Adulti Scout: XXV chiacchierata
Cittadino è l’abitante di una città; la cittadinanza è l’appartenenza di una persona a uno Stato, con i diritti e i doveri che da ciò derivano. Dunque il cittadino nel reclamare il proprio diritto di fronte alla Legge, non si sottrae parimenti al proprio dovere civico di fronte alla comunità. Il partire dagli ultimi, la fraternità, la solidarietà, l’uguaglianza, l’accoglienza sono più consoni allo spirito cristiano che non alla burocraticità giuridica. Si tratta di un atteggiamento morale che va oltre il limite del Diritto.
Bisogna perciò innanzitutto volerlo e poi realizzarlo: “Partire dagli ultimi” è un proposito encomiabile, ci vuole disposizione d’animo, apertura umana, completa dedizione verso il prossimo, possibilità di risolvere un problema dopo un primo approccio approssimato e non definitivo.
“Gli ultimi” sono i più poveri, i più bisognosi, i più indigenti, ma anche i più in crisi esistenziale, sono quelli che la società mantiene ai margini o peggio preferirebbe liberarsene.
Il compito è tanto vasto, quanto spiritualmente elevato; ma se ne ha la forza di affrontarlo nella sua cruda realtà, dedicando ad esso quanto serve senza alcuna riserva?
Ho in mente Madre Teresa di Calcutta !
Può essere che una comunità razionalizzando gli sforzi di ognuno dei componenti e integrandoli tra loro ci possa riuscire.
Ma deve programmarlo e pianificare risorse e soluzioni.
Intendo non l’intervento gioioso nella ricorrenza di una festività, ma un impegno costante e nel tempo.
I cristiani in quanto figli di un unico Padre sono tutti fratelli, ma davvero questo rapporto di fratellanza è avvertito e soprattutto praticato ?
La stessa solidarietà che pure è un legame molto più blando della fratellanza, a voler essere onesti, non sempre è possibile praticare, anche se si rimane rammaricati.
Insomma lo scoutismo ci ha abituati più che al dire a fare, ma il fare è di certo più impegnativo del dire, e il mondo adulto spesso parla, anche troppo, ma al momento di agire un qualche impegno lo impedisce!
L’uguaglianza è già un problema di fronte alla Legge,figuriamoci di fronte alla Società; e per quanto riguarda l’accoglienza, non avrei da dire, se non che se ne deve avere la possibilità.
Vorrei che queste problematiche venissero affrontate con la realistica concretezza che meritano e in qualche modo risolte.
Non si tratta di un dovere di cittadinanza, ma di apertura umana e amore del prossimo; non è un dovere ma una missione.
Teofilo MAIONE
MASCI RC 4