Attingendo a sorgenti di acqua pura…
Riflessioni sull’esperienza di ReggioNonTace a Polsi
Domenica 3 luglio u.s., il Movimento Reggio Non Tace, nell’ambito del consueto Tredelmese, attività a cadenza mensile finalizzata al risveglio delle coscienze, ha organizzato un incontro a Polsi al fine di “parlare” al cuore delle donne calabresi e, in particolare, delle donne appartenenti a famiglie ‘ndranghetiste, nell’intento di costruire insieme un percorso nuovo che riscatti il nostro territorio, facendo prevalere la gioia sul dolore, la speranza sulla disperazione, la vita sulla morte. Per l’incontro è stato scelto il santuario di Polsi perché particolarmente caro a noi reggini: un luogo sacro profanato da uomini violenti che, con l’impegno di tutti “attingendo a sorgenti di acqua pura” può divenire occasione di rinascita per l’intero territorio.
I numerosi partecipanti sono giunti a Polsi a piedi, accompagnati dalle esperte guide del CAI e monitorati dal servizio Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, dopo aver percorso sentieri di montagna. Quella montagna, maestra di vita che tanto continua ad insegnare ai suoi figli ed alle sue donne, ci insegna la bellezza del fare strada insieme, della vetta raggiunta con il sudore e la fatica, passo dopo passo, superando difficoltà e pietre d’inciampo, perché quanto conquistato con l’impegno ha un valore di gran lunga superiore…
Infatti, il messaggio rivolto dal Movimento Reggio Non Tace in tale occasione, è stato un appello all’assunzione di responsabilità indirizzato a tutte le donne di Calabria, dove le donne stesse possono essere protagoniste del cambiamento, nella certezza che l’impegno per la legalità non riguardi solo le forze dell’ordine, la magistratura e le associazioni che vi si dedicano, ma tutti noi, personalmente e singolarmente.
Alla lettura della “Lettera aperta alle donne” presentata dal Movimento Reggio Non Tace nell’arena adiacente il santuario, alla presenza di molti pellegrini, è seguito l’intervento del Vescovo Morosini. Il Vescovo della diocesi di Locri e Gerace, ormai conoscitore attento della propria diocesi e sprone verso l’unica via che può portare alla salvezza del territorio amato e curato, non ha esitato a condividere l’esperienza fino ad indossare sull’abito la maglietta del Movimento Reggio Non Tace… quasi a voler incarnare sulla propria persona quell’essenzialità, disponibilità e condivisione senza remora alcuna, segnale di una Chiesa che vuole risvegliarsi per essere testimone e segno di speranza.
A seguire la testimonianza di un giovane magistrato, Antonella Crisafulli, che con semplicità, indossando jeans e maglietta donata dal Movimento, ha raccontato di aver scelto quale sede operativa Reggio Calabria anche perché stimolata e sostenuta dalla società civile. Quindi ha parlato una donna Sovrintendente della Polizia di Stato in servizio nella locride che, nel portare i saluti del Questore Casabona, ha testimoniato la presenza di uno Stato che si sforza di essere “accanto”.
Dopo la lettura della Carta etica della montagna, redatta anni addietro dai responsabili dell’Ente Parco dell’Aspromonte, personale dell’Afor, che ha collaborato attivamente alla manifestazione, ha piantato un castagno simbolo di “vita nuova”: possa crescere forte e grande, protetto dall’aiuola realizzata con le pietre portate dai partecipanti, pietra su pietra: ognuno ha posato la propria, a simboleggiare la volontà all’impegno di suddividerne il peso, ognuno personalmente e responsabilmente, perché questa nuova storia da tanti agognata possa essere realizzata.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo a sacco, brani e poesie si sono alternate a musica e tarantelle maestralmente eseguite da suonatori del posto.
Mimmo Martino, noto cantautore dei Mattanza, ha voluto comporre per l’occasione un testo che presto sarà musicato per Reggio Non Tace.
Le note del “cantu a ballu”, diffondendosi nel caldo meriggio di Polsi, hanno riunito mani e corpi in danza, sollevando i cuori nella speranza di un futuro nuovo, speranza che diviene certezza per chi ha scelto di non tirarsi indietro solo perché per molti, forse per troppi, è ancora troppo poco.
Reggio Calabria, 4 luglio 2011
Maria Laura Tortorella
Comunità Masci RC 4 Mons. G. Ferro