Le Frontiere dell’Eucaristia
È stata consegnata in questi giorni alla comunità diocesana la XVI Lettera Pastorale dell’Arcivescovo mons. Vittorio Mondello, dal titolo Le frontiere dell’Eucaristia. Dal cuore del mistero al cuore del mondo: come annunciare Cristo in un mondo che cambia, nata dalla necessità avvertita dal Presule di non lasciar passare avvenimenti di grande importanza, che si verificano in quest’anno pastorale, senza presentare alla sua comunità e alla società tutta, su di essi, alcune personali considerazioni e alcune convinte riflessioni, affinchè possano diventare oggetto di dibattito e di approfondimento, “nella speranza che ciò diventi l’occasione per una sorta di “laboratorio di pensiero” che permetta a tutti i membri delle nostre Comunità di tradurre in termini di vita concreta la ricchezza di motivi e di valori, di cui quegli avvenimenti sono segnali di indiscutibile importanza”.
Una Lettera pastorale che, per precisa scelta, non offre approfondite riflessioni teologiche sui temi trattati, limitandosi soltanto ad una loro piuttosto rapida e semplice presentazione, per sottolineare la “finalità squisitamente pastorale della Lettera stessa e raggiungere tutti i fedeli, per essere motivo di riflessione e sorgente di un rinnovato impegno pastorale che coinvolga, sulle frontiere della fede e della testimonianza, che nascono dall’Eucaristia, tutte le nostre comunità ecclesiali”.
ARCIDIOCESI DI REGGIO CALABRIA – BOVA
CURIA METROPOLITANA
UFFICIO DIOCESANO COMUNICAZIONI SOCIALI
Via T. Campanella, 63 Reggio Calabria
Tel. 0965\385556 Fax 0965\330963
Reggio Calabria, 12 marzo 2011
Comunicato
La XVI Lettera Pastorale dell’arcivescovo Mondello
Le frontiere dell’Eucaristia
“Dal cuore del mistero al cuore del mondo: come annunciare Cristo in un mondo che cambia”
È stata consegnata in questi giorni alla comunità diocesana la XVI Lettera Pastorale dell’Arcivescovo mons. Vittorio Mondello, dal titolo Le frontiere dell’Eucaristia. Dal cuore del mistero al cuore del mondo: come annunciare Cristo in un mondo che cambia, nata dalla necessità avvertita dal Presule di non lasciar passare avvenimenti di grande importanza, che si verificano in quest’anno pastorale, senza presentare alla sua comunità e alla società tutta, su di essi, alcune personali considerazioni e alcune convinte riflessioni, affinchè possano diventare oggetto di dibattito e di approfondimento, “nella speranza che ciò diventi l’occasione per una sorta di “laboratorio di pensiero” che permetta a tutti i membri delle nostre Comunità di tradurre in termini di vita concreta la ricchezza di motivi e di valori, di cui quegli avvenimenti sono segnali di indiscutibile importanza”.
Una Lettera pastorale che, per precisa scelta, non offre approfondite riflessioni teologiche sui temi trattati, limitandosi soltanto ad una loro piuttosto rapida e semplice presentazione, per sottolineare la “finalità squisitamente pastorale della Lettera stessa e raggiungere tutti i fedeli, per essere motivo di riflessione e sorgente di un rinnovato impegno pastorale che coinvolga, sulle frontiere della fede e della testimonianza, che nascono dall’Eucaristia, tutte le nostre comunità ecclesiali”.
La Lettera è strutturata in 5 capitoli che trattano ognuno di un avvenimento particolare:
1. Il Convegno pastorale Diocesano del 7-9 settembre 2010, che ci ha rivolto il pressante invito a riscoprire il senso del lavoro e soprattutto la necessità che esso viva il suo coronamento nel riposo della Domenica.
2. La 46ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani svoltasi a Reggio il 14-17 ottobre 2010 e che tra l’altro ha sottolineato la necessità di rinnovamento e quanto sia oggi importante recuperare in pieno la presenza del laico nella Chiesa per il mondo.
3. Il Programma pastorale della CEI per il decennio 2010- 2020 sul tema “Educare alla vita buona del Vangelo” sulla sfida educativa
4. L’Esortazione Apostolica post-Sinodale “Verbum Domini” di Benedetto XVI, sulla Parola di Dio nella Chiesa e sul suo rapporto con l’impegno del cristiano nel mondo, poiché la Parola di Dio, ascoltata, accolta e testimoniata, impegna tutti i cristiani a lavorare per il bene dei fratelli, a ricercare la giustizia, a promuovere la pace tra i popoli
5. Il Congresso Eucaristico Nazionale di Ancona del 3-11 settembre 2011, che ricorda a “noi di Reggio Calabria i momenti faticosi, ma entusiasmanti, della preparazione e della celebrazione del XXI Congresso Eucaristico tenuto proprio nella nostra città, nei giorni indimenticabili dal 5 al 12 giugno 1988, illuminati dalle Lettere pastorali del mio venerato predecessore, S. E. Mons. Aurelio Sorrentino, tendenti a spiegare il significato del tema scelto: “L’Eucaristia segno di unità”.
L’arcivescovo Mondello si rende conto che temi così diversi potrebbero sembrare senza alcun reale legame tra di loro. Ma tale legame esiste ed è “individuabile in un tema preciso, che tutti li percorre: “Annunciare Cristo in un mondo che cambia”. Tutti, infatti, questi cinque avvenimenti non hanno altro obiettivo che l’annuncio di Cristo agli uomini del nostro tempo. Un annuncio che attinge la sua forza decisiva nel divino mistero dell’Eucaristia”. Una “Eucaristia da contemplare, vivere ed incarnare nella convinzione che, come si dice nel sotto-titolo, partendo proprio dal “cuore del Mistero si raggiunge il cuore del mondo” e si comprende “come annunciare il Vangelo in un mondo che cambia”. Per questo ha voluto suggestivamente intitolare questa Lettera “Le frontiere dell’Eucaristia”: perché proprio di questo, si tratta: “l’Eucaristia sulla frontiera della vita locale (Convegno di settembre) e su quella della vita nazionale (Congresso di Ancona). Ed ancora: l’Eucaristia sulla frontiera dell’impegno politico a servizio della patria comune a 150 anni dalla sua nascita (Settimana Sociale); sulla frontiera del tempo (il nuovo decennio della CEI); e su quella dell’eterno (l’Esortazione Apostolica Verbum Domini)”.
La Lettera, all’interno dei capitoli, tratta in particolare alcune tematiche che, proprio perchè attingono alla nostra quotidianità, sono di fondamentale interesse per tutta la società civile.
In particolare si tratta diffusamente del lavoro e della situazione di allarmante disoccupazione, soprattutto giovanile. Una amara riflessione è indotta dalla cosiddetta fuga dei cervelli: “ Se la Calabria – dice mons. Mondello – avesse fatto, e facesse, ogni sforzo per dare più spazio a questi nostri intellettuali, si ritroverebbe probabilmente con una situazione culturale, economica e sociale di tutt’altro livello”.
“Alle Chiese di Calabria, – continua il Presule – non compete certo la soluzione del problema, che è di competenza squisitamente politica; tuttavia, esse hanno dato segnali molto significativi sulla frontiera di come possa essere affrontato; un esempio tra tanti: il cosiddetto Progetto Policoro”. Ma soprattutto la Chiesa deve continuare a lavorare sulla” frontiera educativa, non offrendo certo illusioni, né imitando logiche tutte meridionali di facili raccomandazioni, in attesa di risorse pubbliche da gestire. Si tratta, invece, di spingere a realizzare il sogno custodito nel cuore di tanti ragazzi, che non hanno il coraggio di immaginare che, finita la chimera del posto fisso, abbiano essi stessi la possibilità di creare lavoro. Quel che mi sembra urgente è, in realtà, “evangelizzare la situazione di disoccupazione”, incentivando la creatività e sostenendola, attraverso una adeguata formazione, che permetta l’acquisizione di indispensabili competenze. È necessario “mettere in rete” non solo le risorse ecclesiali, ma anche tutte quelle realtà civili dove questo sia possibile, sfatando l’immagine di un Sud, che non vuole lavorare, o non sa fare impresa… Occorre, in fondo, mettere in campo, con speranza, una fantasia nuova, perché ciascuno possa vivere del lavoro delle proprie mani, divenendo artigiano del proprio futuro, in una terra segnata dalla presenza oppressiva della’ndrangheta, dalla difficoltà di un potere politico, non sempre attento al bene comune, e dalla mala pianta della burocrazia: è questo il rischio della fede di chi crede che il deserto fiorirà.”
Accanto al problema del lavoro, è “necessario prendere coscienza dell’urgenza della “questione educativa”, considerando quanto sia difficile un’autentica educazione della persona umana nel contesto di una mentalità relativistica, nel mondo di oggi sempre più diffusa e pervasiva. Anche gli stessi strumenti della comunicazione sociale, ed in un certo senso soprattutto, ne subiscono il nefando influsso, rivelandosi spesso strumenti diseducanti e superficiali”. Tra le molteplici agenzie e i tanti soggetti educatori tra cui innanzitutto la famiglia, che resta la prima e indispensabile comunità educante, Mons. Mondello richiama il ruolo della scuola che “per se stessa è istituita per essere un centro educativo. Oggi, purtroppo, sempre più spesso, la scuola rinuncia alla difficile opera educativa e si riduce ad una agenzia che trasmette agli studenti nozioni e tecniche, utili magari per crearsi tante umane comodità, ma assolutamente inefficaci nel compito che più di ogni altro dovrebbe essere proprio della scuola: la possibilità di educare a saper discernere, in ogni frontiera della vita umana, tra ciò che è bene e ciò che è male.”
Infine un cenno sull’impegno politico dei cristiani. L’Arcivescovo ricorda che in questi ultimi tempi da parte del Magistero della Chiesa è stata più volte proposta l’esigenza di una nuova generazione di cattolici impegnati in politica, e che per un modo nuovo di fare politica occorre una formazione adeguata. La prima risposta che le comunità ecclesiali sono tenute a dare per rispondere a questa esigenza formativa è quella di riscoprire la natura e la missione del laico nella Chiesa e nel mondo; ma accanto a questa, occorre rivalutare l’azione svolta dagli Istituti di Scienze Politico -Sociali, e “bisognerebbe istituire, possibilmente, nelle singole parrocchie, la “Sala della Comunità”, dove i singoli appartenenti al territorio parrocchiale, a prescindere dalla loro appartenenza alla Chiesa, si possano incontrare e discutere i problemi del territorio per poter dare una comune soluzione per il bene di tutti coloro che vivono in quel territorio”
Il Direttore dell’Ufficio Diocesano Comunicazioni Sociali
Mons. Filippo Curatola