Relazione introduttiva dell’assemblea pubblica cittadina
Pubblichiamo il testo integrale della Relazione introduttiva all’assemblea pubblica cittadina tenutasi il 24 gennaio 2014.
Signori Commissari e componenti dell’Amministrazione comunale, Cari concittadini, Questa sera, come la sera dell’undici gennaio 2013 – un anno fa – centinaia di reggine e reggini hanno scelto di ritrovarsi di nuovo insieme. Di avere fiducia, ancora una volta, gli uni negli altri. Ancora una volta, di condividere la bellezza dell’esercizio diretto della democrazia. Pretendendo di vivere questa democrazia – ostinatamente secondo le regole e gli strumenti, troppo spesso dimenticati, che la nostra comunità ha sancito nel proprio Statuto.
Altri nostri concittadini hanno, invece, scelto, in questa come in tante altre occasioni, di non essere qui con noi, di non partecipare, di chiudersi nella propria rassegnazione. Ma di una cosa siamo certi. Nel cuore di tutti i reggini, di quelli accorsi qui stasera a coltivare la speranza così come in quello di tutti gli altri concittadini che non trovano più la forza di sperare, si agita da mesi – tremenda – la stessa domanda. “A che punto è la notte? A che punto è la notte di Reggio?” In fondo è questo l’interrogativo che unisce i nostri destini e cui siamo chiamati, tutti insieme, qui a rispondere. Ciascuno nel proprio ruolo e secondo le rispettive responsabilità. Per questo, promuovendo con quasi 500 nostri concittadini questa assemblea, abbiamo voluto fare il punto su quanto è accaduto in questi mesi e, stasera, vogliamo proporre ancora una volta alle Istituzioni comunali di SCEGLIERE i cittadini come interlocutori diretti. Solo così partecipazione, trasparenza e lotta alla ‘ndrangheta potranno divenire caratteristiche peculiari dell’Amministrazione reggina, oggi attraverso l’operato della Commissione straordinaria, domani attraverso i prossimi organi elettivi. E – a scanso di equivoci –, in quanto promotori dell’odierna assemblea, intendiamo porre alcuni punti per noi fermi, come base del nostro dialogo. Primo. Lo scioglimento del Consiglio comunale, causato dalla contiguità con la criminalità organizzata, è stato necessario ed ha rappresentato, con il dibattito che ne è scaturito, una preziosa occasione per prendere coscienza del degrado politico e amministrativo in cui Reggio è sprofondata. Degrado per anni vestito di apparente normalità da una classe dirigente che, pur di mascherare le proprie responsabilità, si è dimostrata assuefatta a ignorare, minimizzare e, spesso, legittimare il costante assedio della ‘ndrangheta a risorse e spazi pubblici. Secondo. Nessun cittadino, dopo lo scioglimento del Consiglio comunale, può ancora fingere di non sapere cosa sia accaduto nella nostra città. Ma riconosciamo che il risveglio della coscienza civica dei reggini non si sta manifestando in modo diffuso. Molti stanno ancora scegliendo di non partecipare concretamente alla riedificazione della città, oscillando tra un ostinato silenzio e un pericoloso vortice di proteste limitate alla tutela di interessi particolaristici e di categoria. Siamo, invece, coscienti che è necessario il concorso di tutti. Il risanamento di una realtà complessa come quella di Reggio non potrà mai essere frutto della sola azione delle Istituzioni, ma piuttosto di Istituzioni e reggini insieme. Terzo. Non ci troverete mai – Signori Commissari nella schiera di quanti, in malafede, tentano quotidianamente di addebitare tutti i mali e i problemi della città alla gestione commissariale. E’ questo un tentativo ignobile di far dimenticare, di fronte all’opinione pubblica, le gravi responsabilità di chi ha condotto Reggio al disastro civile e finanziario. Ma chi ha promosso questo esercizio di partecipazione sa e saprà sempre ben distinguere tra coloro i quali hanno spalancato alla ‘ndrangheta e al malaffare le porte di palazzo S. Giorgio e i servitori delle istituzioni che, pur con troppi limiti e ritardi, quelle forze oscure hanno il compito di buttare fuori dal palazzo. A che punto è la notte, quindi? E’ per rispondere a questa domanda che vogliamo interrogarci sui risultati di quindici mesi di azione commissariale e verificare se compaiano o meno quei segnali di cambiamento che la Città desidera e che lo Stato è obbligato ad offrire. Ebbene – Signori Commissari l’opera di risanamento a Voi affidata è certo vasta e complessa ed è resa ancor più in salita dallo stato disastroso delle casse comunali. Tanto impegno è stato profuso, nessuno intende negarlo, ma dobbiamo prendere atto che quanto realizzato finora dall’Amministrazione è ben meno di ciò che Reggio chiede e di ciò che a Reggio serve. Proprio per questo, lo scorso anno, chiedemmo che la Commissione Straordinaria mantenesse “un dialogo costante con la cittadinanza”, indicasse “con chiarezza gli obiettivi che intende perseguire e le modalità con cui intende procedere nel proprio compito” e si rendesse, infine, “disponibile a verificare periodicamente con i cittadini il lavoro svolto”. Da allora si sono verificate tante altre occasioni in cui i cittadini di Reggio, singoli e associati, hanno ufficialmente e direttamente sollecitato i Commissari a dare corso a quanto richiesto durante l’Assemblea pubblica. È lampante, invece, che il dialogo e gli spazi di proposta offerti ai cittadini sono stati scarsi e irrilevanti; è emblema di ciò la mancata partecipazione democratica e l’inesistente confronto sulle scelte di programmazione economica e di bilancio. Ma altrettanto dobbiamo dire per le politiche sociali, i beni comuni, i servizi pubblici, nonostante su tutti questi fronti le proposte di collaborazione non siano mancate proprio da parte di quella cittadinanza responsabile, che è di nuovo qui stasera, disposta a mettersi in gioco per rendere migliori il presente e il futuro della città. È questo il metodo che ridarà fiducia nelle istituzioni e che consentirà di ridimensionare l’ipoteca della ‘ndrangheta sulla città? O, piuttosto, tanta ostinata sordità rischia di indebolire proprio le reti di cittadini che in tutti questi anni hanno fatto argine, col proprio sacrificio, al dilagare della ‘ndrangheta e del malaffare sul territorio? Disorienta tutti i reggini onesti – Signori Commissari –, e a volte sconcerta, che a fronte del mancato ascolto riservato a così tanti, in troppi frangenti l’Amministrazione stia continuando ad accettare di confrontarsi con i pochi che dell’attuale sfascio sono stati riconosciuti, finanche dai Tribunali della nostra Repubblica, responsabili. Ma, ciò detto, noi abbiamo voluto questa occasione di confronto pubblico, stasera, per guardare avanti! Per continuare ad affermare, come facemmo nell’Assemblea pubblica di un anno fa, che Reggio è ancora in tempo per cambiare direzione! Per aprire una nuova stagione nella sua vita civile, in particolare nel contrasto alla ‘ndrangheta e ai suoi occulti fiancheggiatori. Non è difficile. È sufficiente che, da domani, alcune cose cambino. Occorre, innanzitutto, che si rafforzi, senza soste, questa nuova spinta partecipativa della cittadinanza, caratterizzata dalla capacità di indicare all’Amministrazione – anche attraverso l’attivazione, finalmente, degli istituti previsti dallo Statuto comunale priorità e direttive di azione e di controllarne l’operato. Ma serve, allo stesso modo, che anche l’Amministrazione accetti di fare un passo avanti! Con una nuova attitudine all’ascolto, al coinvolgimento e al confronto con i cittadini, singoli e associati. E, ancora, è indispensabile concentrare gli sforzi di tutti sul raggiungimento di pochi obiettivi concreti, che sicuramente emergeranno anche dal dibattito di questa sera. Obiettivi capaci di porre barriere quanto più possibile invalicabili ad una nuova penetrazione degli interessi e degli uomini della ‘ndrangheta nella gestione della cosa pubblica. Infine, occorre il tempo, un po’ più di tempo, per portare a compimento questo processo. E su questo punto, proprio nelle settimane in cui a Roma si decide della proroga dello scioglimento e a Reggio alcuni invocano un rapido ritorno alla “normalità” ( ma quale normalità? ) ci sia consentito – Signori della Commissione di essere chiari. Nessun reggino che abbia a cuore le sorti della città – nessuno tra i promotori di questa assemblea auspica che la Commissione straordinaria lasci Reggio anche solo un minuto prima di aver completato l’opera di bonifica civile che lo Stato ha deciso essere indispensabile per il futuro di Reggio. Un minuto prima di aver innalzato tutti gli argini necessari ad impedire che la “normalità” cui troppi aspirano sia, in realtà, quella dei palazzi pubblici nuovamente infestati dalla ‘ndrangheta e dal malaffare. Ella – signor Prefetto coordinatore ha espresso pubblicamente la valutazione della terna Commissariale secondo cui la proroga della gestione straordinaria è necessaria per Reggio poiché “dopo un’operazione chirurgica, quale è stato lo scioglimento, segue la terapia e la riabilitazione,” e “che ancora siamo nella fase della terapia”. Ebbene, se questa Sua autorevole valutazione – Sua e di tutta la Commissione è stata condivisa dal Prefetto pro tempore di Reggio Calabria. Se questa esigenza di portare a termine il risanamento della nostra città è stata anche avallata dai migliori investigatori e dai più importanti tutori dell’ordine pubblico cittadino, riuniti in Comitato finanche alla presenza del Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, quale – chiediamo a noi stessi – quale superiore considerazione politica potrà mai convincere il Ministro degli Interni a disattendere – in un sol colpo tutte le Vostre autorevoli indicazioni? Quale interesse potrà essere valutato a Roma più importante della necessità di completare la terapia che lo stesso Stato ha prescritto per allontanare la ‘ndrangheta dalla vita pubblica della nostra città? In ultima analisi – signor Prefetto cosa il Governo della Repubblica potrà mai anteporre all’aspirazione dei reggini onesti di liberarsi – con l’aiuto delle istituzioni dall’oppressione della criminalità organizzata e di coloro che alla ‘ndrangheta hanno scelto – per convenienza – di essere contigui? Per tutte queste ragioni, stasera ascolterete – Signori Commissari , ancora una volta, una città che continua ad avere le idee chiare, con proposte concrete e precise, su cosa significhi combattere la ‘ndrangheta a Reggio: attuare gli istituti di partecipazione popolare alla vita politica e amministrativa, difendere i diritti di tutti e in particolare di chi più ha bisogno, pretendere servizi pubblici efficienti e impermeabili agli interessi delle cosche e della malapolitica, restituire ordine al territorio e tutela all’ambiente e ai beni comuni, infondere coraggio e garantire premialità ai cittadini e agli imprenditori che denunciano i mafiosi. Ascolterete stasera – Signori Commissari – una città che ostinatamente continua a credere che l’unica normalità accettabile sia quella di una Reggio liberata, una volta per tutte, dall’oppressione violenta della ‘ndrangheta e dei suoi compari. Sta solo alla vostra responsabilità dare forza e aprire, finalmente, le porte alla città rappresentata in questa sala. Trasformando, al più presto, le proposte che ascolterete – dopo ogni necessario approfondimento cui siamo sin da subito disponibili in regolamenti e provvedimenti amministrativi. E chiedendo a questi stessi cittadini di collaborare con l’Amministrazione per rendere più celere l’attuazione di ciò che deciderete di approvare. Ma, sta alla nostra responsabilità cari concittadini e sentinelle in questa notte che è destinata a finire sta solo alla nostra responsabilità non mollare la presa. Continuando a trasformare, già da domani, la legittima rabbia in proposte e partecipazione. E, poi, le proposte e la partecipazione in petizioni e occasioni di pubblico confronto. E, ancora, se i fatti dovessero renderlo necessario, tramutando le petizioni inascoltate e i confronti mancati in ricorsi ben articolati e in proteste civili e democratiche. Consapevoli che non sarà vincolante essere molti o pochi: chi si impegna dimostrerà – come stiamo già dimostrando stasera che è possibile R-Esistere senza desistere e offrirà a tutti i concittadini senza più speranza la possibilità di rimettersi in cammino con gli altri. Così daremo prova che, anche a Reggio Calabria, come ci insegnano i principi fondamentali della nostra Costituzione, la sospensione degli organi elettivi non può e non deve coincidere con la sospensione della democrazia. Ma che, anzi, proprio in una fase come questa, possono maturare le condizioni per tornare, noi cittadini, protagonisti e artefici del destino della nostra comunità.
Grazie per l’attenzione e Buona assemblea a tutti.
Cittadini promotori dell’assemblea