Le madri in difficoltà rivendicano i loro diritti
Giovedì 19 dicembre, alle ore 10,30 presso il Centro Comunitario Agape Reggio Calabria
Donne che parlano ad altre donne, storie di sofferenza e di abbandono, pianti liberatori, rabbia, ma anche tanta’ dignità’ e umiltà’ nel chiedere aiuto e nel rifiutare di continuare ad essere invisibili e cancellati dalla politica. Questo e tanto altro nell’incontro tenutosi all’Agape da un gruppo di madri auto definitosi madri in difficoltà’ Donne di età e situazioni personali diverse, accomunate dal fatto di crescere i figli senza avere un compagno accanto. Donne vittime di violenza e accolte in centri, vedove, separate, oppure divorziate o nubili, ragazze madri, tutte con un più’ figli minori.
Volti che raccontano storie di una di una povertà’ ancora nascosta, invisibile. Dalla straniera con una ha una bambina autistica e con altri due figli minori, da chi vive con tre figli in un alloggio-parcheggio senza acqua e luce, da chi ha vissuto nel lavoro mobbing, ricatti, sfruttamento, molestie sessuali e discriminazioni di chi vede nella donna sola una facile preda.
Non prevista da nessuna legge, ma in crescita il numero delle madri sole, di chi deve crescere un figlio senza avere un compagno con il quale condividere responsabilità’ Donne che hanno detto no all’aborto accettando coraggiosamente una maternità difficile.
Quando Madre Teresa venne a Reggio, visitò la casa accoglienza della Caritas per le ragazze madri disse ai presenti: di fronte alla scelta coraggiosa di una ragazza che dice sì alla vita, andando contro corrente, noi dobbiamo inchinarci religiosamente
La realtà’ purtroppo è diversa. Se la Chiesa di Reggio ha dato e sta dando accoglienza e sostegno a chi ha detto sì alla vita purtroppo quando quelle donne varcano le porte della casa accoglienza o dei centri antiviolenza o quando si ritrovano senza il compagno improvvisamente, trovano muri e chiusure davanti a loro, sia nelle istituzioni sia nella comunità civile.
«Dove vado? Cosa faccio? Come posso mantenere mio figlio?» sono le espressioni più ricorren¬ti, ed emerge con ineluttabile drammaticità la mancanza di formazione professio¬nale, di un lavoro, di una casa, di punti di riferimento affettivi e di servizi di soste¬gno per la crescita del bambino.
Basti pensare che non esiste una legislazione nazionale e regionale in grado di recepire e prevedere servizi e opportunità d’integrazione lavorativa e sociale per questa categoria. Una normativa in grado di recepire e rispondere ai bisogni di chi appartiene a questa fascia di disagio sociale e che non ha nemmeno una rappresentanza politica o sindacale, di là dagli slogan e delle manifestazioni di rito sulle pari opportunità’ e sulla denuncia delle discriminazioni.
Per questo un gruppo di donne di Reggio che vive questa condizione sociale ha deciso di alzare la testa e di mettersi insieme per rivendicare i propri diritti, per chiedere conto alle istituzioni e alla comunità’ Per farlo hanno deciso di costituire intanto un comitato di Madri in difficoltà’ affiancati da associazioni e organismi come Agape, Caritas, Camera Minorile, l’Istituto dell’Arcidiocesi-comunità di accoglienza.
E’ una sfida che intendono lanciare alle Istituzioni ma anche alla comunità’ tutta, chiesa compresa, che non può’ sentirsi tranquilla perché’ in Diocesi operano egregiamente il Giovanni Paolo Secondo ed i centri di ascolto della Caritas, ma va invece promossa una capillare pastorale di accoglienza superando anche vecchi pregiudizi come ci insegna Papa Francesco: Pensate a una ragazza madre, che va in chiesa, in parrocchia e al segretario: ‘Voglio battezzare il bambino’. E poi questo cristiano, questa cristiana le dice: ‘No, tu non puoi perché non sei sposata!’. Ma guardi, che questa ragazza che ha avuto il coraggio di portare avanti la sua gravidanza e non rinviare suo figlio al mittente, cosa trova? Una porta chiusa! Questo non è un buon zelo! Allontana dal Signore! Non apre le porte! E così quando noi siamo su questa strada, in questo atteggiamento, noi non facciamo bene alle persone, alla gente, al Popolo di Dio. Ma Gesù ha istituito sette Sacramenti e noi con questo atteggiamento istituiamo l’ottavo: il sacramento della dogana pastorale!
L’accoglienza e la difesa della vita è quindi un dovere di tutti e per questo servono nuove forme di solidarietà’ per non lasciare sole queste donne. Per questo, riprendendo un’esortazione del nostro Vescovo, si vuole lanciare l’invito ad Adottare una madre in difficoltà, un modo per affiancare a ognuna di esse una famiglia o un’associazione o una parrocchia le quali possono svolgere un’azione preziosa di sostegno e di accompagnamento materiale, sociale e spirituale.
Il primo appuntamento sarà il 19 dicembre, alle ore 10,30 c/o il Centro Comunitario Agape (agaperc@libero.it), con una conferenza stampa nel corso della quale si presenterà il Comitato e il programma che intenderà avviare per la difesa e la promozione dei diritti delle madri in difficoltà.
Mario Nasone
Centro Comunitario Agape Reggio C.