PTQ: dentro il sole d’ottobre
Le bandiere salgono sugli improvvisati pennoni del lungomare di Salerno e modulano il loro ondeggiare seguendo la brezza del pomeriggio, caldo, come d’estate. Di fronte, sulla spianata dell’albergo che ospita i partecipanti al Convegno M.A.S.C.I., centinaia di persone cantano l’inno nazionale e, dopo aver reso il saluto scout, si portano la mano al cuore, quasi a stringere l’Italia in un gesto d’affetto. Ed è davvero tutta l’Italia presente nella bella cittadina campana lo scorso fine settimana: da Merano a Scicli, da Cefalù a Treviso, passando per la Calabria, l’Abruzzo, l’Emilia, il Piemonte…
I colori, cangianti nelle formazioni di provenienza, trovano composizione nel blu dei fazzolettoni (di gran lunga il più utilizzato) intrecciati sul cuore, che disegnano le vie del centro storico in un mosaico puntiforme, in continuo movimento, che richiama le variegate sculture policrome che abbelliscono le strade cittadine.
E’ una invasione pacifica e allegra, che i residenti guardano con curiosità e cordialità, cercando di scorgere sulle magliette, sugli slogan stampati, sui volti degli adulti-scout, la località di rispettiva provenienza.
Ma siamo davvero in tanti e ci incrociamo negli snodi delle strade a formare un fiume rutilante che si compone nei luoghi di studio e di confronto, nei gazebo del lungomare, nelle sale che ospitano le relazioni dei convegnisti, seguite con grande partecipazione, attenta e seria.
Il Presidente nazionale ci ha accolto venerdì pomeriggio regalandoci una relazione appassionata e severa, ricca di riflessioni e spunti di interesse, intervallata dalle parole di Isaia 55 e conclusa con una bellissima preghiera di Don Tonino Bello.
Nell’accogliente salone dell’albergo, stracolmo, i dialetti si rincorrevano a commento delle parole ascoltate dai relatori, fra cui il battagliero Sindaco di Salerno (abile oratore) e l’Assistente Ecclesiastico nazionale.
Il richiamo alla situazione attuale, al ruolo del Movimento, alla necessità di essere presenti e propositivi, quale organismo vivo nella società attuale, percorsa da disgreganti fenomeni di globalizzazione, è stato reso con particolare fervore sia religioso che civico ed ha formato la cornice ideale dell’avvio dell’esperienza comune.
La giornata di sabato, poi, ha visto il formarsi di quattro gruppi d’ascolto, in altrettanti saloni del centro, che hanno seguito le relazioni comprese nei temi scelti per l’approfondimento: “Scautismo per adulti”, “Tracce di Catechesi e Spiritualità per Adulti”, “Entra nella Storia” e “Mondialità”.
I commenti agli incontri hanno permesso di accertare un vivo interesse per gli argomenti esaminati, ancorché differenziati per temi e settori di incidenza. La partecipazione compatta ha dimostrato il desiderio di apprendere e di informarsi che risiede nella mente e nel cuore degli adulti-scout, per i quali il tempo è solo un accessorio ineliminabile di una lunga giovinezza.
I pranzi e le cene conviviali, condite da canti, risate, bevute e strimpellate di chitarra (la famosa “posteggia”), hanno ricomposto amicizie e ricordi, esperienze ed impressioni passate. Quello che emergeva dai vari tavoli, tuttavia, era sempre un’atmosfera di vitalità e forza, anche da parte di persone che, piegate dalla fatica degli anni, partecipavano con vigore ai brindisi, ai cori, agli auguri che venivano indirizzati ai festeggiati di turno.
Ed è probabilmente questa la forza del Movimento: un nutrito gruppo di giovani-adulti-anziani che sfidano le leggi del tempo, con la forza di un Credo e di un’idea di vita.
Tutto il resto è semplicemente un corollario. Lo si è visto il sabato pomeriggio nei gazebo allestiti in riva al mare, teatro di teatri improvvisati, dove nugoli di estemporanei attoriconferenzieri spiegavano agli ospiti come o cosa fanno e, soprattutto, perché lo fanno, in una gara di idee, iniziative, desideri, programmi, azioni.
I Trivi, i Quadrivi. Un Movimento racchiuso nel cuore di una città.
Che vive anche per la città, negli angoli delle vie e sotto i palazzi, nel chiostro della magnifica Cattedrale e lungo tutte le strade che raccolgono i passi dei partecipanti, pieni di una vitalità che non si acquista al mercato, né su internet. E’ patrimonio personale. Cresciuto con gli anni.
Ritorniamo a casa dopo aver fatto il pieno; quasi senza rendercene conto riportiamo a casa una bisaccia colma, cui approvvigionarsi durante le lunghe stagioni invernali. Quando farà freddo. E quando ricorderemo il caldo di Salerno, racchiusi dentro un sole cocente d’ottobre, come d’estate.
Francesco Campolo
MASCI RC 4