Metti una sera in chiesa con Padre Maurizio Patriciello
Mercoledì 24 febbraio, a Polistena, (RC) don Pino De Masi, parroco e referente di Libera, precursore di tempi nuovi ed esempio nitido per tutti noi, ha organizzato il primo di una serie di incontri sull’Enciclica del Papa Laudato si’. Un incontro in chiesa, in un Duomo gremito, a voler evidenziare la necessità di coniugare l’essere cristiano con la vita, con quanto ci accade intorno nella città che abitiamo.
Toni Mira, caporedattore dell’Avvenire, ha intervistato Padre Maurizio Patriciello, da tempo impegnato nella difesa dei diritti degli abitanti della c.d. “terra dei fuochi”.
Toni Mira: Padre Maurizio Praticiello è parroco di Caivano, provincia di Napoli, in un quartiere di case popolari, zona di emarginazione e di spaccio… Nel 2012 P. Maurizio ha scritto al Direttore dell’Avvenire una lettera – appello per la sua “terra avvelenata”. Perché un parroco, un prete ha deciso di occuparsi di rifiuti?
P. Maurizio: la prima volta che mi hai rivolto questa domanda è stato davanti a tanti politici ed io dissi loro “Sono dovuto scendere in campo perché voi siete rimasti fuori!”. La camorra ha fatto l’unico mestiere che conosce, ma da sola non avrebbe potuto arrivare a tanto. Ha fatto affari con gli industriali disonesti del centro e del nord d’Italia, che sversando rifiuti nocivi nelle nostre terre le hanno avvelenate. Lo scempio ormai è attuato e nessun politico, nessun amministratore se n’è accorto. Da noi lo Stato non ha fatto il suo dovere, non ha fermato chi tutte le notti sversava ovunque rifiuti pericolosi.
Questo è il tempo in cui un intero popolo deve alzare la testa per pretendere la tutela dei propri diritti! Se leggiamo il Vangelo vediamo che la missione dei cristiani è a 360 gradi. Siamo nella Quaresima di Misericordia e la nostra gente non ha neanche il diritto di respirare. Ricordate le parole “Vi dico, se voi tacerete grideranno le pietre (Lc 19,40)…” e così sarà se noi cristiani taceremo!
Toni Mira: Quanti funerali hai celebrato in questi anni?
P. Maurizio: Tanti, tanti… In molte occasioni davanti alla morte dei bambini (vedi quella del piccolo Di Matteo, ucciso e sciolto nell’acido) mi viene chiesto “Ma Dio dov’era?”… rispondo “Voi dov’eravate? Noi dov’eravamo?” . Siamo chiamati a tutelare la dignità dell’uomo con i suoi diritti: l’uomo è stato creato ad immagine di Dio! Dobbiamo rileggere correttamente il termine umiltà: quando parliamo nella verità e non per interesse, quando cerchiamo di tutelare i diritti dei cittadini, dobbiamo farlo con forza.
Legge dall’Enciclica… “Poiché il diritto, a volte, si dimostra insufficiente a causa della corruzione, si richiede una decisione politica sotto la pressione della popolazione. La società, attraverso organismi non governativi e associazioni intermedie, deve obbligare i governi a sviluppare normative, procedure e controlli più rigorosi. Se i cittadini non controllano il potere politico – nazionale, regionale e municipale – neppure è possibile un contrasto dei danni ambientali”… e aggiunge: “C’è bisogno di sincerità e verità nelle discussioni scientifiche e politiche… senza limitarsi a considerare che cosa sia permesso o meno dalla legislazione”.
Ripete: Insieme questa battaglia si potrà vincere! E per farlo dobbiamo andare alla ricerca delle persone più sensibili per farci aiutare!
Mentre parla, stacca un attimo gli occhi ed il suo viso si rattrista, legge un sms: è la conferma di una recidiva tumorale da parte di una persona cara…
Riprende: oggi le mamme che hanno perso i loro piccoli sono attivissime, fanno volontariato in ospedale per sostenere altre mamme ed i loro bimbi affetti da patologie tumorali… e legge altri sms, è un ciclo continuo, terribile!
Toni Mira: A distanza di anni, comunque, dei risultati si sono ottenuti, vedi la legge sugli ecoreati… Ricordi la tua prima marcia a Caiano?
P. Maurizio: Quella sera capii che eravamo proprio all’anno zero! Capii che bisognava fare qualcosa di più forte ed andai a comprare 5000 fiaccole, con l’intesa di restituire quelle che non avremmo utilizzato. Arrivarono 20.000 persone, le fiaccole non si vedevano quasi, rientrati in Parrocchia i ragazzi ne erano contenti, ma io dissi che era stato il massimo degli insuccessi: la gente era venuta perché proprio non ne poteva più!
Un gruppo di mamme che avevano perso i loro figli accettarono di farsi fotografare nel lettino del proprio bimbo con la foto del figlio in braccio… qualcuno disse che volevo strumentalizzarle. Uscimmo ancora in strada, con le foto… eravamo 50.000 ed ancora dopo uscimmo a Napoli, dove eravamo 100.000. Ed allora non si poteva più far finta di non vedere. I problemi non si possono confinare, vanno affrontati.
Ho compreso che le cose si cambiano in due modi: o con le rivoluzioni o con il dialogo, la strada più lunga, quella più estenuante, la strada che ho scelto. E se mentre un popolo lotta in Campania, un popolo inizia a lottare in Calabria e così via… vedrete cosa succede!
E proprio a questo ci invita il nostro Papa, ad impegnarci direttamente senza delegare! La Laudato Sii era nel cuore del Papa, ma forse gli abbiamo dato una spinta.
Abbiamo stampato più di 150.000 foto delle mamme ed in una sola settimana la gente le ha affrancate e spedite al Papa ed al Presidente della Repubblica. In Piazza San Pietro il Papa ci disse “Saluto i pellegrini della terra dei fuochi e vorrei ricordare a tutti che la salute ed i diritti dei cittadini vengono prima di qualunque altro interesse.” Ed ancora ci incitò: “Continuate, continuate”. Quindi non lo dico io: è il Papa che ce lo dice!
Toni Mira: Parlaci del tuo legame d’amicizia con don Peppe Diana.
P. Maurizio: Spesso, prendendo un abbaglio, lo definiamo eroe, ma don Peppe aveva capito che non poteva essere prete a Casal di Principe come in un qualunque altro posto. Non dobbiamo parlare ai ragazzi di Falcone e Borsellino come di eroi, ma come di persone normali che hanno fatto il loro dovere fino in fondo. I padri e le madri onesti possono essere i loro modelli di vita.
Alla beatificazione di don Pino Puglisi c’erano 500 sacerdoti, 50 vescovi, 2 cardinali, tantissima gente, un sole meraviglioso…ma, ad un certo punto, ho avvertito la tristezza nel cuore… mi sono detto: se non ti avessimo lasciato solo!
Toni Mira: E allora cosa dobbiamo fare?
P. Maurizio: Porre particolare attenzione alle nostre campagne, alle nostre montagne. Coinvolgere i giovani. Capire che noi e l’ambiente siamo profondamente legati. Conoscere meglio la complessità del problema (internet ci può aiutare). Un esempio: per produrre un chilo di scarpe o borse si ottiene mezzo chilo di scarti vari, sostanze velenose; se la produzione, per evadere il fisco, è illegale, anche gli scarti lo saranno. E daranno origine ai roghi tossici ed ai fumi che vengono respirati da tutti noi.
Toni Mira: C’è perdono anche per coloro che hanno avvelenato la nostra terra, per la nuova camorra?
P. Maurizio: Ricordo il mio incontro con il camorrista Carmine Schiavone, pentito, morto di recente, alla mia domanda “quanti ne hai uccisi personalmente?” rispose “cinquanta o sessanta”… c’erano dieci uomini in più o in meno e lui non lo ricordava neanche. Continuava a toccarmi il braccio con quella stessa mano che tanti aveva ucciso. Gli misi al collo il mio Tau… Tutto il resto lo lasciamo a Dio!
Maria Laura Tortorella
Magister Comunità MASCI RC 4