Repower annuncia il suo ritiro dal progetto di Saline Joniche
Pubblichiamo un importante Comunicato Stampa emesso dal Coordinamento Associazioni Area Grecanica, il 17 dicembre 2013:
“Repower annuncia il suo ritiro dal progetto di Saline Joniche”
Con un comunicato diffuso a mezzo stampa nella giornata di lunedi 16 dicembre, la società elvetica, azionista di maggioranza del gruppo SEI (Saline Energie Ioniche) S.p.A., ufficializza l’uscita dal progetto di Saline Joniche.
“In relazione a partecipazioni in società che gestiscono centrali a carbone, – si legge nella nota – Repower si attiene agli indirizzi strategici generali espressi dal Governo del Cantone dei Grigioni, quale azionista di maggioranza del Gruppo Repower. Sia la strategia cantonale che l’evoluzione generale del contesto energetico hanno spinto il Consiglio d’Amministrazione a non più prendere in considerazione partecipazioni in società che gestiscono centrali a carbone. Per quanto riguarda il Progetto di Saline Joniche, Repower uscirà in modo ordinato dal progetto, rispettando tutti gli impegni contrattuali assunti, al più tardi entro la fine del 2015.”
Sembra dunque volgere definitivamente a termine l’avventura del colosso energetico svizzero in terra calabra. Puntare sulle centrali a carbone, si è rivelato un investimento azzardato e fallimentare per Repower che chiude il 2013 “con un’importante perdita netta” a fronte della quale dovrà procedere “a svalutazioni straordinarie per un ammontare di circa 220 milioni di franchi”.
La società elvetica imputa esclusivamente al mercato e all’evoluzione dei prezzi dell’energia il vertiginoso crollo dei suoi utili, ma appare fin troppo evidente che l’”affare carbone” e la poca trasparenza con la quale ha operato in Calabria, hanno notevolmente inciso sulla debacle in termini di credibilità e immagine.
Crescente è stato il dissenso dei soci manifestato nel corso delle ultime due assemblee societarie annuali, alle quali il Coordinamento Associazioni Area Grecanica ha partecipato con un suo rappresentante. In queste occasioni era stato possibile denunciare i metodi discutibili e poco corretti con i quali la multinazionale cercava di ottenere consensi in area grecanica, tra lo stupore e l’imbarazzo dei partecipanti. Oltre alle ferme ragioni del NO, sono stati soprattutto gli scandali a mettere a dura prova i nervi del consiglio di amministrazione della società. Dall’indignazione suscitata dai comunicati stampa scritti, per i comitati favorevoli, dal responsabile della comunicazione di Repower Italia, Davide Damiani, al foraggiamento degli stessi attraverso cospicue somme di danaro per favorirne la trasferta in terra elvetica, in occasione della prima manifestazione pubblica organizzata dall’opposizione svizzera. Dall’arroganza nel non voler abbandonare il progetto nemmeno a fronte della contrarietà della stragrande maggioranza della popolazione e di tutte le istituzioni calabresi, agli interessi della ‘ndrangheta messi in luce dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri a seguito dell’operazione ADA. Interessi che portarono alle dimissioni il consulente SEI-Repower, Franco D’Acquaro, ritenuto dagli inquirenti l’uomo che presumibilmente avrebbe «preso contatti con la criminalità organizzata locale, inevitabilmente coinvolta nel più massiccio investimento economico che ha interessato negli ultimi anni la zona del basso ionio reggino».
La “verde” Repower, orgoglio del Cantone dei Grigioni, affonda così colpo su colpo. A dare quello di grazia, la bruciante sconfitta sancita dal Referendum dello scorso 22 settembre attraverso il quale il popolo grigionese si espresse inequivocabilmente per il ritiro immediato dal progetto.
Repower si prende tuttavia due anni di tempo per dar seguito al “ ritiro ordinato dal progetto”.
A chi tenterà di vendere il 57,5% della sua quota partecipativa?
Qual è la posizione degli altri tre gruppi azionari che ricordiamo essere “Hera” per il 20%, “Foster Wheeler Italiana S.r.l.” per il 15%, ed “Apri Sviluppo S.p.A.” per il 7% ?
Il Coordinamento Associazioni Area Grecanica non abbasserà la guardia e continuerà a vigilare e a dar battaglia su tutti i fronti fin quando non verrà scritta la parola fine sull’intera vicenda.
Allo stesso tempo, chiederà con forza un impegno concreto a tutti gli organi competenti affinchè si attuino quei processi di riqualificazione della zona interessata, compatibili con la vocazione turistica del territorio, che possano creare occupazione e rilanciare l’economia nel rispetto della salute dei cittadini, dell’ambiente e delle innumerevoli risorse presenti nell’intera area.