Documento della Diocesi reggina per i giovani
In cammino verso la missione diocesana per i giovani
L’idea di organizzare una missione per i giovani è nata nell’ambito del Sinodo ed è stata una delle decisioni proposte dai giovani al vescovo, che l’ha accolta, l’ha rilanciata ed ha suggerito di pensare al Sinodo della Chiesa sui giovani del prossimo anno, come alla data di inizio e di celebrazione.
La comunità diocesana ha accolto sostanzialmente l’idea e ne ha già discusso a livello di Vicari delle zone pastorali, di consiglio presbiterale, di consiglio pastorale e di riunione della Consulta delle aggregazioni laicali. La pastorale giovanile, in maniera diretta, ha affrontato il problema ed approvato una prima bozza di riflessione che viene considerata in questa nota pastorale, che dovrà essere la base di lavoro perché una commissione che verrà minato nominata ad hoc, dal Vescovo, possa ripartire per organizzare la missione. (…)
I. Che cosa intendiamo per missione?
1. È l’esigenza di annunciare e trasmettere qualcosa che abbiamo accolto da altri, nel quale abbiamo creduto e che ora vogliamo trasmettere con gioia, perché anche altri possano fare la nostra stessa esperienza (1 Gv 1).
2. Questo qualcosa non è un’idea, non una verità astratta, non una morale, ma una persona: Gesù Cristo. È lui che vogliamo annunziare; è di lui che vogliamo parlare.
3. La missione, pertanto, comporta la necessità di lasciare la sicurezza dei nostri luoghi, dei nostri gruppi, delle nostre realtà già raggiunte da questo annunzio e uscire per raggiungere quelle che Papa Francesco chiama le periferie, i luoghi ove, soprattutto i giovani, vivono una situazione problematica di povertà, di solitudine e di emarginazione.
4. La missione allora ci spinge ad andare incontro a queste persone lì dove esse si trovano. Perciò essa comporta un camminare per andare incontro.
5. Raggiunti questi luoghi e incontrate queste persone, è necessario mettersi in ascolto per capire i loro disagi, le loro attese, i loro bisogni, i valori che possono comunicarci.
6. Mentre ascoltiamo e accogliamo, cominciamo a fare il nostro annuncio con la testimonianza di una vita, che deve essere coerente e credibile per i valori che vuole annunziare.
7. È necessario che la missione sia popolare ed abbia del carattere dell’unità.
II. Contenuti della missione
Durante la missione è primario l’annunzio del Vangelo è di Gesù, che si è presentato come il salvatore dell’uomo, come colui che è venuto a dare un significato alla nostra vita.
1. L’annuncio di Gesù e del suo Vangelo deve essere, pertanto, una risposta ai problemi che i giovani oggi vivono. Sarebbe opportuno avere davanti le indagini sul disagio giovanile.
2. Pur consapevoli che non possiamo fare sconti su Gesù e sul suo Vangelo, è chiaro che noi dobbiamo partire dall’incontro con Gesù, perché, una volta che si sceglie di essere discepoli, si ponga la domanda: Maestro, che devo fare? L’esposizione della dottrina non può precedere l’incontro e la decisione di sceglierlo.
3. Si tenga conto anche dei temi, quali: l’impegno civico, la legalità, il lavoro, la permanenza in Regione.
4. Non dimentichiamo il servizio civile e quello svolto volontariamente presso le strutture della Caritas, sia diocesana che parrocchiale.
III. Destinatari della missione
Non è destinata direttamente ai giovani dei nostri gruppi parrocchiali o che già ruotano attorno alle nostre parrocchie in qualunque modo. Diciamo indirettamente, in quanto, se essi dovranno essere coinvolti come protagonisti che portano ad altri la propria esperienza di fede, in una prima fase, è proprio loro bisogna preparare bene, perché diventino protagonisti responsabili.
1. Destinatari immediati sono i giovani dai 14 anni in poi, che non frequentano più la parrocchia o sono molto tiepidi nella professione della loro fede.
2. I giovani in crisi di fede o che l’hanno già perduta.
3. Le loro famiglie, soprattutto per quelli aspetti che si riferiscono alla loro relazione con i giovani.
4. I giovani di tutta la diocesi e non solo di una porzione di essi.
5. I giovani immigrati, soprattutto quelli che ormai costituiscono la seconda generazione.
IV. Attori della missione.
L’organizzazione della missione sarà affidata la Consulta di pastorale giovanile che sarà affiancata da un gruppo di persone che designerà l’arcivescovo dalle varie componenti della diocesi e degli uffici pastorali.
1. Saranno soprattutto i giovani delle nostre parrocchie dei nostri gruppi ad essere protagonisti di questa missione, ai quali viene affidato il compito di avvicinare i loro coetanei, testimoniando loro la gioia di avere una fede.
2. Tutti i sacerdoti, parroci e no, che dovranno accompagnare i missionari e custodire e promuovere i contatti con i giovani raggiunti dall’annuncio.
3. i consacrati, che, a vario titolo il carisma, possono supportare le azioni della missione.
4. Gli adulti componenti il variegato mondo cattolico, soprattutto coloro, che, esercitando una attività di rilievo nella società, possono testimoniare la loro formazione cattolica.
5. I seminaristi, che possono testimoniare la scelta di una strada più radicale di sequela.
V. Lo svolgimento della missione
Distinguiamo alcune tappe fondamentali
1. Fase di progettazione: È quella che stiamo già vivendo, mentre pensiamo a quanto stiamo esponendo in questo momento per chiarire le modalità di svolgimento della missione.
2. Fase di preparazione
- Individuare e formare i missionari
- Stabilire i contenuti della missione
- Preparare il materiale necessario
- Stabilire tempi e luoghi dell’annuncio
- Campagna di sensibilizzazione e informazione sui media
VI. Coinvolgimento dei media
- Stampa
- Radio
- Televisione
- Internet e Social
VII. Luoghi della missione
Dalle riflessioni fatte finora è già emerso che la missione deve essere organizzata in funzione della parrocchia, nel senso che la missione non può privilegiare il centro della diocesi, ma deve decentralizzarsi e muoversi all’interno di ogni realtà locale per poter raggiungere un numero elevato di giovani. Si presti molta attenzione alla scelta degli orari: siano scelti non secondo le esigenze dei missionari ma dei giovani da raggiungere. Si fa appello ai parroci, ai gruppi parrocchiali, ai vari consigli perché siano accoglienti nelle proprie realtà. La missione contatta giovani, che ogni comunità parrocchiale deve sapere accogliere.
1. Il luogo primario della missione e deve essere la parrocchia che deve funzionare come polmone di animazione e dove bisogna trovare i missionari per la evangelizzazione. Ci sia tra le Parrocchie interscambio di forze.
2. Le scuole e le università secondo le possibilità che ci saranno concesse di potervi portare l’annuncio.
3. Le strade e le piazze, dove è già iniziato da tempo una forma di evangelizzazione.
4. Luoghi abituali di ritrovo dei giovani.
5. Nelle tre macro zone della diocesi (nord, centro e sud) si individui un luogo di preghiera stabile per il buon esito della missione.
VIII. Programma della missione.
Sia pronto almeno tre mesi prima perché ogni singola realtà lo studi e si prepari per il suo svolgimento.