Non c’é pace senza giustizia
Non c’è pace senza giustizia: 2 maggio, Incontro con Ernesto Olivero
Quando abbiamo concluso l’incontro, venerdì sera, il responsabile dell’Auditorium di S. Antonio ci ha detto “Vi ho contato… eravate quasi trecento!”. Non sono certo i numeri che contano, ma l’atmosfera di “pace” che si respirava in quella sala gremita… quella si! L’atmosfera creata dalla presenza di un uomo speciale quale Ernesto Olivero che con il suo parlare buono ma deciso, si è presentato a noi dicendoci “Sapete come siete entrati, ma non sapete come ne uscirete!”. E così è stato! Non puoi ascoltare Ernesto e rimanere indifferente: le sue parole, il suo vissuto scuote la coscienza e ti invita a chiederti cosa ancora potresti fare e non hai fatto, ti invita a chiederti da che parte vuoi stare…
Un uomo semplice, normale, che affidandosi alla fede ed alla speranza, con alcuni amici, si è impegnato alacremente per la realizzazione di un sogno: combattere la fame nel mondo, aiutare chi è nel bisogno… e ci è riuscito!
E’ nata così, da un manipolo di giovani, un’esperienza grandiosa come quella del Ser.mi.g. (Servizio missionario giovani) e dell’Arsenale della pace di Torino. Esperienza di rete a livello mondiale: oggi gli Arsenali sono tre (si sono aggiunti l’Arsenale della Speranza in Brasile e l’Arsenale dell’Incontro in Giordania)… E pensare che molti di noi no ne conoscevano neanche l’esistenza!
Quando abbiamo chiesto ad Ernesto di parlarci della nascita del Ser.mi.g., lui ci ha raccontato di incontri speciali e di esempi che lo hanno forgiato, dal Cardinale Pellegrino che li ha sostenuti nelle difficoltà, a Paolo VI dal quale si presentato senza appuntamento e con le scarpe rotte, da Madre Teresa di Calcutta che lo ha incoraggiato quando la calunnia lo ha colpito, a Giovanni Paolo II che ha incontrato ben 77 volte.
Da una giovane mamma sola, in procinto di abortire, per il cui figlio si è offerto di essere padre, a quei 50.000 mattoni trovati in una sola notte per la costruzione delle mura dell’Arsenale. Dal giovane che gli chiese “Ernesto stanotte tu dove dormi?”, scuotendone l’animo, alla vedova che si presentò all’improvviso togliendosi gli anelli dalla mano per donarli al Ser.mi.g… E tanto altro ancora, la vita vissuta che parla e raccontandosi insegna come quell’”imprevisto di Dio”, a cui Ernesto si è sempre lasciato andare, sia in grado di indirizzare e cambiare la nostra vita.
E in quella sala gremita oltre l’atmosfera, oltre la presenza, abbiamo anche respirato la bellezza dell’essere insieme: con noi del Masci RC4 erano tanti altri adulti scout, il Segretario Nazionale e la Segretaria Regionale, Libera e Reggio Non Tace, l’Agesci (dal gruppo del Duomo a quello di Archi) ed i Gen , il CAI e l’AFI, Microdanisma e Maestri di speranza , la Consulta delle Associazioni Laicali, Mimmo Martino dei Mattanza che ha recitato una bellissima preghiera scritta per la “Madonna di Polsi”, l’Agi 2000 e la Brutia… e tante altre ancora.
E lui a incitarci: “Noi possiamo cambiare il mondo… dobbiamo combattere il male, essere luce… perché la luce annulla il buio”.
Quando ci ha salutato ci ha invitato a Torino, per visitare l’Arsenale. Gli abbiamo risposto che ci avremmo pensato, magari in autunno. Ma Ernesto ha aggiunto “no, è tardi… dovete venire presto, dovete venire adesso!”. L’urgenza di fare il bene e di farlo bene, l’impellenza che ci trasmette ci invita a muoverci senza indugiare.
E l’appello di Ernesto lo stampiamo nei nostri cuori commossi… anche perché, se vale per il Ser.mi.g., vale anche per la nostra terra. Per la quale abbiamo iniziato insieme un cammino di ricostruzione che ormai è partito e non può più arrestarsi!
Un cammino nutrito di pace che possiamo costruire solo perseguendo giustizia. Riconoscendoci tutti possessori di diritti, ridando dignità a coloro ai quali è stata sottratta, costruendo sviluppo etico, impegnandoci per la salvaguardia del nostro territorio, opponendoci alle logiche mafiose, denunciando minacce e violenze, lottando per la libertà d’impresa e di pensiero, sostenendo le vittime della criminalità…
Dimostrando con i fatti chi siamo e testimoniando i valori in cui crediamo. Cittadini che con tenacia si impegnano oltre ogni speranza per costruire insieme, a Reggio Calabria, la loro “città dell’uomo”!
Ed Ernesto, rispondendo ad una domanda precisa, ci ha detto “convertiamo la mafia”. Ma come si fa? – gli abbiamo chiesto.. e lui: “Non facendosi corrompere, divenendo uomini e donne libere che non cedono a raccomandazioni, ricatti o compromessi… Dicendo dei si, ma anche dei no”.
E dopo l’incontro tutti da Filippo Cogliandro, noto imprenditore di Lazzaro nonché amico caro che ha denunciato il racket per testimoniare la possibilità concreta di non piegarsi al pizzo per fare impresa. All’Accademia si sono susseguite testimonianze, scambi di pensieri con Ernesto e ottima musica classica offerta dai Maestri Fulvio Puccinelli al violino e Pino Puntorieri al pianoforte… Ed è stata vera festa!
Maria Laura Tortorella
MASCI RC 4 “Mons. G. Ferro”