Categoria: Articoli

0

Il compleanno del MASCI

Il 18 Giugno 1954 prendeva vita presso la Domus Pacis, a Roma, il MASCI (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani) con la firma da parte delle allora Compagnie di San Giorgio del documento “fondativo”. A sessant’anni di distanza, il 22 giugno 2014, il MASCI ha voluto solennizzare l’anniversario l’avvenimento con una sobria, ma sentita, cerimonia con l’apposizione di una targa nel luogo dove il Movimento ha visto la luce. Sonia Mondin, Presidente Nazionale, ha ricordato nel suo intervento, come era l’Italia sessant’anni fa e i problemi e le speranze dell’oggi, mentre Luigi Cioffi, Segretario Nazionalio, ha illustrato le iniziative programmate per celebrare l’anniversario, che culmineranno nella “festa” di Sacrofano (Roma) il 6-8 novembre prossimo e con l’auspicato incontro con Papa Francesco.

0

Ecolandia, incontro con Don Ciotti

Parco di Ecolandia, 4 maggio: Incontro con don Luigi Ciotti

Domenica 4 maggio, a Reggio Calabria presso il Parco di Ecolandia, si è tenuto un incontro con don Luigi Ciotti Fondatore di Libera, di ritorno da Petilia Policastro (KR), dove aveva ricordato Lea Garofalo. Nell’occasione Francesco Spanò, referente cittadino, ha presentato il percorso in itinere a Reggio Calabria, con particolare attenzione ai Presidi di Scilla, Bagnara e Melito, al lavoro con l’Università Mediterranea, ai gruppi di approfondimento sulla memoria e sui campi di lavoro, all’attenzione alle periferie. Lo fa ribadendo l’importanza del coinvolgimento di tutti, chiede impegno, propone di fare meglio e  di fare presto! Sensibilizza tutti a partecipare all’epilogo dell’importante processo Meta, la cui sentenza, attesa proprio in questi giorni, potrebbe segnare una svolta senza precedenti per la nostra città.

0

Dalla ‘ndrangheta si può uscire, per sempre

Pubblichiamo un articolo scritto da Peppe Angelone, Consigliere Nazionale del MASCI e Adulto Scout della nostra Comunità MASCI Reggio C. 4, scritto per il settimanale “l’Avvenire di Calabria”.

“Dalla ‘ndrangheta si può uscire, liberarsene per sempre”

“Se proprio non potete farlo voi, almeno tenetene fuori i vostri figli”. Così don Italo Calabrò in una delle sue omelie rivolte agli ‘ndranghetisti li invitava a far si che almeno i giovani, i figli non rimanessero incastrati per sempre nelle maglie senza speranza della criminalità organizzata. Da qualche anno il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria ha preso l’iniziativa di allontanare dalla famiglia quei ragazzi il cui destino altrimenti sarebbe già segnato, avviandoli ad un percorso di affrancamento dalla mentalità, dalla cultura e dalla schiavitù criminale. Ragazzi incolpevolmente segnati dalla provenienza da famiglie e da contesti pesantemente coinvolti negli intrecci criminali che hanno distrutto la nostra terra e la vita dei loro familiari.

Questa coraggiosa iniziativa in buona parte ascrivibile alla determinazione di Roberto Di Bella, Presidente del Tribunale per i Minorenni, sta già producendo buoni frutti. E’ di questi giorni la pubblicazione sul “Corriere della sera” della lettera di Riccardo Francesco Cordì, uno dei primi giovani a vivere questa esperienza. Così scrive Riccardo al termine del suo percorso: «Credevo che allo Stato non gliene importasse niente delle persone, lo Stato era quello che ti portava via da casa». Ma «in questi mesi ho conosciuto uno Stato diverso, che non mi ha voluto cambiare a tutti i costi, che per una volta ha cercato di capire chi ero io davvero. Non rinnego la mia famiglia», ma «ho deciso che la mia vita deve essere diversa. Ora posso scegliere. Posso puntare in alto. Ci sono tanti ragazzi come me che avrebbero bisogno di uno Stato così. Non credono che esista. Io l’ho conosciuto e scrivo questa lettera perché anche gli altri lo sappiano».

0

Non c’é pace senza giustizia

Non c’è pace senza giustizia: 2 maggio, Incontro con Ernesto Olivero

Quando abbiamo concluso l’incontro, venerdì sera, il responsabile dell’Auditorium di S. Antonio ci ha detto “Vi ho contato… eravate quasi trecento!”. Non sono certo i numeri che contano, ma l’atmosfera di “pace” che si respirava in quella sala gremita… quella si! L’atmosfera creata dalla presenza di un uomo speciale quale Ernesto Olivero che con il suo parlare buono ma deciso, si è presentato a noi dicendoci “Sapete come siete entrati, ma non sapete come ne uscirete!”. E così è stato! Non puoi ascoltare Ernesto e rimanere indifferente: le sue parole, il suo vissuto scuote la coscienza e ti invita a chiederti cosa ancora potresti fare e non hai fatto, ti invita a chiederti da che parte vuoi stare…

Un uomo semplice, normale, che affidandosi alla fede ed alla speranza, con alcuni amici, si è impegnato alacremente per la realizzazione di un sogno: combattere la fame nel mondo, aiutare chi è nel bisogno… e ci è riuscito!

0

Il Messaggio pasquale del Vescovo Fiorini Morosini



Carissimi fratelli, vi giunga l’augurio più affettuoso in questa prima Pasqua che celebro con voi a Reggio. Il mio pensiero augurale va a tutti i sacerdoti e fedeli della nostra Chiesa diocesana, a tutte le autorità civili e militari, a tutti i cittadini del nostro comprensorio. Nel contesto di questa crisi terribile, questa Pasqua 2014 ci trova in una situazione istituzionale critica, che appesantisce quella economica. Veramente siamo un po’ tutti disorientati. Che ci riserva il futuro? Ha ancora senso parlare di speranza? Miei cari, proprio perché ho voluto iniziare il mio ministero episcopale a Reggio appellandomi alla speranza, non posso non improntare i miei auguri alla speranza.


0

Il sogno su un barcone

Ormai da anni nel nostro vocabolario sono entrati termini quali barcone, sbarchi, clandestini, pacchetto sicurezza e tanti altri che nel nostro immaginario collettivo ci riconducono sempre più spesso a situazioni negative d’insicurezza. Sempre meno spesso si accompagnano alla parola migrazione termini quali speranza, umanità, solidarietà e compassione. Bene! La storia che stiamo per raccontare, vi farà capire come tutto ciò, è presente nel nostro territorio reggino, terra povera ma molto solidale.

Omar è un ragazzo di appena 35 anni che aveva un sogno. Lasciò il suo paese, il Niger, per andare verso la Libia dove c’erano maggiori possibilità per lui e la sua famiglia di migliorare le condizioni economiche. Omar si trovava sul territorio libico quando subentrò la crisi di governo. All’improvviso si vide costretto a salire su un barcone, insieme ad altre trecento persone, su un’imbarcazione di fortuna, senza viveri ma soltanto un po’ d’acqua; dispersi in mare per due giorni, finché riescono ad arrivare a Lampedusa. Lui racconta che sopraffatto dalla stanchezza non era più in grado di camminare.

0

Possiamo essere avanguardia

Vorrei che tutto il mondo camminasse. Vorrei che sempre più persone scoprissero la lentezza. Vorrei un mondo più a misura dei camminatori (e dei ciclisti). Vorrei città per pedoni e con piste ciclabili. Vorrei sentieri ben segnati e cammini accessibili a tutti. Vorrei che i valori che ispirano il camminare aiutassero a salvaguardare il paesaggio, incentivare economie alternative, sobrietà, lentezza e solidarietà.

Vorrei che questo paese lacerato e scoraggiato si unisse anche grazie ai cammini civili, di chi tenta di ricucire l’Italia a passo lento. Ma soprattutto vorrei camminatori consapevoli. Vorrei camminatori che non usino solo le gambe, gli occhi e la bocca. Chiacchierare-fotografare-guardare non dovrebbero essere le sole azioni di chi cammina.

0

Messaggio di Quaresima del Vescovo

Carissimi fratelli e sorelle,
iniziamo come ogni anno la Quaresima nel segno di quella triplice dimensione, che è propria di questo tempo liturgico:

* preghiera, dando grande spazio all’incontro con la Parola di Dio;
* digiuno, educandosi alla sobrietà di vita;
* opere di carità, aprendosi alle necessità degli altri.

Rinnoviamo, così, la qualità della nostra vita cristiana.

0

Riflessioni per la Quaresima

Nell’imminenza dell’inizio della Quaresima, momento forte dell’anno liturgico, riceviamo dal nostro AS Giuseppe Angelone, Consigliere Nazionale del MASCI, alcune riflessioni tratte da una lectio del Cardinal Martini che parte da un commento al cap. 18 del Vangelo di Matteo, con riferimenti anche al cap. 17. “E’ opportuno – afferma Peppe – che ciascuno si ponga nella giusta dimensione di preghiera, di conversione, di penitenza. Nel contempo – presegue nel suo invito rivolto alla sua e nostra Comunità MASCI RC 4 è utile riprendere, con decisione, il tema dell’essere  comunità e sul fare della comunità”.

 
Matteo 18
1 In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?». 2 Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: 3 «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. 4 Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei  cieli. 5 E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.

6 Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. 7 Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!

0

Epifanie in cammino: il dono di un mandarino

Proseguiamo la pubblicazione di articoli sul cammino, segnalatici dalla nostra AS Ivana Canale:

“Epifanie in cammino: il dono di un mandarino”, di Luca Gianotti
 
Una volta a Creta stavo camminando da solo nella mia traversata del CamminaCreta, quando un uomo piuttosto anziano si è unito a me nel cammino. In qualche modo ci eravamo intesi, aveva capito dove volevo andare, e si era sentito in dovere di accompagnarmi. Non voleva che mi perdessi nel dedalo di stradelli. Comunicava serenità, quell’ uomo. Camminava lento, come chi ha avuto una malattia e cammina per riabilitarsi. Varie volte mi sono detto: ora lo lascio, lo saluto e accelero. Ma si stava bene, di fianco a lui. A un bivio, lui mi ha fatto capire che tornava indietro. Mi ha regalato un mandarino. Un piccolo incontro, come se ne fanno tanti, un incontro di quelli che rendono più ricco il cammino.