E ti vengo a cercare…
Pubblichiamo alcuni pensieri della nostra AS Ivana Canale sull’impegno che ha coinvolto la nostra comunità nella distribuzione dei pasti ai nostri fratelli per strada. E’ stata un’esperienza molto bella. Questa è una testimonianza:
Vi abbraccio e vi ringrazio perché insieme siamo scesi per strada a cercare il Signore… Incontrare ogni volto, lo sguardo, le mani, significa portare ciascuno nel cuore e aspettare che arrivi la settimana successiva per poterci incontrare di nuovo… E’ quello che è successo a ciascuno di noi quando ci siamo innamorati. Siamo usciti fuori da noi per andare a cercarci e ogni incontro era pienezza! E spesso sento che ancora non è abbastanza. Ero nudo… ero povero… ero in carcere… ero malato…
Incontrare il Signore per me significa comprendere il bisogno della Sua presenza,avere nostalgia, cercarLo con perseveranza durante vorticose giornate senza sosta, sentirmi nuda, povera, in carcere, malata, significa accettare il mio limite di non riuscire a dare priorità alle mie giornate che non siano esclusivamente esigenze e bisogni familiari, personali e lavorativi.
C’è sempre qualcosa di più urgente per” non fare”…
E c’è sempre un’arguta capacità d’analisi per dimostrare che quello che riesco a fare è già abbastanza…
L’ago della bilancia per me è l’incontro degli sguardi, il contatto profondamente dignitoso, il sorriso, il “grazie”che non merito, e sento emergere dall’abisso della mia coscienza la povertà d’amore, di quell’amore di cui alla fine mi verrà chiesto conto, di cui non sono stata capace…
GRAZIE SIGNORE perché con la nostra piccola comunità cerchiamo di fare discernimento, cerchiamo di comprendere la tua volontà,camminiamo con fatica,
GRAZIE perché in questi momenti, mentre sono intenta ad alzare muri, Tu, Signore, entri a porte chiuse e mi chiami ad incontrarti…
E Grazie perché con lenta costanza mi alleni alla” rinuncia”…
Quando penso agli amici che incontriamo per strada mi vengono in mente alcune riflessioni sul “sentirmi pensata”; è un’esperienza che abbraccia tutti noi e spesso è in relazione ai genitori: la mia mamma e il mio papà mi pensavano e io vivevo il loro pensiero come una piacevole sorpresa,aveva senso la mia esistenza, era una relazione d’amore gratuita di cui non avevo profonda coscienza. Adesso che anche io ho in regalo i miei figli capisco la gioia di pensarli, e magari organizzare per loro una sorpresa o il loro piatto preferito o un giro in bici, in altre parole la potenza del pensiero concretizza la forza dell’amore che ci unisce…
E allora mi chiedo se quei volti che incontro si sentono” pensati”, se quegli sguardi in cerca di aiuto sentono la forza del pensiero,sentono di essere importanti per qualcuno,sentono di essere parte di una relazione d’amore in cui ciascuno di noi è chiamato ad esserci.
E ti vengo a cercare, Signore, ti cerco spesso inconsapevolmente,disperatamente o con allegria,ti cerco da sola o con un compagno di strada, ti cerco e so di essere cercata, attesa all’angolo di una strada non scelta, ti cerco su quell’altare notturno, vuoto,immerso nel silenzio, sul quale porto Signore ciascuno di quegli sguardi, le sofferenze, le malattie, le aridità, i vuoti ,le ferite. . . e Tu Signore ancora una volta li trasformi in TE. . .GRAZIE
Ivana CANALE – MASCI RC 4