Adulti Scout: XX, XXI e XXII chiacchierata
Che gli adulti, o almeno alcuni di loro, andrebbero educati è forse vero, generalizzare mi pare eccessivo e presuntuoso. Gli adulti si suppone abbiano avuto una fanciullezza, una adolescenza e una giovinezza, fasi della vita in cui si costruisce il carattere, si matura la personalità, si acquisisce uno stile di comportamento che segnerà per sempre la nostra identità. Anche se, finchè non giunge la morte, si continua a crescere, a fare esperienza, a potenziare sempre di più e meglio le qualità che Dio ci ha concesso.
Parlare di educazione degli adulti potrebbe addirittura essere fuorviante e divenire una specie di alibi per chiudersi in se stessi in attesa di chissà quale perfezionamento umano, sociale , spirituale. Insomma. invece di dare (servizio), ci si aspetta di avere, non di agire responsabilmente così come un adulto sarebbe chiamato a fare.
La precarietà, l’incertezza, il disorientamento ,la paura, sono fenomeni o aspetti caratteristici di ogni società, oggi forse accentuati, ma vanno letti in termine di scienza e con carattere sistematico, non tanto per se stessi in quanto tali, né in relazione al mondo adulto, bensì per rendere più agevole e meno accidentata la strada ai più giovani.
Insomma trovo naturale che ogni individuo curi la propria personalità, abbia riguardo per i propri interessi, non si adagi su quanto realizzato e continui la sua realizzazione umana, morale, e spirituale, (cammino peraltro che non può essere che individuale), (inoltre è il costume ereditato dall’educazione scout), ma un adulto non deve mai dimenticare che è una testimonianza per i giovani e che sarebbe suo dovere o suo compito non muoversi mai , quanto meno, soltanto per se stesso.
Porsi di fronte ai grandi temi dell’universo: l’energia, l’alimentazione, le risorse idriche, lo sviluppo, il sottosviluppo, l’ambiente, la salute, ecc. con obiettività, superando gli interessi di parte, avendo come scopo il bene comune, potrebbe essere un utile servizio.
Gli scout sono abituati ad essere leali, a rendersi utili al prossimo in modo disinteressato, ad essere veritieri ed onesti.
Sono anche abituati a far bene, e fino in fondo, ciò a cui si dedicano, per cui si suppone che ogni servizio intrapreso abbia il carisma della competenza, della professionalità, della gratuità.
Queste premesse farebbero delle nostre comunità dei luoghi privilegiati per affrontare ogni problematica umana, morale, spirituale, politica, sociale, ecc., nella forma più obiettiva e disinteressata, oltre ogni possibile individualismo di parte.
A ciò si aggiunge la nostra educazione alla generosità, all’impegno, alla responsabilità verso se stessi e verso gli altri.
Senza tuttavia dimenticare che siamo adulti, così come la visione dell’uomo e del mondo deve avvenire da adulti, cioè uomini e donne che vivono e agiscono in un mondo di adulti e per conseguenza ne devono attivamente affrontare positività e negatività con la necessaria concretezza e lucidità mentale.
Teofilo MAIONE
MASCI RC 4