Mille NO alla barbarie
Non vendetta ma giustizia per Giuseppe. Le aspettative dei congiunti in una lettera consegnata ieri al questore Carmelo Casabona
Non chiedono vendetta ma giustizia. Sfilano in silenzio sono in tanti, oltre cinquecento, con le candele accese e le t-shirt con la stampa del sorriso di Giuseppe. È passato solo un mese, ma sui volti dei familiari, dei tanti amici sembra molto di più. Ma loro non si arrendono, non vogliono accettare con rassegnazione la violenza omicida che ha stroncato la vita del giovane, sperano di svegliare le coscienze dei reggini. Una determinazione che ha alimentato il corteo che la famiglia di Giuseppe Sorgonà, la comunità di Mosorrofa, l’associazione Libera, il movimento Reggio non tace, hanno promosso ieri, ad un mese dall’omicidio di Giuseppe.
La Reggio degli onesti si è ritrovata davanti alla Questura, dove la famiglia Sorgonà è stata ricevuta dal questore Carmelo Casabona a cui ha affidato una lettera in cui si «ringraziano le forze dell’ordine e la magistratura per l’esemplare lavoro che quotidianamente svolgono a favore della gente onestà e contro la criminalità, chiedono un forte impegno per scoprire l’autore del terribile omicidio di Giuseppe, avvenuto il 7 gennaio in pieno centro».
Una lettera in cui emerge la lucidità che accompagna le scelte e le aspettative della famiglia. «Ci si rende conto della complessità delle indagini, dato lo spessore umano di Giuseppe: alta moralità, onestà, amore per la famiglia e per la vita semplice, umile e generoso, sereno, educato, lontano mille miglia da ambienti malavitosi, limpide radici familiari.
Sì certo è difficile, ma noi tutti abbiamo fiducia nel vostro operato, non chiediamo vendetta, ma giustizia e lo facciamo con serenità, con la voce che viene dal cuore e anche con forza e determinazione, perchè pensiamo che solo la giustizia possa dare ancora un senso alla vita di una famiglia, di una comunità, che all’improvviso senza rendersene conto si vedono strappare con violenza uno dei suoi figli più validi e più cari.
La moglie, il figlioletto Domy, i genitori, i fratelli, i parenti tutti, la comunità di Mosorrofa, tutte le persone oneste, ripongono in voi grande speranza per poter riprendere (se mai sarà possibile) il cammino di una vita serena che porti un domani ad una possibilità di perdono».
Un’iniziativa in cui ricordare un altro giovane reggino assassinato nel 2005, Danielino Polimeni. Il cadavere del ragazzo fu rinvenuto sei anni addietro a Favazzina, sulla vicenda non si è ancora fatta luce.
«Speravo che mio figlio fosse l’ultimo – dice mamma Anna quando il corteo fa tappa all’ingresso del cortile di via Clearco – ma ce ne sono stati tanti, alcuni ricordati altri no, mio auguro che un giorno qualcuna ci dica chi si è preso la vita dei nostri ragazzi, ma io sento che ci hanno lasciato soli».
Il corteo attraversa il centro della città da un capo all’altro e si fa sempre più numeroso, sono tante le fiaccole accese, ogni iniziativa conta nuova adesioni ci sono i giovani del Csi guidati da Paolo Cicciù, i ragazzi dell’Ugl giovani, i rappresentanti dei Circoli del fare. Un silenzio che urla alla città di svegliarsi, perchè come recita uno degli striscioni “Chi ha paura muore tutti i giorni”, Reggio timidamente muove i suoi passi, ma sono ancora poco fermi. «Da giorni siamo passati in ogni negozio del Corso per chiedere agli esercenti di spegnere le luci o di abbassare le saracinesche al passaggio del corteo, ma il nostro appello non è stato colto» dice con amarezza uno degli amici di Giuseppe.
Ma il corteo prosegue la sua silenziosa marcia fino al capolinea, fino a via De Nava, ci si ferma al palo che ha fermato la corsa dell’auto di Giuseppe Sorgonà il mese scorso, le lacrime trattenute vincono la determinazione e scorrono sui volti di tutti, ma in un riserbo carico di dignità e rispetto. È il momento della preghiera, «non dell’Eterno riposo – afferma padre Giovanni Ladiana – ma del Gloria al padre, per il modo in cui gli amici di Giuseppe ci hanno chiamato a rispondere a questa barbarie». Un modo di «continuare a sperare, per lasciare spazio alla rassegnazione».
L’incontro
Il questore di Reggio Calabria Carmelo Casabona a distanza di un mese esatto dall’efferato omicidio di Giusppe Sorgonà, ha incontrato i più stretti familiari del giovane ucciso.
La vicinanza. L’incontro è avvenuto nello studio privato del dottor Casabona, ed è apparso estremamente significativo perchè ha inteso sottolineare la vicinanza della Polizia di Stato alla famiglia così duramente colpita ma anche l’impegno degli investigatori finalizzato alla individuazione dei responsabili dell’omicidio.
La lettera. I genitori di Giuseppe Sorgonà –poco prima della loro partecipazione ad una fiaccolata organizzata per le vie della città – hanno consegnato al questore una lettera.
Il corteo. Partito davanti alla Questura il corteo ha attraversato la città e si è fermato in via De Nava lì dove il mese scorso è avvenuto l’omicidio.
Il ricordo. Nel corso dell’iniziativa è stato ricordato anche Danielino Polimeni, giovane reggino ucciso nel 2005.
Eleonora Delfino
Gazzetta del Sud – Reggio C. (08/02/2011)