Il MASCI e l’Hospice
di Piero Cutrupi
Quando si parla di sanità nella nostra regione viene, purtroppo, quasi automatico storcere il naso.
Ma forse pochi sanno che a dispetto di quello che oramai sta diventando un triste luogo comune esiste a Reggio Calabria una struttura che, senza ombra di dubbio, può essere definita “d’eccellenza”. Si tratta del Centro Residenziale di Cure Palliative, meglio conosciuto come “Hospice”, ossia un luogo dove il malato di cancro in fase terminale viene preso in cura e aiutato a vivere gli ultimi giorni della sua vita, attraverso l’attuazione di cure adeguate e di efficace supporto psicosociale e spirituale.
Accompagnare il malato grave con competenza, amore e dedizione fino alla fine è l’impegno primario di tutti coloro, compresi i moltissimi volontari, che si occupano di cure palliative. Stare accanto al malato grave nell’ultimo percorso della sua vita è un compito faticoso, ma allo stesso tempo entusiasmante e arricchente. In una sola parola: “dignità”. Restituire dignità a chi si avvia a concludere il suo percorso terreno nel momento più delicato e più drammatico della stessa esistenza umana.
Con questo spirito il Centro Residenziale di Reggio ha soffiato la candelina del suo primo anno di più che soddisfacente attività e, per l’occasione, ha invitato enti, istituzioni e associazioni di volontariato a un incontro, nel corso del quale è stato presentato il progetto della realizzazione di una Fondazione.
A questo appuntamento è stata invitata anche
L’evento rientra tra gli obiettivi che la stessa comunità di AS si era prefissata già all’atto della sua nascita e nel corso delle riunioni e delle uscite successive, allorquando era sorta la proposta, comune e convinta, di confrontarsi sul territorio con le diverse realtà esistenti, al fine di progettare e pianificare, in concreto, un percorso di cooperazione condiviso, nel rispetto delle linee programmatiche MASCI regionali e nazionali.
Tra le finalità principali della istituenda Fondazione per l’Hospice, vi è quella di far crescere sul territorio la cultura e la sensibilità verso l’ultima parte della vita, producendo così un ambiamento culturale graduale, ma radicale. In sostanza, attraverso quello che è stato definito un “incontro di fragilità”, consentire, agevolare la nascita di una difesa tenace, convinta della dignità dell’uomo fino in fondo, in modo tale da rinvenire, già dal di dentro della struttura medesima, l’essenza stessa della dignità dell’uomo. Rifacendosi al Vangelo secondo Giovanni: “Dopo aver amato i suoi, li amò fino alla fine”.
L’idea della costituzione di una Fondazione nasce, dunque, dall’esigenza di orientarsi su progetti precisi, soprattutto di tipo strutturale. Come, ad esempio, la costituzione di un Comitato Scientifico per
I compiti della Fondazione sarebbero, così, suddivisi in quattro grandi aree: quella prettamente gestionale, l’area della formazione (per sviluppare la qualità del servizio), l’area della ricerca scientifica e, in ultimo, quella della rappresentanza sul territorio, in difesa e per lo sviluppo delle cure palliative, soprattutto finalizzata alla sensibilizzazione della cittadinanza alla conoscenza e alla presa di coscienza dell’importanza delle cure palliative.
C’è da dire, a tal proposito, che proprio pochi mesi fa l’Hospice di Reggio (uno dei 95 esistenti un tutta Italia) ha attraversato una pesante crisi finanziaria, effetto diretto della sempre più critica situazione sanitaria calabrese. Grazie all’aiuto di enti e istituzioni (tra cui il Comune di Reggio Calabria) e soprattutto di 20.000 reggini che hanno raccolto le firme in sostegno della struttura, la situazione sembrerebbe ad oggi migliorata. Su questa sensibilità, dunque, è necessario gettare le basi affinché questo progetto e questa nuova mentalità possano divenire solida e concreta realtà.
Quale associazione di volontari il MASCI, in particolare