La bellezza di una vita per intero
Pubblichiamo un interessante articolo apparso sul sito reggino di informazione www.strill.it, scritto dal magistrato Vincenzo Giglio, già Capo Scout nel Gruppo AGESCI Reggio C. 1 Duomo.
Faccio lo stesso mestiere del collega Gratteri nella sua stessa sede giudiziaria. Conosco la sua passione civile e professionale e so quanta parte le sue inchieste abbiano avuto nella storia giudiziaria reggina degli ultimi anni. Ne ho rispetto dunque. Mi pare tuttavia che la sua tesi, quella per cui sulle nostre teste penderebbe la condanna di dovere essere perennemente circondati e ammorbati dalla ‘ndrangheta, sia nient’altro che una provocazione, una boutade.
Non è questa (finalmente, aggiungo) l’aria che si respira nella nostra città. Dispongo di due osservatori: uno è quello del mio ambito professionale e l’altro è quello della mia vita quotidiana, di essere umano in mezzo ad altri esseri umani.
Come giudice, ed in particolare come giudice che si occupa di prevenzione patrimoniale antimafia, vedo e sento accanto a me un gran numero di persone che credono davvero di potersi sbarazzare della ‘ndrangheta e di poterlo fare dando un contributo personale, professionale, appassionato ed improntato alle regole di uno Stato democratico.
Poliziotti, carabinieri, finanzieri, cancellieri e magistrati, certo, ma anche moltissimi liberi professionisti che danno un’entusiasta disponibilità e mettono la loro competenza al servizio dello Stato e dei suoi fini.
Nelle aziende, negli esercizi commerciali, negli immobili, nei fondi agricoli che il nostro Tribunale sequestra e confisca agli indiziati di mafia ci va questa gente, gente della nostra città non marziani, e rappresenta degnamente lo Stato e la comunità che vogliono riappropriarsi di ciò che il crimine organizzato gli ha sottratto.
C’è la comune consapevolezza di fare un lavoro importante che non è soltanto l’adempimento di un dovere ed un’occasione professionale ma anche, direi soprattutto, il concorso nella creazione di un futuro dignitoso ed accettabile per la nostra terra.
E non si tratta, si badi bene, di elite o di piccole ed insignificanti avanguardie. Parlo di centinaia di persone che lavorano all’unisono, che condividono un obiettivo, che si sono smarcate dall’indifferenza e dall’abulia, che credono in quello che fanno.
Come cittadino, ed in particolare come cittadino che si guarda intorno con attenzione, che si mescola alla folla, che ascolta chiunque abbia da dire qualcosa, credo di percepire un sentimento nuovo. Mi pare di scorgere una voglia, di sicuro antica ma oggi finalmente prepotente, di riscatto e di liberazione. Noto gente stufa, che non vuole morire sotto il tacco del capobastone di turno, che ha compreso senza possibilità di equivoco che la ‘ndrangheta è la moneta cattiva che scaccia quella buona, che i suoi uomini sono pessimi parassiti incapaci di generare ricchezza e benessere se non col sangue delle loro vittime.
Posso dirlo? Mi pare che tante persone si siano rotte le palle di vivere una vita a metà e comincino a scorgere la bellezza di una vita per intero. E, ciò che più conta, queste stesse persone manifestano un’insolita voglia di fare di più, di non chiamarsi fuori, di non delegare ad altri ciò che spetta loro.
Mi sbaglio? Possibile, ma non credo, non voglio credere. Del resto è sotto gli occhi di tutti che l’escalation criminale che ha caratterizzato tanta parte di quest’anno non solo non ha prodotto alcuno dei frutti sperati da chi aveva concepito la strategia ma, al contrario, ha mobilitato la coscienza della gente perbene, ha fatto serrare i ranghi alle istituzioni pubbliche, ha stimolato forze dell’ordine e magistratura ad azioni di contrasto più efficaci, ha generato un palese sconforto nelle fila della criminalità organizzata facendo affiorare collaborazioni di giustizia che appaiono piuttosto promettenti.
E allora non se ne abbia a male il collega Gratteri: lo preferisco come inquirente piuttosto che come opinionista e sociologo.
Venerdì 26 Novembre 2010
Vincenzo Giglio – Magistrato – Presidente Sez. Misure di Prevenzione Tribunale di Reggio Calabria –