Paleariza: viaggio nella Calabria Greca
Pucambù, l’Agenzia per lo Sviluppo del Turismo Rurale della Calabria Greca e il GAL Area Grecanica – Gruppo di Azione Locale, in collaborazione con l’Unione Europea, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali e la Regione Calabria, organizzano il Festival Paleariza 2013: Viaggio nella Calabria Greca. La Festa dei Catoj. Palizzi 29 novembre – 1 dicembre 2013
In occasione del Festival Paleariza Inverno 2013 l’Agenzia Pucambù propone un viaggio nella Calavrìa Greca, territorio sulla punta estrema dell’Italia, che declina dalle montagne dell’Aspromonte verso il mare Jonio, e dove da millenni vivono i Greci di Calabria. Una terra bellissima, dove natura e cultura raccontano di una civiltà antica che si è tramandata nei secoli di famiglia in famiglia, dove nei borghi interni si parla ancora il grecanico, la lingua dei Greci di Calabria.
Un viaggio di tre giorni tra gli antichi borghi della Calavrìa Greca dove i ritmi della vita quotidiana sono ancora lenti ed il tempo sembra essersi fermato, un viaggio nella storia e nella cultura dei Greci di Calabria per scoprirne le antiche radici e l’ospitalità. Per il programma completo visita il sito:
Al centro del viaggio il Borgo di Palizzi, il cui nome deriva probabilmente dal bizantino “Politzion”, ovvero “piccola città”. Il Borgo è incantevole, con il suo insediamento che sembra cesellato nella roccia. Dal punto di vista artistico, Palizzi offre chiese di grande interesse, come quella di S. Anna, dotata di una cupola Bizantina o quella costruita in onore della Madonna di Carmelo, che si trova nella Contrada Carmine. Importante, inoltre, il Castello che domina l’intero insediamento. La sua tipologia è quasi identica a quella originaria anche se si possono notare numerose sovrapposizioni di elementi architettonici di vari periodi.
Di particolare interesse è la frazione di Pietrapennata, circondata da un paesaggio montano di austera bellezza. La chiesetta interna a questa frazione conserva una pregiata statua, di scuola gaginesca, della Madonna dell’Alica, una volta parte integrante di un santuario bizantino di cui i ruderi sono ancora presenti.
Un’altra caratteristica del Borgo di Palizzi sono i Catoj, i locali seminterrati dove i contadini custodivano le botti di vino rosso, oggi conosciuto come IGT Rosso di Palizzi, uno dei più rinomati vini rossi della viticoltura calabrese.
Da questi locali prende il nome la nostra Festa, una festa per stare insieme, con tanta buona musica, girovagando per gli antichi borghi, tra vigneti e cantine, il tutto all’insegna del vino, della cucina grecanica e soprattutto dell’ospitalità e dell’accoglienza della nostra gente.
Il Borgo di Pentedattilo (dal greco Pentedàktylos, cinque dita), vero gioiello etno-architettonico che mantiene inalterato il suo fascino, sorge arroccato sulla rupe del Monte Calvario, dalla caratteristica forma che ricorda quella di una ciclopica mano con cinque dita e da cui deriva il nome.
Il Borgo di Pentedattilo è, da decenni, al centro dell’azione di numerose organizzazioni di volontariato che ne promuovono la tutela e la valorizzazione attraverso iniziative culturali ed eco-pacifiste.
Bova (Vua), posta a 820 metri sul livello del mare, è il più importante e ben conservato centro storico della Calabria Greca ed è inserito tra i Borghi più Belli d’Italia.
Bova è definita da sempre anche “I Chora” avendo rivestito una grande importanza amministrativa e religiosa sin dall’epoca bizantina. Tra i vari racconti, che affondano le loro radici nel mito, il più noto racconta che sulla roccia su cui si erge il castello sia stata scolpita la pianta di un piede umano: la tradizione vuole che quest’orma appartenga a una regina (Oichista) venuta con la sua gente a fondare il paese.
Le sue piccole dimensioni, comunque, non rendono l’esatta idea della sua lunga ed articolata storia sia di sede arcivescovile, che di vera e propria capitale amministrativa posta al centro fra Gerace e Reggio Calabria. Il Castello normanno, risalente al secolo X-XI, è posto su un’altura da cui si può ammirare tutto l’arco costiero, mentre di particolar pregio sono i palazzi nobiliari (Palazzo Nesci e Palazzo Mesiano), la Cattedrale (o Chiesa di S. Maria Isodia) dove è custodita in una nicchia del coro una bella statua in marmo raffigurante la Madonna col Bambino, attribuita all’artista Rinaldo Bonanno.
Altrettanto importanti risultano essere le altre Chiese: la Chiesa di S. Leo, costruita nel 1606, che custodisce una statua del Santo in marmo risalente al 1582, un suo reliquiario e degli arredi sacri di considerevole valore; la Chiesa di S. Caterina, che mantiene ancora il portale in pietra di concezione rinascimentale, i ricchi stucchi, i marmi dell’altare maggiore; la Chiesa dell’Immacolata, caratterizzata all’esterno da un portale in pietra ed al suo interno dalla presenza di stemmi e iscrizioni.