Riflessioni sull’Assemblea Regionale (6)
Dopo una “vita” trascorsa nello scautismo giovanile, trascinato dall’entusiasta operatività dei vivacissimi adulti del MASCI 4 di R.C., accantonando momentaneamente ogni perplessità sul cosiddetto scautismo adulto, ho partecipato all’Assemblea Regionale: tra l’altro c’erano da rinnovare gli incarichi associativi. Sorvolo sulle mie impressioni, a parte il piacere di respirare una certa aria familiare, anche se ai molti sono ormai uno sconosciuto; ricevere il gradito abbraccio di qualche antico amico ancora sulla breccia; e soprattutto godere del fatto che i numerosi presenti, in fondo, potevano anche essere considerati come la testimonianza vivente che il servizio di tanti Capi, dai lontani anni ’50 in poi, non sia stato del tutto vano.
Uno per tutti: non posso fare a meno di rivolgere un devoto pensiero a Don Saverio Gatti, che, come per tanti altri anche per me, è stato una guida illuminata e illuminante. Il presente e il futuro sono sempre conseguenza del passato, sarebbe ingeneroso non prenderne atto, senza per questo farne motivo di particolare esaltazione.
Entro nel merito del mio intervento, con la prudenza dovuta di chi è l’ultimo tra gli ultimi entrato nel MASCI, ma anche con la curiosità di chi si accinge ad una nuova impresa, magari da tanto tempo osservata e spesso discussa.
L’Assemblea ha eletto Segretario Regionale del MASCI – Calabria una persona, (spero di avere il piacere di conoscere al più presto) la quale,a scelta avvenuta, ringraziando per la fiducia riscossa, si è presentata come una neofita dello scautismo, da poco iscritta al MASCI, comunque pronta ad onorare l’impegno richiesto, nella certezza di poter contare sulla unanime e fattiva collaborazione di tutti.
Non ho alcun motivo di dubitare delle capacità e dei meriti del nuovo Segretario Regionale, come dicevo non ci conosciamo, lei troppo giovane io troppo vecchio, e d’altra parte se l’Assemblea ha fatto questa scelta, pronto ad averne piena fiducia e prontissimo, se dovesse essere utile, ad offrire il mio Servizio, per quanto modesto.
Ma è difficile non notare che ad uno di noi, proveniente da un lungo curriculum scaut,a partire dall’età Lupetto fino all’impegno di Capo, oggi con un lavoro di prestigio e una Famiglia unita e consolidata e la capacità di conciliare Famiglia, Lavoro e Servizio al Prossimo, l’Assemblea si sia indirizzata su una strada diversa.
Cosicchè nel rinnovare al nuovo Segretario i più fraterni auguri di buon lavoro, mi si permetta qualche considerazione di ordine generale: il MASCI non è una Associazione, cioè una unione organizzata di più persone che operano per un fine comune, non di lucro, ma un Movimento, cioè una tendenza, un muoversi all’insegna di valori culturali, politici, sociali, religiosi o morali, ecc., quasi sempre in evoluzione e cambiamenti.
Il Movimento, rispetto ad una Associazione, ha maggior respiro libertario, difficilmente è ancorato ad una rigida organizzazione gerarchica, può muoversi e realizzarsi senza paletti predisposti.
Ciò in qualche modo spiegherebbe la scelta dell’Assemblea, dovuta, più che ad una specifica identità associativa, o ad una particolare competenza amministrativa, dirigenziale, ecc., ad una valutazione di certo consapevole e responsabile, ma fuori dagli schemi consuetudinari.
Di per sé nulla da eccepire sia nella forma che nella sostanza, ma credo sia lecito chiedersi chi si è, dove andare e perché.
E’ tempo che il MASCI, se non vuole confondersi con la marea di movimenti che incessantemente nascono e con la stessa rapidità si trasformano o spariscono, si chiarisca una volta per tutte la sua identità, che proprio perché tale lo differenzia e lo qualifica. Oppure si dica un movimento tra gli altri movimenti ai quali si affianca nel momento in cui ne condivide gli scopi e l’azione.
Vorrei fosse chiaro, senza ombra di dubbio, che il problema da me posto ha esclusivamente e assolutamente carattere associativo, di appartenenza.
Perché se è chiaro che il MASCI sia un movimento, è altrettanto chiaro che si tratta di un movimento, in qualche modo, anomalo, nel senso che poggia su solide radici di provenienza, che ne identificano il carattere e la personalità; dunque anche se non rigidamente e gerarchicamente strutturato, lo “zoccolo duro” su cui poggia lo distingue chiaramente.
Oggi il MASCI, anche per la presenza di non pochi adulti provenienti non dallo scautismo, si è fortemente sviluppato, per numero e per estensione di territorio, il che ne testimonia il fascino e la validità dei contenuti ideali e sociali; nello stesso tempo però non è da sottovalutare il rischio che, come quasi sempre accade, la quantità corroda la qualità, e soprattutto si verifichi un calo di tensione per l’inconsapevole, facile adattamento alla moda del tempo.
Io credo valga la pena riflettere sul nostro essere scaut adulti, non più Lupetti, Esploratori o Rovers, ma uomini e cittadini che operativamente si sforzano di rendere il mondo un po’ migliore, a partire dal quartiere, dalla Parrocchia, dal territorio circostante.
Chi da giovane ha vissuto lo scautismo, da adulto è un uomo e un cittadino tra gli altri uomini e cittadini, ma con uno “stile” di vita, un abitudine di “costume” che gli permettono di innestare sulla professionalità, la capacità, la competenza e il merito, Valori come la lealtà, la generosità, l’amore del prossimo, il rispetto e la comprensione dell’altro.
E’ la naturale conseguenza di chi ha sperimentato la F.F., il Sentiero, la Strada, il Servizio. Il che non significa assolutamete che le virtù civiche, morali, politiche, sociali o spirituali siano una esclusiva prerogativa degli scaut o di chi ha avuto una educazione scaut, anzi non di rado capita di doversi ricredere; tuttavia si presuppone che chi sin da piccolo abbia avuto un certo orientamento, da adulto raggiunga più facilmente la meta.
Non è la divisa che fa di un adulto uno scaut, divisa peraltro che per un ragazzo ha la sua ragion d’essere, un po’ meno per un adulto, ma il senso che si dà alla vita, alle sue vicissitudini, al modo di agire e operare con fede, speranza e carità, sorretti dalla certezza di poter contare sull’aiuto divino.
E’ una visione ottimistica del creato che lo scautismo aiuta a maturare nel tempo e che trova fattualità e concretezza nella realtà adulta, anche se non è legge assoluta che simile personalità la si possa acquisire solo se ad essa si inizia ad abituarsi sin da piccoli.
Dunque è saggio e doveroso che il MASCI accolga anche chi non proviene dallo scautismo, ma ritengo sia importante non disperda per strada la sua identità di tradizione e cultura.
Assemblea Regionale MASCI Calabria,
Lamezia Terme 12 giugno 2011
Teofilo Maione
MASCI Reggio Calabria 4