Adulti Scout: XIV – XV – XVI Chiacchierata
Avere scienza, cioè conoscenza della natura, è propedeutica alla conoscenza della città. Tento di spiegarmi o cerco di chiarire ciò che dico: La natura è un dono di Dio, va dunque educatamente accettata e doverosamente rispettata, anche perché gratuita e soprattutto finalizzata alla felicità dell’uomo. Fare violenza alla natura è come fare violenza a se stessi. Averne scienza aiuta a valorizzarne la funzione, a goderne nel modo più appropriato, ad apprezzarne le qualità che non sono fine a se stessi,ma alla vita.
Abusarne è come andare contro l’universo, è come andare contro Dio, comunque per i non credenti è un andare contro i propri interessi. Conoscere la natura è come conoscere se stessi; roba non da poco, ma per quanto difficile possa essere è un’incombenza da cui non ci si può esimere, sempre che si abbia come fine il realizzarsi al massimo delle proprie potenzialità e nel contempo darsi piena ragione del creato da cui siamo circondati e in cui ci muoviamo.
L’alternativa è ovviamente appiattirsi su se stesso, negando di fatto il Valore di cui sono portatori l’uomo e la natura. Detto questo non si può negare che il gioco e l’avventura di un adulto è la vita con i suoi alti e bassi, piaceri e sofferenze, responsabilità e impegni, soddisfazioni e dolori.
Un adulto, se vuole, può anche considerare la vita un gioco o un’avventura, anzi buon per lui se lo può fare, generalmente però dalla famiglia al lavoro, all’avvenire dei figli, alla possibilità di realizzarsi professionalmente e moralmente sono tappe cariche di tensione e difficoltà che la società dei tempi nostri più che agevolare appesantisce, sempre che non impedisca.
Avere conoscenza del creato è fondamentale rispetto alla crescita umana, morale, sociale e politica, ma, in età adulta non può essere un gioco o un avventura. Deve essere un impegno di vita responsabile e consapevole, perché in ultima analisi non si può che scantonare nel grande mistero del disegno divino.
Serenità e fiducia sono le basi su cui costruire, coscienza dei propri limiti ma anche delle proprie potenzialità sono la strada da percorrere, fede in Dio è un infinita risorsa di coraggio e di operosità.
Il fare comunità è di stimolo e di sostegno all’intento di essere sempre più se stessi e di guardare gli altri come se stessi, con lo stesso amore e lo stesso bene.
Teofilo MAIONE
MASCI RC 4