Con noi sulla Strada
Pubblichiamo il testo integrale della presentazione del volume curato da Giovanni Morello sullo scoutismo adulto intitolato “Con noi sulla strada. Tracce di spiritualità e catechesi per adulti”, ad opera di Giuseppe Angelone, nostro AS della Comunità MASCI RC 4 e Consigliere Nazionale del Movimento, avvenuta a Trento, sabato 1 febbraio 2014.
Mi fa molto piacere presentare questo testo, queste “tracce di spiritualità e catechesi per adulti” non tanto perché ho dato il mio modesto contributo alla sua stesura, quanto perché penso che, nel panorama di testi, sussidi, scritti di spiritualità e di catechesi, questo rappresenti un’eccezione ed abbia una sua indubbia originalità.
Non è il frutto di studi, di ricerche o di attività laboratoriali, sebbene non siano assenti i connotati di saperi appresi anche in studi sistematici, né manchino contributi e riferimenti a studi accademici, ma il testo è essenzialmente il condensato dell’esperienza di quanti lo hanno scritto.
E’ un testo esperienziale, trae deduzioni, ragionamenti, indicazioni dall’esperienza di ciascuno e, proprio per questo è un testo scout.
Se, come sappiamo, il metodo scout è sostanzialmente riassumibile nel motto “imparare facendo”, ebbene questo è quanto noi AS che lo abbiamo scritto, pensiamo, crediamo, pratichiamo riguardo alla spiritualità, ciò che negli anni, nelle molteplici esperienze, nelle molte attività dell’impegno quotidiano, abbiamo imparato, abbiamo capito, abbiamo fatto nostro.
Questa è la nostra spiritualità, il nostro modo di interpretare, di vivere, di testimoniare la nostra fede, il nostro modo di stare al mondo, di rapportarci con gli altri e con le cose e con quanto sta, per dirla con Carretto, “al di la delle cose”.
Per questo, come scrive P. Francesco nella premessa: “Questo è un libro strano! Non saprei come altro definirlo.
Chi è abituato a lavorare in ambiente accademico, o educativo in genere, cerca di individuare a quale materia, a quale genere, a quale branca del sapere un discorso appartenga.
Il fatto è che sia il contenuto che il metodo di esposizione si rifanno all’esperienza personale degli scout che l’hanno scritto. Al loro cammino umano e cristiano, spesso lungo decenni.
Ecco: forse lo specifico di queste…chiacchierate… è quello di essere il raccolto della propria esperienza, ma non nel senso di un diario da lasciare ai figli e ai nipoti ma di una testimonianza di come valori che ci trascendono sono stati vissuti realmente da noi stessi e lo sono tutt’ora.
La seconda caratteristica di questo libro è che è stato pensato, interpretato come un cammino, come un pellegrinaggio, anzi, come una route.
Esso, di fatto, è il racconto di una route che ha come meta Gerusalemme.
E proprio come avviene per una route occorre preparare bene lo zaino, individuare il percorso, scegliere il tema di marcia e, soprattutto, avere un grande desiderio della meta.
Dunque non è tanto un testo che parla della strada, o meglio della “spiritualità della strada”, caratteristica fondamentale della spiritualità scout ma, leggendolo, si percorre la strada, si compie la route, ci si mette in cammino con tutti noi che lo abbiamo scritto, insomma, anche se si può leggere stando seduti in poltrona, in realtà esso è fato per accompagnare il cammino non solo in senso spirituale, ma anche fisicamente.
La meta non può che essere quella Gerusalemme che è nel desiderio di molti credenti, che è una meta geografica ma, contemporaneamente una meta spirituale, un luogo, che sta al di la delle cose, il luogo di un appuntamento, di un’aspirazione, di una promessa: la Gerusalemme Celeste, così come la descrive Giovanni nel libro dell’ Apocalisse al cap. 21, 1-4:
Vidi poi un nuovo cielo e una nuova terra, perché il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più. Vidi anche la città santa, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente che usciva dal trono:
“Ecco la dimora di Dio con gli uomini!
Egli dimorerà tra di loro
ed essi saranno suo popolo
ed egli sarà il “Dio-con-loro”.
E tergerà ogni lacrima dai loro occhi;
non ci sarà più la morte,
né lutto, né lamento, né affanno,
perché le cose di prima sono passate”.
Ecco questo è il contesto del viaggio: Gerusalemme, di cui si parla all’inizio del testo, che è presente nel corso del cammino e che è anche la meta definitiva.
Proprio come nell’Apocalisse al versetto 6 del capitolo citato la voce dal trono dirà:
Io sono l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine.
Il testo suggerisce anche di avviarsi verso Gerusalemme con i sentimenti che accompagnarono Gesù quando, come dice il Vangelo di Luca: “si diresse decisamente verso Gerusalemme” (Lc 9, 51) e andava incontro alla sua passione e morte.
Egli si avviava verso il compimento della sua missione terrena, verso la realizzazione del Mistero della salvezza, verso la croce.
La Chiesa celebra quei giorni nel culmine dell’anno liturgico che è il triduo pasquale.
Dunque è anche questo l’orizzonte del cammino verso Gerusalemme, il compimento della promessa messianica.
Come tutte le esperienze di strada ha un tema di marcia, anzi più temi.
Il tema di marcia è costituito da una serie di domande che l’uomo contemporaneo si trova di fronte nella sua quotidianità e, segnatamente, quanto affronta il tema della spiritualità, della fede, dell’incontro con Cristo.
L’articolazione di queste domande, a cui poi si da una risposta appunto esperienziale è, a mio avviso, un’altra delle peculiarità di questo testo: non parliamo di cose astratte, ma di problemi veri, sentiti dall’uomo d’oggi, vissuti nel quotidiano e non diamo risposte accademiche, o considerazioni filosofiche, ma, come dicevo prima, raccontiamo la nostra esperienza spirituale.
Per questo il libro rappresenta anche un invito a ciascun lettore ad aggiungere la propria esperienza, a confrontarsi con quelle narrate, a trovare risposte ma anche a cercarne di nuove.
Il tema di marcia, insomma, è un vero invito, partendo dalla lettura del libro, a dibatterlo, ad affrontarlo ciascuno nella propria vita.
Ed ecco, dunque, gli interrogativi che costituiscono,i vari capitoli del libro, le varie tracce che via, via si lascerà lungo la strada:
Gli uomini e le donne del nostro tempo possono incontrare Gesù di Nazareth?
Se, dunque, è ancora oggi possibile l’incontro personale con Gesù Cristo, quali connotati può avere questo incontro, quali figure possono aiutare le donne egli uomini di oggi ad avvicinarsi a Gesù? Come faranno a riconoscerLo? Quando potranno dirsi certi di averlo incontrato?
Qualcuno richiama alla memoria alcune figure evangeliche paradigmatiche di circostanze e modi diversi e autentici di incontri personali con Gesù.
Le icone dell’incontro con Gesù
Le discepole e i discepoli senza nome
Donne in piedi che stanno ai piedi di Gesù le donne incontrate nel vangelo.
La Samaritana
Nicodemo, dottore della legge
Maria di Magdala
Simon Pietro
Dove può avvenire questo incontro? Le circostanze ed i contesti della vita moderna sono molto diversi da quelli del tempo di Gesù; inoltre tutto appare mutato, non solo rispetto a quei tempi ma anche a pochi anni fa.
Oggi appaiono in crisi le tradizionali modalità di trasmissione della fede e diverse le condizioni di vita delle persone che sperimentano spesso la frammentarietà e la frenesia del quotidiano.
Tutto si svolge in modo veloce, affannato e sembra che non rimanga più il tempo per le relazioni, per gli incontri, come pure si sono in parte perduti i luoghi tradizionalmente deputati all’incontro.
Se, dunque, mancano le condizioni e le opportunità dove potrà avvenire l’incontro auspicato, desiderato tra un’umanità sempre più in affanno, incerta e Colui che “solo ha parole di vita eterna”?
I luoghi dell’incontro
Le diverse età dell’incontro
Cosa offrire a chi ha perso la strada dei luoghi dell’incontro
La famiglia Chiesa domestica
La crisi della famiglia
Certamente queste ultime riflessioni aiutano ad individuare ed invitano a ricercare i contesti più adeguati per vivere un’esperienza spirituale o per riaccendere il desiderio sopito, ma mai del tutto scomparso, di vivere l’incontro con Gesù, di consolidare il rapporto con Lui, di fargli spazio nella propria vita.
Ecco a questo proposito, in un momento di sosta lungo il cammino, viene sottolineato che, nella vita adulta, l’esperienza di fede, la spiritualità non possono essere relegati a momenti emozionali e occasionali, ma la maturità umana deve comportare una maturità spirituale che si dovrebbe concretizzare in uno vero e proprio “stile di vita”.
Per l’adulto spiritualità e catechesi sono all’interno della stessa esperienza di “strada”
La pedagogia della strada, “la spiritualità del ritorno”
Il ritorno del figliol prodigo”
Il ritorno a Gerusalemme dei discepoli di Emmaus
Il ritorno del Buon Samaritano
Il ritorno di ringraziamento (il lebbroso su 10 guariti)
La spiritualità come stile di vita
Lo stile generativo
Lo stile ozioso.
Lo stile politico
Siamo partiti carichi solo del nostro entusiasmo e delle nostre esperienze giovanili del “fare strada”, ma adesso ci appare più chiaro l’itinerario da compiere per vivere una spiritualità da adulti, una forma di vita adeguata all’età che viviamo. Ma, come per tutti i viaggi anche per questo itinerario è necessario un bagaglio adeguato. Cosa mettere dunque nello zaino per poter proseguire speditamente verso una maturazione spirituale? Quale “catechesi” si adatta meglio a questo scopo? La discussione si arricchisce di nuovi suggerimenti.
Lo zaino della spiritualità e della catechesi dell’adulto
La novità e la profezia del Concilio Ecumenico Vaticano II
Elementi metodologici
Gli svincoli identitari
L’Eucaristia sorgente della spiritualità propria del cristiano
A questo punto vengono delineate le tappe del nostro percorso; non dimentichiamo che il metodo scout, ci ha abituati alla vita sulla strada, alla route, e un buon routier non si mette mai in cammino a casaccio, ma, stabilita la meta, prepara con cura non solo l’equipaggiamento, ma anche l’itinerario da compiere.
Il cammino dell’adulto
I criteri della maturità
Il criterio dell’identità
Il criterio del distacco
L’interiorizzazione dei rapporti
L’oblatività
L’abbandono fiducioso
La spiritualità cristiana oggi alla luce e dalla luce del Concilio
Una vocazione comune, tante vocazioni
La Parola di Dio e l’Eucaristia prime fonti di spiritualità per il cristiano
La spiritualità biblica è innanzitutto spiritualità dell’ascolto dell’Altro
Evangelizzazione e missionarietà
La doppia cittadinanza del cristiano nel mondo globalizzato
Comunione, speranza, vigilanza
Spiritualità e catechesi degli adulti un cammino comune.
Giunti a questo punto del nostro ideale pellegrinaggio possiamo cominciare a tratteggiare la fisionomia di una spiritualità degli scout adulti. In altre parole che cosa significa concretamente per un Adulto Scout l’incontro con Gesù ? che cosa ne scaturisce come impegno nella nostra vita personale e comunitaria? Quale significato assumono la legge e la promessa scout alla luce del Vangelo di Gesù ?
L’esperienza dell’Adulto scout nell’incontro con Gesù di Nazareth
Un metodo, una Promessa
La vita comune
La solidarietà con il creato
Il servizio del prossimo
Un cammino di responsabili
L’esercizio di un cammino responsabile
La Preghiera
Fiducia in se stessi per chiedere cose grandi e impegni generosi
Libertà interiore
Ricerca del senso della vita: le Beatitudini oggi
Il rifiuto della stupidità
La generosità non basta: testimonianza pubblica per la verità
La ricerca della purezza dell’annuncio
Finalmente si intravede la meta.
Abbiamo messo insieme un notevole bagaglio di riflessioni, di consapevolezze, di strumenti. Adesso, come tante altre volte nelle nostre route, viviamo la gioia della meta raggiungibile.
C’è, però, ancora un tratto di strada da fare, tanta quanta il Signore vorrà disporne per ciascuno di noi prima che i “nostri piedi possano toccare Gerusalemme”.
Ecco allora che anche su questo sentiamo il bisogno di aggiungere qualche considerazione utile per il prosieguo del cammino.
La strada davanti a noi
La nota conclusiva riassume in pochi tratti i connotati di questa spiritualità dell’ adulto scout che si trova all’interno della nostra esperienza di “strada”:
uno stile di vita da adulti capaci di essere autonomi, responsabili,
una vita di comunità, intesa come capacità di vivere relazioni di condivisione e di dialogo,
una vita che utilizza la metafora della strada, come provvisorietà e capacità di gestire il cambiamento,
il servizio come elemento caratterizzante la nostra dimensione dello scautismo degli adulti, cioè la capacità di partire dagli ultimi, di guardare la storia dal basso,
l’impegno di costruire un mondo migliore sapendo che la felicità è fare la felicità degli altri.
Ecco tutto questo è contenuto in queste tracce di spiritualità un testo che consiglio vivamente di leggere, di usare non come si legge un romanzo o un saggio, ma come uno strumento, un taccuino da portare con se sulla strada, da leggere un po’ alla volta, a cui attingere per le riflessioni personali e comunitarie.
Un testo che offre una serie di spunti e di suggerimenti, che pone interrogativi ed indica una strada per trovare la risposta ma anche qualcosa che può trovare la sua collocazione nello zaino dell’ adulto scout accanto alla bussola, alla torcia ed ala borraccia.
Mi piace concludere con un’altra citazione dall’ Apocalisse:
Ap 22,10-14 Poi aggiunse: “Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino. Il perverso continui pure a essere perverso, l’impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine. Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all’albero della vita e potranno entrare per le porte nella città.
Peppe Angelone