Quando la Madre Terra si ribella
Ripubblichiamo un articolo scritto qualche tempo fa dal nostro Piero Milasi, relativo alla Giornata di Mobilitazione Mondiale contro il Carbone
“Sabato 29 ottobre si è svolta, a livello mondiale, la giornata di mobilitazione contro il Carbone. Anche in Calabria, a Saline Joniche, associazioni, cittadini, istituzioni si sono ritrovati per continuare a dire NO alla scellerata ipotesi di costruzione di una Centrale a Carbone riconvertendo un sito industriale dismesso, sulla costa jonica reggina. Dall’inizio di questa battaglia, il MASCI, attraverso inizialmente la Comunità Reggio Calabria 4 e poi tutta la Regione, Regione che per oggi ha sottoscritto formalmente il manifesto del NO, è stato fra i promotori del largo movimento d’opinione che tenta di smascherare le vere intenzioni di una multinazionale svizzera (la SEI, proprietà REPOWER) , multinazionale senza scrupoli, che in maniera subdola da una parte ammalia parte del territorio promettendo ciò che più manca (il lavoro), dall’altra compra il territorio garantendo direttamente o indirettamente affari (chiamate compensazioni, per gli enti locali, ulteriori possibilità di ricchezza, per la ‘ndrangheta).
Spesso paragono questa situazione, che stiamo vivendo nella nostra Calabria, alla mia esperienza di volontario nella cooperazione allo sviluppo in Africa; ed è esattamente con la stessa modalità che vedo questi colossi economici, decidere di investire per guadagnare nell’immediato il più possibile, senza preoccuparsi minimamente di quanti e gravissimi danni all’ambiente e alla salute delle persone provocheranno; il denaro è la loro unica finalità, e per loro quindi Africa o Calabria sono uguali, terre di conquista in presenza di cittadini e istituzioni che non possono ribellarsi.
Sabato 29 ottobre, ho sentito tanti racconti, riporto quelli per me più significativi, che mi hanno lasciato ognuno una domanda.
Il racconto dei nostri amici svizzeri, anch’essi impegnati in una forte opposizione alla Repower, che ci aprivano gli occhi su come la Repower si caratterizzi per essere indagata, in diversi contesti e in diversi stati, per frode e altri reati. Una multinazionale senza scrupoli nel mondo, qualcuno pensa che in Calabria li avrà?
Un altro racconto è stato quello del nostro amico di Rossano, territorio che vive il nostro stesso incubo, la riconversione di una centrale Enel in centrale a carbone; qui, il nemico si chiama Enel, sì, proprio l’Enel partecipata dal nostro Stato, l’Enel che pubblicizza l’energia pulita. Ma da chi dobbiamo veramente difenderci?
E’ poi intervenuto un imprenditore turistico locale, che ci ha raccontato come, già diversi anni fa, in tempi non sospetti, ingegneri incaricati dalla Sei restavano mesi nei nostri territori, per rilievi e sopralluoghi. E che gli stessi, una volta conquistati dalla nostra accoglienza e davanti a un buon bicchiere di vino, serenamente ammettevano che non esiste centrale a carbone sicura, che tutto ciò che loro scrivono sono solo giustificazioni e formule, che non garantiscono assolutamente niente. Come è’ possibile che qualcuno ancora creda che le Centrali a Carbone siano sicure?
Anche il rappresentante dell’agenzia borghi solidali, ci ha raccontato come questo territorio non è fermo, ma si sta muovendo in direzione opposta, facendo dell’accoglienza, del turismo solidale, della valorizzazione delle aree naturali e dei beni culturali, il volano dello sviluppo, a partire dalle nostre aree Sic e borghi antichi, Pentedattilo fra tutti. Che fine faranno i nostri borghi antichi e le nostre aree naturali con la costruzione della Centrale a Carbone?
Abbiamo scoperto, attraverso il racconto di due imprese innovative, che qui, proprio a Reggio Calabria, è appena stata istituita la sede operativa del Polo Regionale di Innovazione Tecnologica sulle Energie Rinnovabili e Ambiente! Gli imprenditori ci hanno descritto come energie alternative si possono ottenere da aquiloni di alta quota, da microeolico, da turbine in fiumi, da cassoni in mare….. Come è possibile che solo noi, in Calabria, vogliamo produrre energia come si faceva due secoli fa?
E per ultimo, voglio raccontarvi la testimonianza di una donna, venuta dalla Colombia. E’ una appartenente ad etnie indigene, costretta, con tutta la loro comunità, a scavare carbone in miniere a cielo aperto. Il carbone che va a finire nelle centrali, nelle centrali esistenti nel mondo, nella futura centrale a carbone di Saline Joniche. Solo la sua famiglia allargata, ha avuto negli ultimi 5 anni 27 morti, il danno ambientale per quei territori è incalcolabile.
Questa donna ci ha dato una lezione sulla Madre Terra, termine da noi poco usato. La madre terra è colei che ci ospita, che ci nutre, che ci protegge. Ogni azione contro l’ambiente è una ferita alla nostra madre terra, è come se attentassimo a noi stessi, alla nostra famiglia.
Vogliamo veramente contribuire ad essere responsabili di queste morti e di questo sterminio ambientale a livello mondiale?
Vorrei concludere con una nota di speranza e un appello per noi scout, per gli adulti scout.
So che per molti, non c’è bisogno di fare troppe dichiarazioni e attività per la centrale e iniziative similari, perché nello scoutismo è implicito occuparsi di ambiente, perché fa parte della nostra legge, del nostro essere scout.
Così come forse non c’è bisogno di parlare di lotta alla ndrangheta, per gli identici motivi di impegno scontato e silenzioso nel quotidiano e nei luoghi di lavoro, nella famiglia.
Ma tu, fratello e sorella scout, credi che oggi, qui, in Calabria, questo basti? Credi veramente che noi scout non dobbiamo farci sentire su questi argomenti, in maniera chiara, specifica e senza timore?
Se devo proprio consegnare ai miei figli, ai giovani, una Calabria con una nuova devastazione ambientale prodotta anche da una Centrale a Carbone, una Calabria in cui la ndrangheta non è stata estirpata, vorrei che loro avessero certezza che il loro padre, la nostra associazione, hanno combattuto fino alla fine affinché ciò non si potesse realizzare.”
Piero Milasi
Già Magister Comunità MASCI Reggio C. 4
“Mons. Giovanni Ferro”