Adulti Scout: prima chiacchierata
I chiacchierata – L’adulto scout o lo scout adulto, adulto non nel senso che ha perfettamente metabolizzato Legge e Promessa e ne ha fatto un costume di vita, il che può essere riconoscibile nel Rover che prende la “partenza” ed entra nella vita adulta a pieno titolo e consapevolezza, ma adulto, come uomo o donna, che misura la sua dignità umana, morale, professionale, familiare e sociale in un contesto molto più complesso e problematico del Gruppo scout.
Contesto all’interno del quale l’adulto, che ha acquisito nei suoi anni giovanili un certo stile di vita, unitamente alla maturazione interiore di Valori ritenuti qualificanti della personalità umana, può di certo essere una cellula attiva e vitale, anzi per l’educazione vissuta in età giovanile non può che esserlo, ma le difficoltà non sono poche e spesso il compromesso ne è la sola, possibile soluzione.
Da ciò l’opportunità di fare comunità di uomini e donne, che agiscono e ragionano da grandi, che uniscono e raffrontano le singole esperienze e problematiche, che fanno del loro stare assieme un utile, valido, concreto supporto sia per una lettura spassionata e disinteressata della società in cui vivono, sia per essere di fraterno sostegno e incoraggiamento a un qualche singolo della comunità non del tutto autonomo di fronte alle avversità della vita.
Vivere la comunità, in comunità, per la comunità è come concretizzare lo spirito di servizio al quale siamo stati educati da giovani, ed è ovvio che tale disposizione d’animo (lo spirito di servizio) oltre che consapevole scelta di vita è innanzitutto rivolta a chi ci è più vicino, a chi ci è seduto accanto.
Il problema sorge quando la comunità, forte del comune sentire Ideali e Valori, è portata ad assolutizzare le proprie scelte come le sole e uniche possibili da percorrere per un mondo migliore. Di fatto il rischio è vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro, senza accorgersi della trave nel proprio.
E’ un chiudersi nel proprio guscio al riparo da ogni pericolo, è sfuggire la problematicità della propria esistenza e i non pochi controsensi del mondo terreno. La sola certezza dello scout adulto è la fede in Dio e il credere fermamente alla Sua parola, relativamente alle proprie forze umane, ma con la assoluta convinzione di non essere mai abbandonati, nonostante incomprensibili apparenze.
Quello di “entrare nella Storia” personalmente lo ritengo una presunzione che non ho, sarei felicissimo se Dio mi concedesse la capacità di lasciare questo mondo un po’ migliore; a parte che a rilevare una qualche orma di un mio passaggio dovrebbe essere qualcuno dopo di me, per cui comunque non potrei averne conoscenza.
Teofilo Maione – MASCI RC 4