L’educazione alla pace e alla non-violenza
Pubblichiamo un interessante articolo di un responsabile del Centro per lo Sviluppo Creativo “Danilo Dolci” su alcuni metodi educativi basati sulla pace e la non-violenza.
L’Approccio maieutico reciproco come strumento di comunicazione e integrazione Vorrei prima di tutto, introdurre l’associazione con cui collaboro e di cui sono la responsabile per diversi progetti internazionali e locali che si fanno con i giovani, nei licei, e con adulti: il Centro per lo Sviluppo Creativo “Danilo Dolci” e il mio ruolo.
Il Centro Creativo mutua la sua nascita dal primo Centro Studi e Iniziative creato da Danilo insieme ai suoi collaboratori negli anni 50; dopo la sua morte è nato il Centro per lo Sviluppo Creativo “Danilo Dolci”, che ha come obiettivi principali quelli di:
– Divulgare la vita e l’opera di Danilo Dolci;
– Promuovere l’educazione ai bambini, giovani e adulti attraverso l’utilizzo della maieutica reciproca;
– Promuovere la maieutica reciproca nel mezzo scolastico e a livello internazionale;
– Educare alla pace e alla nonviolenza;
– Educare al lavoro di gruppo come mezzo di promozione culturale, sociale e civile.
Vorrei parlarvi in primo luogo del processo maieutico reciproco e della sua funzione di strumento d’integrazione. È bene precisare, che solo attraverso l’esperienza empirica si può comprendere veramente cos’è la maieutica, le definizioni e la letteratura esistente non sono in se sufficienti ad offrire una conoscenza completa.
Considerata la difficoltà ad organizzare un laboratorio per ovvi motivi di tempo, cercherò di condividere con voi le conoscenze da me acquisite attraverso un lavoro che ha unito lo studio delle opere di Danilo Dolci allo svolgimento pratico dei laboratori.
La maieutica reciproca (MR) è un metodo di comunicazione nonviolenta, sviluppato da Danilo Dolci e diverso della maieutica socratica, che si può utilizzare con i gruppi in diversi contesti e con diversi obiettivi. I principali valori propri della MR sono: l’ascolto attivo, l’espressione onesta e sincera del proprio pensiero, la partecipazione, la valorizzazione dell’altro e la collaborazione.
Il processo maieutico attiva e sviluppa nei partecipanti competenze e valori importanti come: imparare a valorizzare il gruppo (capacità fondamentale per poter vivere in società e costruire insieme), imparare a collaborare, imparare ad apprezzare e rispettare l’altro, imparare a essere attivo e coinvolto nella società; e ancora promuove l’aumento dell’auto-stima e la consapevolezza.
La MR è un “processo di esplorazione collettiva che prende come punto di partenza l’esperienza e l’intuizione dell’individuo” (in La struttura maieutica e l’evolverci, 1996) e quindi promuove i processi di gruppo e la pluralità di esperienze e punti di vista. Come scrive Danilo in una delle sue poesie: “Una riunione è buona se alla fine/uno non è più lui/ed è più lui di prima.” (in Poema umano, 1974).
Tutti questi sono valori e competenze fondamentali all’essere umano nella società. Sono delle condizioni basilari per costruire la pace attraverso un processo creativo e nonviolento di crescita comune. La MR è qualcosa di molto semplice ma difficile da applicare nella nostra società ogni volta più individualista e violenta, dove non c’è, il più delle volte una vera comunicazione e dove gli interessi prevalgono sui diritti.
In un laboratorio maieutico tutti i partecipanti si dispongono in cerchio (questa è una configurazione fisica che facilita la comunicazione) e c’è un coordinatore (che cambia ogni volta dentro lo stesso gruppo) che gestisce la comunicazione. La MR può essere utilizzata per raggiungere diversi obiettivi, un gruppo si riunisce per motivazioni diverse, vuole discutere su un tema, scambiare idee per arrivare ad un’idea più ricca e complessa;
vuole risolvere/trasformare un conflitto, vuole analizzare i bisogni di ognuno per poi attivare un piano d’azione comune che permetta di soddisfare i bisogni identificati; vuole fare una riunione organizzata e produttiva.
Come promuove la maieutica reciproca l’integrazione?
Partiamo del presupposto che la MR si può utilizzare come un metodo a se o come un metodo aggiuntivo ad un altro e che permette, ad esempio, di fare una riflessione guidata dopo un’attività.
Utilizzandola come metodo a se la MR permette di creare un processo (non attraverso un unico laboratorio ma attraverso una serie di laboratori) dentro il gruppo che facilita la conoscenza tra i partecipanti e conseguentemente il rispetto reciproco.
Dare a tutti e tutte la possibilità di comunicare in maniera nonviolenta e quindi di esprimere le proprie idee ed essere ascoltati, è una condizione necessaria al processo di decostruzione del pregiudizio, all’apertura e allo sviluppo del rispetto dell’altro.
Imparare ad ascoltare e capire che non solo le proprie idee hanno un valore, è un altro aspetto necessario al cambiamento attitudinale; se accetto la pluralità è anche più probabile che accetto la differenza senza alcun pregiudizio. Questo processo è fondamentale all’integrazione una volta che l’accettazione dell’altro apre una serie di possibilità necessarie all’integrazione vera, vuol dire in tutti i sensi e in tutti i contesti sociali, dai rapporti umani (mi accetti nella tua testa e nel tuo cuore) all’educazione, al lavoro, alla rappresentazione politica, ecc.
Parliamo ancora d’integrazione e ricordiamo come la MR permette di sviluppare competenze e valori importanti. Questi valori e competenze danno al singolo individuo la possibilità di valorizzarsi e di sentirsi abbastanza forte da muoversi all’interno della comunità, sia a livello individuale sia in gruppo. Si attiva quindi un processo d’integrazione che parte dal singolo individuo; perché l’integrazione non è un processo unidirezionale in cui quello che esclude integra, l’integrazione è un processo complesso, dinamico e bidirezionale in cui tutti hanno un ruolo e una responsabilità.
Invece, il processo può accadere in maniera più diretta cioè, affrontando il tema attraverso l’espressione verbale. La base di un laboratorio maieutico è l’espressione verbale e non-verbale. Si può affrontare quindi il tema del pregiudizio, del cambiamento e dell’integrazione in maniera più diretta dentro il gruppo e fare uno o più laboratori su questi temi e su altri ad essi collegati.
È necessario che il coordinatore sia preparato a gestire possibili conflitti dentro il gruppo in maniera creativa. Finalmente, quando la MR è utilizzata come metodo aggiuntivo ad un altro, ha la funzione di facilitare la riflessione su una certa esperienza (vissuta attraverso l’attività iniziale), di espressione emozionale, di consolidazione dell’apprendimento, di transfer per il mondo reale, di chiarificazione. Le condizioni rimangono le stesse, ma cambia soltanto l’obiettivo del laboratorio.
A cura del Centro per lo Sviluppo Creativo “Danilo Dolci”