Pensieri da Nyandiwa…
Pubblichiamo una lettera inviataci da Nyandiwa, dal nostro Adulto Scout Piero Milasi (MASCI RC 4), in missione in Kenya, col noto progetto di cooperazione internazionale Calabria for Harambée:
Cara Comunità,
riesco a scrivervi con mezzi di fortuna (batteria fotovoltaico: é da due giorni che non c’è luce elettrica).
In questi giorni, con i miei quattro compagni di viaggio (tre scout e due “bocconiani”), abbiamo contribuito ad avviare, a proseguire, alcuni progetti importanti nel rapporto Calabria for Harambée. In particolare, sul progetto di itticoltura, abbiamo seguito lo scavo della prima delle due vasche per allevare la tilapia, programmato con Margaret i successivi passi (acquisto e posa telo, recinzione, prima fornitura di pesci, futura gestione e promozione).
Sulla Jatropha, progetto a cui abbiamo contribuito con la raccolta fondi per l’acquisto del terreno, finalmente una prova di spremitura! Per un’intera mattinata abbiamo utilizzato una macchina, stretto viti, pesato residui, misurato consumi ecc. L’olio c’è, esiste anche se la macchina non é quella giusta; quindi, in Italia faremo le analisi dell’olio, le prove per i derivati, saponi etc., e poi troveremo un’alternativa alla macchina esistente.
Abbiamo, inoltre, fatto da testimoni (in senso stretto, io ho firmato) a un accordo fra IKSDP e un organismo agricolo, volto alla diffusione presso le comunità della pratica di coltivazione del girasole per la produzione di olio, abbiamo visitato i campi, abbiamo, con le donne africane, battuto i fiori per recuperare i semi.
La speranza e quella di poter convertire terre incolte a questa produzione certamente redditizia per la popolazione. IKSDP darà la possibilità, con un anticipo economico, di comprare i semi ai contadini. Altro grande impegno in questi giorni è quello teso alla apertura di una “Art Gallery”, negozio al centro di Nyandiwa con vendita di prodotti di artigianato locale.
Abbiamo contribuito scrivendo etichette, facendo l’inventario, la stesura degli accordi fra le parti. IKSDP dà il proprio locale laboratorio a un gruppo di artigiani per la produzione di questi oggetti bellissimi. Infine, abbiamo presentato il progetto sport, annunciando che ad agosto alcuni giovani reggini della squadra di pallamano verranno in Africa per uno stage. Siamo sempre abbastanza impegnati e la sensazione è quella che la direzione di Harambée sia quella giusta, cioè un progetto di cooperazione allo sviluppo che possegga le caratteristiche essenziali per operare correttamente, e cioè:
– costanza nella presenza: non una attività di qualche mese o di qualche anno, ma una continuità nel tempo;
– attenzione al territorio: un progetto che parta dalla comunità locale e che dà spazio alla stessa fino a lasciarne la completa gestione;
– non dipendenza dai finanziamenti pubblici: la presenza di contributi é prevalentemente privata e legata a raccolta fondi, ma é solo uno degli strumenti di sviluppo, che si base di fatto sulla auto-sostenibilità;
– capacità di creare relazioni: non vi é un soggetto che aiuta l’altro, ma due soggetti alla pari, con ruoli diversi, ma che entrambi collaborano, si conoscono, danno un volto e una storia alle persone impegnate e, alle fine, tutti hanno una utilità e una ricompensa.
Questi giorni e queste notti, inoltre, sono stati momenti di confronto non solo fra due continenti, ma anche al nostro interno; fra l’altro siamo prevalentemente scout. Percepiamo la distanza, a volte, delle nostre associazioni di riferimento, AGESCI e MASCI, dall’essenza e dal cuore della cooperazione allo sviluppo e siamo sempre più convinti che una consapevolezza nuova possa essere fondamentale anche per lo scopo principali delle nostre associazioni, per l’educazione ai ragazzi e agli adulti.
E, soprattutto, riteniamo che le sigle, i protocolli firmati, le pattuglie costituite, ecc. all interno dei nostri movimenti siano mezzi e non fini, e che anche in questo ambito, nel silenzio degli alberi che crescono, dobbiamo riconoscerci all’interno e all’esterno delle nostre associazioni.
Fra persone a cui lo scegliere di incontrare l’altro, altro come persona, altro come luogo, anche non necessariamente spostandosi dalla propria citta, ha un po’ cambiato la vita.
Vi penso spesso,
Piero