Pignatone: “Ndrangheta, adesso tocca alla”zona grigia”
Pignatone: “La ndrangheta è unitaria. Dopo due anni e mezzo di attività e risultati adesso combattiamo la zona grigia”
Tocca al Procuratore Generale della Repubblica di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone la prima delle relazioni tenute nella prima giornata del seminario “La Ferita”, in corso di svolgimento a Reggio presso il palazzo della Provincia. Un quadro chiaro quello descritto da Pignatone che con un intervento preciso e puntuale traccia il bilancio di due anni e mezzo di attività dal momento del suo arrivo a Reggio Calabria.
A cominciare dal primo periodo di attività, caratterizzato da una serie di difficoltà dovute anzitutto alla mancanza di risorse, ad un cono d’ombra informativo e quindi ad uno scarso interesse nei confronti della attività di contrasto da parte della società civile. Ma soprattutto spiega Pignatone dall’assenza di una mappatura generale delle cosche sul territorio che doveva essere tracciata durante le indagini degli anni precedenti.
Attraverso una serie di citazioni delle intercettazioni effettuate in questi anni durante le attività investigative, Pignatone ricostruisce un quadro completo delle caratteristiche essenziali del fenomeno mafioso nella provincia di Reggio.
Caratteristiche che si riassumono nel tratto unitario di un’organizzazione che riesce a coniugare la sua capillarità nel rapporto con il territorio e con l’economia legale attraverso un’unica regia centrale che è frutto dei delicatissimi equilibri criminali che si esprimono sui territori.
Dunque l’unicità della ndrangheta. Una peculiarità che ormai la avvicina sempre di più alle modalità di strutturazione della mafia siciliana, una realtà che il Procuratore Pignatone conosce molto bene e che spesso utilizza, nella sua analisi, come termine di paragone.
Ma la difficoltà di un approccio corretto nell’attività di prevenzione e contrasto dipende anzitutto dalla mancanza, a differenza di quanto avviene nelle Procure siciliane, di uno “storico” delle attività investigative. In sostanza è come se ogni nuovo pool di magistrati che arriva ad operare a Reggio debba ripartire da zero, senza la possibilità di sfruttare i risultati investigativi raggiunti in precedenza.
Addirittura spesso negli ultimi anni si sono perse le tracce di elementi che potevano avere un grande valore investigativo per le indagini attuali. E questo di sicuro rende molto più complicata e articolata l’attività di contrasto ad un’organizzazione che oggi si presenta fortemente addentrata nelle istituzioni e nell’economia legale.
E’ ormai chiaro anche grazie agli importanti risultati ottenuti sul piano investigativo che la ndrangheta non è più solamente un’organizzazione criminale violenta. Le recenti rivelazioni di una serie soggetti che hanno deciso di pentirsi e di mettersi al servizio delle attività investigative, una novità storica per il sistema della ndrangheta, ha dato la possibilità di ricostruire l’intreccio di interessi che ruota intorno all’economica della ndrangheta.
Nonostante il continuo ricorso all’intimidazione, è infatti soprattutto attraverso il denaro ed il prestigio sociale dei suoi affiliati che riesce ad ottenere in tutto il mondo la connivenza di vasti settori della società. E’ annientare la cosiddetta zona grigia il nuovo obbiettivo primario della magistratura reggina. Un obiettivo che il Procuratore Pignatone, insieme con tutti i suoi collaboratori, ha tutta l’intenzione di perseguire al più presto.
Stefano Perri
STRILL – Lunedì 22 Novembre 2010