocare un’Assemblea Nazionale Straordinaria per le modifiche allo Statuto da tenersi entro il 2015.
Questa decisione è stata assunta nel rispetto dello Statuto, perchè le modifiche oggi proposte affrontavano aspetti troppo impegnativi per essere affrontati adeguatamente nell’ Assemblea di Bardonecchia già affollata di temi importanti all’ordine del giorno.
I temi proposti vertono essenzialmente su due aspetti
-
La Diarchia
-
La “il sistema di compiti e responsabilità” al livello nazionale
4.2.1 – La Diarchia
Dopo la mozione approvata nell’Assemblea di Montesilvano e la norma transitoria inserita nel nostro Regolamento Nazionale è opportuno che questo tema sia approfondito per dargli eventualmente una dignità statutaria. Affidare la rappresentanza del movimento unitariamente a una donna e un uomo potrebbe assumere, al di là del problema organizzativo, un valore simbolico, proprio nel momento in cui il valore della differenza è vissuto come inutile o superato, per non dire fastidioso o molesto. Possiamo discutere e affrontare questa scelta nella libertà delle nostre opinioni che spesso diventa un sapere largamente condiviso. Per questo esistono ragioni perché questa soluzione sia presa in considerazione per il livello di Presidenza Nazionale del movimento.
Per quanto riguarda i livelli regionali e di comunità, attualmente questa modalità è sperimentata solo da 3 regioni e da circa 50 comunità. Forse la soluzione migliore è nel dare dignità statutaria a quanto previsto dal Regolamento Nazionale, lasciando che maturi questa scelta nella autonoma decisione delle regioni e delle comunità.
4.2.2 – “Il sistema di compiti e responsabilità” delle strutture di servizio al livello nazionale
Dopo 10 anni dall’approvazione dell’attuale Statuto è forse necessario apportare alcuni correttivi che rendano più chiari e più coerenti i rapporti tra le diverse strutture di servizio. Alcune difficoltà ed alcuni disagi avvertiti nell’ultimo triennio ne sono forse la prova più evidente.
Quello che tuttavia andrebbe conservato è l’idea guida di una centralità collegiale.
Ma l’Assemblea Straordinaria non può limitarsi ad affrontare solo questi temi: esistono altre urgenze che meritano di essere esaminate se vogliamo realmente essere coerenti con la nostra “missione” e con il tema di questa Assemblea.
4.2.3- La responsabilità nazionale delle regioni e delle comunità.
Da tempo stiamo ragionando intorno all’ idea della Rivoluzione Copernicana di cui abbiamo parlato a Principina “Se abbiamo ravvivato la brace occorre che ora il fuoco arda. Se… abbiamo piegato il ferro, ora occorre modellarlo. Per questo l’unica risposta possibile è una “rivoluzione copernicana”: è necessario che ogni “periferia” (comunità o regione”) si faccia “centro. Per questo l’unica risposta possibile è che il “motore del movimento” sia rappresentato da ogni comunità e ogni regione o meglio dalla “rete delle comunità e delle regioni” e che Consiglio Nazionale e Comitato Esecutivo svolgano in pieno il compito, certamente più difficile, che lo Statuto assegna loro di essere “strutture di servizio”. Essere centro in una rete vuol dire assumere in ogni luogo la responsabilità complessiva dell’intero movimento; non una superata idea di federazione di realtà autonome e separatiste ma Centro diffuso capace di proposte, di idee e di esperienze da affidare a una riflessione comune. Questa idea richiede sicuramente anche norme che abbiano dignità statutaria.
4.2.4- Lo sviluppo del movimento
Un altro tema che dovrebbe trovare spazio nell’Assemblea Straordinaria è quello dello sviluppo del movimento. Abbiamo più volte detto che la dimensione fisiologica del movimento dovrebbe essere molto più ampia. C’è chi sostiene, sulla base di attente analisi, che dovrebbe contare qualche decina di migliaia di membri e più di mille comunità.
Aldilà degli strumenti e dei programmi che il Consiglio Nazionale potrà individuare e che il Comitato Esecutivo potrà realizzare, questo richiede alcune riflessioni di carattere strutturale: forse potremo pensare a una molteplicità di modelli di comunità, tutti comunque rispettosi della nostra identità e della nostra missione; forse è necessario pensare a diversi livelli di adesione individuale al movimento; forse sarà opportuno aprirci anche a forme di adesione collettiva di tante realtà di adulti scout oggi presenti nel nostro paese.
I temi principali dell’Assemblea Straordinaria potranno quindi essere:
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La Diarchia
-
La “il sistema di compiti e responsabilità” al livello nazionale
-
La responsabilità nazionale delle regioni e delle comunità
-
Lo sviluppo
Non si può escludere che dopo questa revisione dello Statuto si possa ritenere opportuno nel futuro procedere ad un nuovo esame del Patto Comunitario.
4.3 – Rapporti con il mondo esterno
Non c’è dubbio che una funzione permanente è quella di “essere in rete”: abbiamo cercato di farlo nel miglior modo possibile, consapevoli comunque della limitatezza delle nostre forze e della realtà totalmente volontaria della nostra organizzazione. Abbiamo cercato comunque di portare in ogni situazione nella quale ci siamo trovati inseriti responsabilità e consapevolezza, cercando sempre di parlare il linguaggio della verità.
Questo ha condotto il MASCI a essere una realtà conosciuta, riconosciuta e apprezzata come forse mai avvenuto nel passato.
4.3.1 – Rapporti con lo scautismo giovanile
Molto è cambiato in questi anni nei rapporti con le associazioni dello scautismo giovanile: da una fase di cortese buon vicinato, si è passati a momenti di vera collaborazione in progetti ed esperienze comuni ma oggi si è aperta una nuova e forse più difficile fase.
Recentemente un autorevole capo dell’AGESCI ha detto :
“oggi il MASCI non è più solo un movimento di adulti ma è diventato una realtà adulta”.
Questo è vero, ma questa adultità può generare, accanto ad una stima sincera, anche sentimenti di preoccupazione e perplessità, soprattutto nelle relazioni all’interno delle realtà territoriali. Ciò è positivo e fa parte della normalità di tutte le fasi di crescita perché adultità significa identità, autonomia, indipendenza, dignità e richiesta di rispetto pur riconoscendosi nella stessa storia e nella stessa famiglia: è un dialogo più difficile perché più esigente. Dicevo al recente Consiglio Generale dell’AGESCI : “Il MASCI non sarà mai più quello della “cambusa”, anche se sarà sempre disponibile anche ai servizi più umili.”
Per motivi a tutti comprensibili i rapporti più stretti e frequenti sono stati con l’AGESCI per radici, storia e condivisione. Non più solo il saluto di cortesia del Presidente del MASCI al Consiglio Generale dell’AGESCI, o la visita dei Presidenti dell’AGESCI al nostro Consiglio Nazionale e la partecipazione reciproca agli eventi nazionali. Anche se questi sono stati sempre momenti veri di dialogo, di confronto.
Ma quello che più conta sono state le iniziative condivise: la partecipazione di una nostra pattuglia al Jamboree in Svezia, dopo quella al Jamboree del Centenario, la condivisione di esperienze internazionali, a partire dal progetto Burkina Faso, e la nostra partecipazione ai loro momenti di Agorà e di Mondo in Tenda.
I momenti più significativi sono tuttavia quelli che abbiamo progettato insieme: penso in particolare al Convegno degli Assistenti Ecclesiastici dell’AGESCI, FSE e MASCI ad Assisi, un evento storico, sicuramente per i contenuti che sono emersi ma soprattutto perché dopo tanti anni le tre realtà associative dello scautismo cattolico hanno realizzato insieme questo incontro ; analogamente c’è stato lo sforzo di queste tre associazioni per presentarsi in modo consapevolmente unito alle Settimane Sociali di Torino, tradottasi nella elaborazione di un documento comune sul tema della famiglia.
Infine, ed è notizia recente, l’invito a partecipare, portando il nostro servizio, alla Route Nazionale RS che si svolgerà il prossimo anno nella tenuta di San Rossore, dal tema impegnativo “Strade di coraggio… diritti al futuro!”.
La cosa più importante è che abbiamo visto crescere in questi anni, come mai avvenuto nel passato, la collaborazione e il dialogo a livello regionale; questo è il segno vero di una stagione nuova che potrà condurre alla presenza congiunta dello scautismo giovanile e dello scautismo adulto nelle realtà territoriali.
Il dialogo non si è però limitato all’AGESCI: sono diventate frequenti le occasioni d’incontro con la FSE e il CNGEI, e con altre realtà che fanno riferimento allo scautismo, e siamo stati invitati ai loro momenti più significativi: la celebrazione del centenario del guidismo della FSE, l’Assemblea Nazionale della FSE, la celebrazione dei cento anni di vita del CNGEI, la presenza delle maggiori organizzazioni e dei vertici dello scautismo italiano alla Conferenza Mondiale dell’ISGF a Como. Abbiamo avviato i contatti con il nascente scautismo musulmano in Italia ASMI.
Tutto questo potrà condurre a formule anche istituzionali più strette. Noi continuiamo a lavorare per la ricostituzione della FIAS, come recita il nostro Statuto, ma forse è venuto il momento di osare di più: forse è possibile pensare a una FIS (Federazione Italiana dello Scautismo) che esca da un “bipolarismo perfetto” per aprirsi a tutte le principali esperienze dello scautismo italiano giovanile e adulto.
Quella è la sede in cui potrebbe prendere forma e vita quello “scautismo per tutta la vita” che noi pensiamo essere la profezia dello scautismo in questo tempo.
Accanto alle realtà maggiori abbiamo mantenuto rapporti fraterni con tutte le realtà di servizio dello scautismo italiano, in primo luogo con la Redazione di SERVIRE, con il Centro Studi Baden Powell, con la Fondazione Baden, con la Compagnia di San Giorgio. Risorse preziose dello scautismo italiano.
Forse è venuto il momento di osare di più; forse è possibile pensare ad una FIS (Federazione Italiana dello Scautismo) che esca da un “bipolarismo perfetto” per aprirsi a tutte le principali esperienze dello scautismo italiano giovanile ed adulto.
Quella è la sede in cui potrebbe prendere forma e vita quello “scautismo per tutta la vita” che noi pensiamo essere la profezia dello scautismo in questo tempo.
4.3.2 – Vita nella Chiesa
Dopo l’approvazione del nostro Statuto da parte della Conferenza Episcopale Italiana (9 febbraio 2012), ma soprattutto, a partire dall’incontro con mons. Mariano Crociata a Principina e dalla sua memorabile omelia, si sono fatti più stabili e frequenti i nostri rapporti con la Conferenza Episcopale Italiana grazie anche alla silenziosa ma costante opera del nostro Assistente Ecclesiastico Nazionale.
Abbiamo partecipato con assiduità e portando il nostro contributo alla Consulta Nazionale delle Aggregazioni Laicali, a Retinopera (la Rete promossa dalla CEI delle organizzazione cattoliche al livello nazionale impegnate nel sociale), al Copercom (il Coordinamento delle associazioni cattoliche per la comunicazione).
Abbiamo stabilito rapporti di amicizia con i dirigenti delle diverse realtà dell’associazionismo cattolico, ed anche con realtà di credenti che vivono alla “periferia della Chiesa”. Basta citare la nostra partecipazione dal 2010 insieme a altre 19 aggregazioni di ispirazione cristiana alla realizzazione del “Testo Personale” promosso dall’Azione Cattolica per l’anno liturgico, la nostra partecipazione all’iniziativa dell’Azione Cattolica e della FOCSIV nel progetto “Beyond 2015: per il mondo che vogliamo”, la partecipazione costante alle Marce della Pace promosse dalla Comunità di S.Egidio, la partecipazione e la testimonianza di tante realtà del mondo cattolico (ACLI, Azione Cattolica, Focolarini, Equipes Notre Dame, la Rosa Bianca, FOCSIV,..) ai nostri Convegni degli Assistenti Ecclesiastici ; abbiamo recentemente contribuito alla realizzazione del film “L’anima attesa” dedicato a don Tonino Bello, promosso da Pax Christi.
4.3.4 – Vita nella società italiana
Abbiamo iniziato ad aprire un dialogo con le istituzioni italiane; il segno più importante è stato il saluto del Presidente della Repubblica alla Conferenza Mondiale di Como. Abbiamo aderito a LIBERA per dare maggiore rilievo al nostro impegno per la legalità, abbiamo aderito alla Tavola della Pace per continuare a testimoniare il nostro impegno per la pace e la solidarietà tra i popoli.
È un cammino appena avviato ma che dovrà continuare nel futuro.
4.4 – Le funzioni prioritarie
4.4.1 – La comunicazione
In questi tre anni abbiamo dato nuovo impulso alla Comunicazione, cercando di utilizzare tutti gli strumenti che le nuove tecnologie mettono a disposizione
Questo è avvenuto grazie all’impegno del Direttore della Rivista e dell’Incaricata al Sito Internet con l’indirizzo e la collaborazione della Commissione Ceschi. Il Consiglio Nazionale ha cercato di razionalizzare gli interventi affidando al Direttore della Rivista il compito di Coordinatore della Comunicazione.
Abbiamo cercato di creare una “rete degli Incaricati regionali alla Comunicazione” realizzando due incontri per sottolineare il ruolo fondamentale della comunicazione e per giungere a condividere strumenti e modalità di lavoro.
Oggi il movimento dispone di una molteplicità di strumenti:
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l’insostituibile rivista “Strade Aperte” che continua nello sforzo di fare un giornale sempre più leggibile che sia segno di appartenenza e di identità del movimento ma anche vetrina verso l’esterno
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continua la pubblicazione dei Quaderni monografici (anche in questo triennio ne saranno pubblicati sei) che affrontano i temi sui quali con maggiore impegno stiamo lavorando e riportano il lavoro svolto negli eventi nazionali.
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La bella e importante novità è rappresentata dalla nascita della collana “Foulard Azzurro” nella quale abbiamo pubblicato i tre libri “Un’avventura che continua”, “Con noi sulla strada” e “Noi, la società e il mondo”. Questi libri rappresentano la sintesi delle “tracce” che eravamo impegnati a costruire e che sono stati realizzati con un impegno collegiale di tanti seguendo le indicazioni del Consiglio Nazionale. Essi hanno ricevuto un ampio apprezzamento non solo all’interno del nostro movimento, ma anche dal mondo dello scautismo giovanile e da persone esterne alla realtà scout.
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Il nostro Portale www.masci.it è sempre più bello e apprezzato: ne è prova l’alto numero di accessi ed esprime il diario quotidiano della vita del movimento rappresentando la nostra “gazzetta ufficiale”. E’ lo strumento per facilitare tutti gli adempimenti associativi ed il collegamento con tutte le realtà a noi vicine.
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Abbiamo creato la nostra rivista on-line www.stradeaperteonline.it. Pensavamo che potesse essere il luogo di presentazione di tutte le attività che si realizzano nelle comunità e nelle regioni, che potesse essere il luogo del confronto di idee. Forse dovremo ripensarne l’impostazione, anche accogliendo suggerimenti provenienti da più parti, perchè non sembra rispondere attualmente alle aspettative.
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Partecipiamo a Facebook e Twitter con pagine ed account dedicati. E’ un tema molto delicato, sono luoghi dai quali forse non si può essere assenti, ma forse vanno seguiti con maggiore attenzione per evitare quelle che il sociologo Aldo Bonomi chiama le “patologie dell’ignobile”. Occorre evitare che sotto il nostro logo prezioso si avventurino dibattiti estranei alla nostra identità, nelle forme e nei contenuti.
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Le liste di posta elettronica con il suffisso …@masci.it rappresentano oggi il più semplice e rapido strumento di comunicazione tra le diverse realtà del MASCI.
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Il Consiglio Nazionale ha infine reso operativa la procedura, prevista da una mozione approvata all’Assemblea di Principina, per la comunicazione tra i diversi livelli del movimento, relativamente a tematiche di grande attualità, a idee progettuali, a gesti collettivi, anche simbolici, di grande valore testimoniale.
A tutto questo si deve aggiungere la grande quantità di strumenti di comunicazione, alcuni di notevole qualità, realizzati al livello regionale ed anche da molte comunità.
Anche se continuiamo a sentire la necessità di una più ampia e significativa presenza verso il mondo esterno, poco comunichiamo di noi e delle nostre realizzazioni; abbiamo sperimentato la creazione di un Incaricato alle Relazioni esterne, è stata un’esperienza di breve durata che va riproposta.
Siamo infatti in presenza di una rete che se riuscisse a essere coordinata rappresenterebbe una forza formidabile di comunicazione verso l’interno e l’esterno de movimento.
Tuttavia io resto convinto che il primato della comunicazione vada assegnato alla comunicazione “faccia a faccia”: la conversazione, il dialogo, il rapporto educativo, la comunicazione nel piccolo gruppo, ma anche quella in gruppi più numerosi: le lezioni, i seminari, i convegni che consentono una relazione diretta ed una interazione vera. Una società atomizzata, una società di soli individui, una società che si affida totalmente e acriticamente alla tecnologia, rischia di perdere questa funzione fondamentale. Perché lavorare per un mondo diverso e migliore richiede “pensiero critico” e “intelligenza collettiva” fatta di responsabilità, di cultura, di competenza. Promuovere questo “pensiero critico”, questa “intelligenza collettiva” è primaria responsabilità del MASCI, e in questo la comunicazione svolge un ruolo fondamentale.
lavorare per un mondo diverso e migliore richiede “pensiero critico” e “intelligenza collettiva” fatta di responsabilità, di cultura, di competenza; promuovere questo “pensiero critico”, questa “intelligenza collettiva” è primaria responsabilità del MASCI, ed in questo la comunicazione svolge un ruolo fondamentale
4.4.2 – Sviluppo
Per riflettere seriamente sullo sviluppo quantitativo del movimento occorre prima esaminare i dati, anche se sarebbe necessaria una analisi più approfondita
|
|
|
Adulti Scout |
|
|
||
|
|
|
|
|
|
||
|
|
2007 |
2010 |
2013 |
diff. 2013-2007 |
||
|
|
|
|
|
|
||
Abruzzo |
|
153 |
132 |
167 |
14 |
||
Basilicata |
|
44 |
74 |
81 |
37 |
||
Calabria |
|
289 |
333 |
374 |
85 |
||
Campania |
|
412 |
446 |
479 |
67 |
||
Emilia R. |
|
704 |
654 |
648 |
-56 |
||
Friuli |
|
175 |
188 |
159 |
-16 |
||
Lazio |
|
440 |
529 |
473 |
33 |
||
Liguria |
|
339 |
340 |
304 |
-35 |
||
Lombardia |
472 |
537 |
486 |
14 |
|
||
Marche |
|
319 |
283 |
270 |
-49 |
||
Molise |
|
41 |
40 |
26 |
-15 |
||
Piemonte |
|
216 |
275 |
276 |
60 |
||
Puglia |
|
370 |
345 |
370 |
0 |
||
Sardegna |
|
78 |
105 |
114 |
36 |
||
Sicilia |
|
394 |
439 |
528 |
134 |
||
Toscana |
|
203 |
197 |
181 |
-22 |
||
Trentino |
|
182 |
144 |
126 |
-56 |
||
Umbria |
|
100 |
108 |
96 |
-4 |
||
Valle d’Aosta |
27 |
23 |
26 |
-1 |
|
||
Veneto |
|
914 |
873 |
931 |
17 |
||
|
|
|
|
|
|
||
|
|
5872 |
6065 |
6115 |
243 |
||
|
|
|
|
|
|
||
|
|
|
|
|
|
||
|
|
|
Comunità |
|
|
||
|
|
|
|
|
|
||
|
|
2007 |
2010 |
2013 |
diff. 2013-2007 |
||
|
|
|
|
|
|
||
Abruzzo |
|
9 |
8 |
9 |
0 |
||
Basilicata |
|
2 |
4 |
4 |
2 |
||
Calabria |
|
14 |
15 |
17 |
3 |
||
Campania |
|
22 |
24 |
27 |
5 |
||
Emilia R. |
|
39 |
37 |
38 |
-1 |
||
Friuli |
|
10 |
10 |
9 |
-1 |
||
Lazio |
|
28 |
32 |
33 |
5 |
||
Liguria |
|
16 |
16 |
16 |
0 |
||
Lombardia |
30 |
34 |
33 |
3 |
|
||
Marche |
|
14 |
14 |
15 |
1 |
||
Molise |
|
3 |
3 |
3 |
0 |
||
Piemonte |
|
12 |
17 |
18 |
6 |
||
Puglia |
|
18 |
17 |
18 |
0 |
||
Sardegna |
|
6 |
7 |
7 |
1 |
||
Sicilia |
|
20 |
22 |
26 |
6 |
||
Toscana |
|
9 |
9 |
11 |
2 |
||
Trentino |
|
10 |
9 |
8 |
-2 |
||
Umbria |
|
5 |
5 |
5 |
0 |
||
Valle d’Aosta |
2 |
2 |
2 |
0 |
|
||
Veneto |
|
48 |
50 |
58 |
10 |
||
|
|
|
|
|
|
||
|
|
317 |
335 |
357 |
40 |
||
|
|
|
|
|
|
|
|
Possiamo osservare una lieve crescita del numero dei soci che si assesta ormai stabilmente sopra le 6100 unità e una maggiore ma ancora limitata crescita del numero delle comunità .
Questi numeri indicano una sostanziale stabilità in questo momento di grande difficoltà. Alcuni segnali ci dicono che diverse comunità censiscono un numero minore rispetto alle persone che partecipano effettivamente alla vita della comunità perché anche la quota di censimento in determinate situazioni può rappresentare un problema.
Il Consiglio Nazionale, anche per questo, ha voluto dare un segno concreto di sensibilità istituendo un piccolo “Fondo di solidarietà” da destinare a chi realmente fa più fatica, perché nessuno sia escluso da questo “gesto di appartenenza”. Un esempio che dovrebbe essere assunto anche, e forse soprattutto, dalle comunità e dalle regioni.
Tuttavia questi numeri non ci soddisfano. Siamo convinti che sia molto più ampio il bacino di quanti possono essere interessati a una proposta di “scautismo per tutta la vita”.
In questa direzione si è mosso L’Incaricato allo Sviluppo del Comitato Esecutivo con la Pattuglia Sviluppo e con le indicazioni e la collaborazione della Commissione Antonacci inizialmente con gli Incontri Nazionali di Fara Sabina poi con le Botteghe Artigiane per lo Sviluppo realizzate in forma decentrata. Ne è nato un progetto chiamato “Missionari e Piloti” che ha individuato una strategia operativa, che riguarda soprattutto le regioni, ed ha avviato la creazione di coerenti strumenti di supporto.
Alcune regioni si sono già avviate su questo percorso ma sarà nel prossimo futuro che potremo vedere dispiegarsi l’efficacia di quanto sin qui progettato.
Abbiamo realizzato, con l’impegno congiunto della Commissione Ceschi e degli Incaricati alla Comunicazione del Comitato Esecutivo, il “Supporto multimediale per lo sviluppo” chiesto a Principina e che il Comitato Esecutivo presenta in via definitiva a Bardonecchia.
Sono convinto che con l’impegno di tutti, strutture nazionali, regioni e comunità, riusciremo a raggiungere quell’obiettivo che sogniamo da tempo: una comunità in ogni paese di almeno 5000 abitanti, una comunità in ogni parrocchia delle grandi città, una comunità di Adulti Scout accanto ad ogni gruppo dello scautismo giovanile AGESCI ed FSE
con l’impegno di tutti, riusciremo a raggiungere quell’obiettivo che sogniamo da tempo: una comunità in ogni paese di almeno 5000 abitanti, una comunità in ogni parrocchia delle grandi città, una comunità di Adulti Scout accanto ad ogni gruppo dello scautismo giovanile
4.4.3 – Formazione
Nel 2005 nacque l’intuizione dell’Arcipelago delle Opportunità che, recuperando la preziosa esperienza dei Seminari di Animazione, li superava nella convinzione di meglio rispondere ai bisogni degli Adulti Scout e delle comunità.
Il triennio 2007-2010 fu il periodo dell’elaborazione e della sperimentazione delle Isole della Scoperta, della Responsabilità e della Competenza grazie alla stretta sinergia della Commissione Mira con l’Incaricato alla Formazione del Comitato Esecutivo.
Il triennio che si sta concludendo è stato il periodo della piena attuazione di questa nuova architettura formativa ed ha visto il grande impegno dell’Incaricato alla Formazione, ma è stato forse l’ambito che ha visto maggiormente impegnato tutto il Comitato Esecutivo. La Commissione Mira e tutto il Consiglio Nazionale si sono correttamente limitati a svolgere un compito di verifica.
Questa fase di attuazione ha visto non solamente la realizzazione delle diverse Isole ma :
-
Sono state introdotte nell’Arcipelago le Rotte, con le quali si è inteso fornire a esperienze nate nelle regioni e consolidate nel tempo, un contesto formativo rivolto personalmente a tutti gli Adulti Scout. Pensiamo al Campo Bibbia nato a Trieste ma che interessa Adulti Scout di tante regioni, al treno di Lourdes che nasce in Calabria ma che lungo il suo percorso raccoglie pellegrini verso Lourdes da tutta Italia, alle Vie Francigene nate in Lombardia e Piemonte e oggi impresa nazionale che si avvia a giungere nel 2015 a Gerusalemme.
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Sono stati realizzati i Taccuini della Scoperta e della Responsabilità: strumenti solidi, coerenti con le tracce che abbiamo prodotto, e soprattutto utili per fornire un valido supporto a coloro che sono chiamati a svolgere un ruolo formativo.
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Sono stati realizzati gli Incontri dei Formatori a Casamari e Foligno nei quali si è verificato il cammino percorso e sono emerse indicazioni per dare maggiore efficacia a questo cammino.
Non possiamo tuttavia nasconderci una criticità: salvo forse quest’anno, il numero dei partecipanti nel triennio alle diverse Isole (le Rotte hanno tutt’altra dinamica) è stato nettamente inferiore alle attese e forse alle necessità; un elevato numero di Isole programmate sono state cancellata per mancanza di partecipanti.
Il problema esiste e deve essere affrontato.
Occorre superare l’idea di una “formazione per eventi” (tra l’altro troppo brevi e che spesso incidono solo al livello emotivo) per passare a una “formazione come processo” dove si arricchiscono con continuità conoscenze, competenze, abilità.
Questo presuppone un grande decentramento delle responsabilità.
Occorre superare l’idea di una “formazione per eventi” per passare a una “formazione come processo” dove si arricchiscono con continuità conoscenze, competenze, abilità.
E’ forse il momento di definire con maggiore chiarezza i ruoli:
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la responsabilità della realizzazione delle Opportunità, di tutte le Opportunità, delle Isole e delle Rotte probabilmente va affidata completamente alle regioni, compresa l’individuazione delle staff dei formatori.
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Sarà invece compito delle strutture di servizio al livello nazionale limitarsi a fornire alle regioni mezzi, strumenti, supporti (penso ai Taccuini) per garantire coerenza d’impostazione e qualità agli interventi proposti.
Occorre però che questo rappresenti veramente un “cambiamento di modello”, che non risponde solo a esigenze organizzative ma a una svolta strategica che ridefinisce il ruolo delle regioni e delle “strutture di servizio” al livello nazionale. Chiede alle regioni una più ampia assunzione di responsabilità ma allo stesso tempo è necessario promuovere al livello nazionale incontri di tutti coloro che si occupano di formazione, con la presenza di tutti i responsabili, a vario titolo, delle “Opportunità” dell’Arcipelago al livello regionale . Questi incontri saranno la fucina ed il crogiuolo di tutte le diverse esperienze: il luogo dove s’incontrano le esperienze delle Isole della Responsabilità e della Scoperta che, nate e definite al livello nazionale, trovano concreta applicazione nelle regioni, e il luogo dove si incontrano le esperienze delle Isole della Competenza e le Rotte che, nascendo nelle regioni soprattutto dall’esperienza dei Poli dell’Eccellenza, diventano patrimonio comune di tutto il movimento. Per essere realmente crogiuolo e fucina queste esperienze dovranno essere ripetute più di una volta l’anno e forse articolate per le diverse aree regionali.
la responsabilità della realizzazione delle opportunità, di tutte le opportunità, delle Isole e delle Rotte va affidata alle regioni, è compito invece delle strutture di servizio al livello nazionale fornire alle regioni mezzi, strumenti, supporti per garantire coerenza di impostazione e qualità agli interventi proposti.
4.5 – Funzioni operative
Abbiamo dedicato particolare attenzione a quei servizi che garantiscono solidità e autonomia alla nostra vita associativa.
4.5.1 – Economia e Finanza
Mi riferisco in particolare all’azione svolta dall’Amministratore, con la collaborazione dei Revisori dei Conti e del Tesoriere, nella gestione dei bilanci e delle nostre risorse finanziarie. Essa ha consentito, nonostante il peso della crisi economica, di contenere le nostre quote che, dall’introduzione dell’Euro a oggi, hanno subito solo lievi variazioni e da sette anni sono rimaste invariate a 40 Euro. Se solo avessimo applicato il tasso annuo di inflazione, come avviene in modo automatico nella maggior parte delle organizzazioni, oggi la nostra quota individuale avrebbe superato i 60 Euro. Quest’attenta gestione, non solo ha consentito questo contenimento reale delle quote, ma non abbiamo dovuto rinunciare a nessuna iniziativa e a nessun progetto. Addirittura il bilancio di quest’anno ci ha consentito di istituire quel piccolo “Fondo di Solidarietà” a favore delle situazioni in maggiore difficoltà.
In quest’opera di saggezza gestionale va associata la Cooperativa Strade Aperte che ci ha affiancato in ogni momento con i suoi servizi e con la sua intelligenza imprenditoriale.
4.5.2 – Organizzazione
Analogamente un particolare ringraziamento va all’Incaricato all’Organizzazione che ha curato tutti gli aspetti ordinari della vita delle strutture di servizio e la realizzazione logistica di tutti gli eventi nazionali. Un’azione silenziosa e nascosta ma insostituibile perché “l’organizzazione quando c’è non se ne accorge nessuno, ma quando non c’è se ne accorgono tutti”.
C’è un problema che stiamo affrontando ma che ancora non ha trovato una soluzione: spostare la Segreteria Nazionale in una sede più adeguata e più rispondente alle nostre necessità; stiamo esplorando alcune possibilità ma è un percorso difficile perché deve essere compatibile con le nostre risorse e le nostre disponibilità. Per questo abbiamo nominato un Direttore della Sede Nazionale che dovrà curare in particolare quest’aspetto, senza trascurare la funzionalità e l’operatività della sede attuale.
4.5.3 – Progetti e Imprese
Occorre ricordare i nostri progetti e le imprese nazionali seguite con una certa fatica dall’Incaricato Progetti e Imprese del Comitato Esecutivo perché queste realtà, orgogliose della propria identità, preferiscono rapportarsi direttamente al Presidente o al Segretario Nazionale.
Per brevità mi limiterò a ricordarli
4.5.3.1 – Il Centro Studi Mario Mazza in condivisione con l’AGESCI e il CNGEI, è la nostra più antica impresa nazionale che, dopo alcuni anni di difficoltà, sembra aver ripreso nuovo vigore e svolge un servizio fondamentale per “la memoria” dello scautismo italiano
4.5.3.2 – la Comunità Nazionale Foulard Blanc rappresenta a oggi l’unico settore congiunto tra AGESCI e MASCI, un luogo d’incontro e un’esperienza che testimonia con continuità la particolare esperienza di servizio al mondo della sofferenza. Abbiamo da tempo condiviso con la Comunità Nazionale Foulard Blanc un’esperienza di formazione, una Rotta, che si avvale del Treno per Lourdes organizzato dall’Opera Pellegrinaggi Foulard Blanc.
Tuttavia la cosa più rilevante è stata la modifica al Regolamento della Comunità Nazionale FB approvata dalla loro Assemblea che rende più stretto il rapporto della Comunità FB con le realtà associative di appartenenza e che richiede da parte di tutti noi una maggiore responsabilità e capacità di coinvolgimento nei confronti di questa particolare esperienza
4.5.3.3 – Vie Francigene e di Gerusalemme
Si è conclusa lo scorso anno con l’arrivo a Roma il cammino sulla Via Francigena che ha portato due gruppi di pellegrini scout dal Gran San Bernardo a Roma, percorrendo più di 1200 Km. Quest’anno è partita da Roma la Via di Gerusalemme che condurrà i pellegrini nel 2015 a Gerusalemme in occasione della conclusione delle celebrazioni del centenario dello scautismo cattolico.
Questa grande impresa e testimonianza concreta ha avuto il riconoscimento della CEI e ci vede partecipi a pieno titolo della associazione “Ad Limina Petri”.
Abbiamo recentemente proposto all’ISGF Europa di creare una “rete europea dei cammini di spiritualità”
Nella realizzazione delle Vie Francigene e di Gerusalemme va ricordato il fondamentale e insostituibile contributo organizzativo e il servizio di assistenza delle regioni del MASCI attraversate dai pellegrini, penso quest’anno al servizio del Lazio e della Campania e in particolare di alcune comunità.
4.5.3.4 – Centro Scout Sala
Il Centro Scout di Sala è oggi una realtà pienamente operativa grazie al contributo di tutte le comunità italiane ma operativamente in primo luogo del Lazio e delle Marche.
Il nostro sogno resta che Sala possa, in un giorno non troppo lontano, rappresentare la Kandersteg italiana, il polo di riferimento della Rete delle Basi Scout, soprattutto quelle promosse dal MASCI che stanno crescendo in tutta Italia, per uno “scouting d’eccellenza” dei giovani e degli adulti.
5 – VITA DELLE REGIONI
Dedichiamo quest’ultima riflessione alla dimensione regionale del MASCI. In questi sei anni sono stato invitato in quasi tutte le regioni per Incontri, Assemblee e Convegni.
Ho potuto osservare una ricchezza e una vitalità eccezionale che non sono state adeguatamente valorizzate ma rappresentano il futuro del nostro movimento. Facciamo fatica a leggerle nella rilevazione condotta annualmente con grande cura dalla Commissione Denti in collaborazione con l’Incaricata alle Nuove Tecnologie. Probabilmente è uno strumento da rivedere.
Questa ricchezza e questa vitalità diverranno patrimonio di tutti se si fondano su un principio di responsabilità nazionale delle regioni e delle comunità, evitando così il rischio sempre presente di un “policentrismo anarchico”, una responsabilità nazionale per la quale ogni comunità e ogni regione, partendo dal proprio territorio, pensa e opera localmente in una dimensione nazionale e mette ogni passo compiuto a disposizione del confronto e della sintesi da condividere tra tutti; una responsabilità nazionale che deve essere “guidata dalla generosità di proporre e condividere e non dalla pretesa di imporre”.
Questo è il senso che abbiamo dato fin dall’inizio all’idea della Rivoluzione Copernicana.
Tutto questo pone al centro il ruolo dei Segretari regionali.
Spesso si dice che il problema del MASCI è costituito dai Segretari Regionali poco rispettosi e coerenti con i compiti e le indicazioni provenienti dal livello nazionale.
Ho maturato la convinzione che quest’affermazione sia profondamente sbagliata. I Segretari Regionali, non solamente le punte di eccellenza, ma anche i più fragili e i meno dotati, rappresentano la vera “spina dorsale”, il vero “collante” del movimento. Svolgono il compito fondamentale di coinvolgere e armonizzare esperienze e realtà diverse e trasformarle in un patrimonio comune.
Si dice anche che “è necessaria una formazione specifica dei Segretari Regionali”. Se siamo convinti che la formazione è un processo continuo e di lunga durata, e non un insieme di eventi, allora l’azione quotidiana che i SR realizzano con le loro esperienze, le loro proposte, i loro contatti quotidiani, con le loro visite regolari alle comunità, con la loro partecipazione attiva e responsabile al Consiglio Nazionale, è un reale processo di formazione.
Per questo mi sembra sbagliato, quando in nome dell’efficienza, le strutture nazionali privilegiano i contatti diretti con gli Adulti Scout più brillanti, con le comunità più attive, scavalcando i Segretari Regionali.
Il luogo privilegiato della formazione dei Segretari Regionali è la loro azione quotidiana in regione che trova un momento di condivisione nel Consiglio Nazionale. Così il Consiglio Nazionale diventa il luogo della sintesi e della restituzione.
Questo è il “learning by doing” che ci suggeriva B-P
Il luogo privilegiato della formazione dei Segretari Regionali è la loro azione quotidiana in regione e che trova un momento di condivisione all’interno del Consiglio Nazionale. Così il Consiglio Nazionale diventa il luogo della sintesi e della restituzione.
Il “learning by doing” che ci suggeriva B-P
6 . PASSI DI DOMANI
Sono arrivato alla fine. Ora, rileggendo questa relazione, mi rendo conto, e mi stupisco, della grande quantità di lavoro che tutti insieme abbiamo realizzato, in questi tre anni: dalla comunità ultima nata al Consiglio Nazionale.
Alla fine di questo cammino, seguendo le tracce che abbiamo insieme individuato, siamo arrivati sulla riva del fiume.
E ora, che siamo arrivati sulla riva del fiume, quest’Assemblea Nazionale è chiamata, con grande responsabilità, a rispondere a due interrogativi:
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Vogliamo scegliere definitivamente di “andare oltre il ponte” così come ci indicano le nostre tracce? Oppure pensiamo di dover andare alla ricerca di un più agevole guado? O addirittura pensiamo di doverci fermare su questa riva?
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Se decidiamo di “andare oltre il ponte”, seguendo le tracce individuate, come riusciremo a camminare tutti insieme? di quale attrezzatura dovremo dotarci in modo che nessuno resti indietro, che nessuno si smarrisca?
Abbiamo individuato le tracce, ma ora occorre che tutti insieme ci avviamo sul cammino comune.
Abbiamo sparso i semi sul prato, ma ora occorre che fiorisca il giardino dove ognuno di noi possa trovare un luogo di conforto e da dove ripartire, per andare avanti con fiducia insieme con tutti coloro che sono disponibili a camminare con noi
Abbiamo cotto il pane, ma ora questo pane deve essere spezzato e condiviso , anche con coloro che incontriamo sulla nostra strada, pane cotto per il nutrimento di tutti.
Fuori di metafora l’interrogativo fondamentale è: queste tracce, questi semi, questi pani sono realmente penetrati nel vissuto e nell’esperienza di tutti gli Adulti Scout e di tutte le Comunità? Si sono tradotti in strumenti ed esperienze di metodo? Forse è il momento di dedicare un maggiore impegno alla profondità della vita delle comunità e alla condivisione tra tutti.
Allo stesso tempo non possiamo però fermarci perché “..siamo in cammino nella storia..” e la storia non si ferma ad aspettare.
è il momento di dedicare un maggiore impegno alla profondità della vita delle comunità, alla condivisione tra tutti, agli strumenti e al metodo.
Allo stesso tempo non possiamo però fermarci perché
“..siamo in cammino nella storia..”
e la storia non si ferma ad aspettare.
Queste sono le sfide alle quali quest’Assemblea dovrà dare risposte incarnate nel nostro tempo, mantenendo la nostra identità e la nostra missione, sfide fondate sull’educazione per tutta la vita, fondate su un “essere” operoso e responsabile che rifiuta il “fare” frenetico e soprattutto il vuoto “apparire”.
La nostra sfida è fondata sull’educazione per tutta la vita e su un “essere” operoso e responsabile che rifiuta il “fare” frenetico e soprattutto il vuoto “apparire”
Rileggendo con attenzione questa relazione diventa evidente che in questi anni abbiamo scelto una strada esigente ed impegnativa, una strada che oggi ci chiede di assumere personalmente e come movimento decisioni non facili e meditate, perché scegliere la strada dello “scautismo per tutta la vita” è una sfida vera, perché qui è il senso di andare “oltre il ponte”.
Educare è, infatti, come dice l’Enciclica dei due Papi,
“ Trasformare il mondo, illuminare il tempo”
Sono così giunto al termine di questa lunga ma doverosa relazione; è il momento di dire a tutti voi grazie per tutto quanto mi avete donato e per avermi aiutato a scoprire che, come dice Papa Francesco nella sua ultima Enciclica,
“..in ogni uomo c’è una benedizione per me..”.
Buona Strada
Riccardo Della Rocca
Presidente Nazionale
Condivisa con il Consiglio Nazionale-Casale Sant’Anna di Sala il 20 settembre 2013
“..in ogni uomo c’è una benedizione per me..”.