Insieme per costruire legalità e giustizia
All’indomani della giornata della memoria e dell’impegno che è diventata una ricorrenza nazionale e alla luce delle iniziative svolte in questi anni di attività per il risveglio delle coscienze e di contrasto alla ‘ndrangheta, il tema legalità si arricchisce di contenuti e di sfumature diverse.
Non è possibile, ne utile, restringerlo nell’ambito dell’attività, pur indispensabile, della magistratura e delle forze dell’ordine, cui va riconosciuto un impegno molto determinato in questi ultimi anni, ma è necessario considerare un orizzonte più vasto che comprende molti aspetti della vita sociale e culturale dell’intera comunità.
Per essere sintetico propongo di seguito quattro considerazioni che riguardano altrettanti ambiti di riflessione e di impegno. (…)
La prima: legalità è un termine riduttivo e può risultare anche fuorviante, occorre più opportunamente fare riferimento al concetto di giustizia intesa nella sua accezione sociale, distributiva, di “dare a ciascuno il suo”. Non è sufficiente quindi il rispetto della norma, che può anche essere ingiusta, ma occorre ricercare la giustizia attraverso un processo di discernimento che chiama in causa la coscienza.
La seconda considerazione è che non è possibile costruire percorsi di giustizia senza la partecipazione responsabile alla vita sociale e politica, senza coinvolgersi nelle dinamiche sociali per dare il proprio contributo di impegno, di valori, di testimonianza.
La terza riguarda il tema della libertà, come condizione per poter realizzare l’esistenza umana in pienezza di gioia, di amore e di lode.
La quarta considerazione riguarda l’educazione che è indispensabile per il pieno esercizio della libertà, per la maturazione della coscienza, per la costruzione della giustizia e, infine, per una partecipazione responsabile, costruttiva e competente alla vita pubblica.
E’ dunque un orizzonte vasto che coinvolge tutto l’uomo e che sottende una visione della vita cui occorre dare chiara evidenza attraverso parole, fatti, presenza.
E’ una chiamata a rendere un servizio diuturno alla verità con lo stile della gratuità che non è regalo ma restituzione: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). E, come cristiani, abbiamo ricevuto tanto, tutto!
Tutto quello che serve per mettere mano alla costruzione di una società più giusta, più umana, più bella.
In questa terra di Calabria, in questa città il cristiano è chiamato a rendere conto della speranza che è in lui, non si tratta di scegliere fra una cosa o l’altra, la chiamata è all’impegno per tutto l’uomo, a realizzare le condizioni per un umanesimo pieno, qui e adesso.
Senza deleghe, senza indugi, senza remore, senza i troppi, stucchevoli distinguo che si traducono alla fine in comodi alibi per il disimpegno.
C’è un noi comunità cristiana che ha il dovere di fare la propria parte nel più vasto noi dell’intera comunità cittadina, di svolgere un compito che solo lei può svolgere, un compito di testimonianza e di servizio che le è tipico, senza il quale perde la propria natura, la propria identità.
Occorre trovare insieme gli spazi ed i modi dando forza a quanto c’è già in campo, per una partecipazione ed una cittadinanza più attiva, più incisiva, più ricca di ideale, di visione prospettica, di speranza.
Occorre superare i personalismi, i protagonismi, gli egoismi che spesso limitano lo slancio all’impegno ed al coinvolgimento fattivo, in favore di un noi che è più di ogni singolo, che è più di ogni gruppo, che è superiore ad ogni appartenenza, un noi ecclesiale che è espressione dell’ unica appartenenza a Cristo.
Questo riguarda tutti, ma è soprattutto compito dei laici, a cominciare da quelli che hanno responsabilità nei gruppi, nei consigli pastorali, nelle organizzazioni e in particolare gli adulti cui spetta anche il ruolo di testimonianza e di guida per i giovani.
Occorre lavorare insieme nella città per costruire percorsi di speranza, per realizzare progetti di inclusione, di integrazione e per dare concrete risposte alla domanda di futuro delle giovani generazioni.
Penso che tutto questo sia il modo migliore per parlare costruttivamente, seriamente di legalità e di giustizia e per contrastare in modo concreto la cultura e i disvalori della ‘ndrangheta.
C’è un cammino lungo ed entusiasmante da fare insieme ma occorre il contributo di tutti senza eroismi e protagonismi, ma con l’impegno di ciascuno, gioiosamente, pazientemente, continuamente.
Peppe Angelone
MASCI Reggio C. 4