Ultime note del Presidente Nazionale MASCI
Pubblichiamo il messaggio del Presidente Nazionale Riccardo Della Rocca ai componenti del Consiglio Nazionale e ai componenti del Comitato Esecutivo:
Carissime e carissimi,
questa è l’ultima Nota del Presidente che ricevete dopo sei anni. Questa Nota non contiene il racconto di quanto ho fatto, del mio girovagare per l’Italia cercando di servire il movimento. Vuole invece essere il mio saluto non formale ma affettuoso ed intimo e con un senso di immensa gratitudine. Ho vissuto sei anni di grande gioia, ho avuto la fortuna di collaborare con persone generose desiderose solo del bene del movimento, ho incontrato Adulti Scout che con semplicità si mettono al servizio dell’altro, ho incontrato Comunità vive e vitali che rappresentano realmente il “centro” del movimento intessendo rapporti con tante realtà esterne, ho visto crescere intorno a noi non solo l’attenzione ma le attese forti verso il MASCI.
Le parole che ci hanno guidato in questi anni:
• Vidi cieli nuovi ed una nuova terra (Assemblea di Montesilvano)
• La condizione degli adulti in un mondo che cambia (Sinodo dei Magister)
• Se non ora quando? (Assemblea di Principina)
• Abitare la città dell’uomo (Piazze, Trivi e Quadrivi)
• Oltre il ponte… in cammino con la storia (Assemblea di Bardonecchia)
rappresentano un percorso che è realmente cresciuto e maturato dentro di noi, personalmente per me hanno rappresentato un momento di crescita e di cambiamento, ho maturato nuove convinzioni, ho acquisito nuove prospettive, non solo in relazione allo scautismo degli adulti ma anche rispetto al modo di vedere la società, il mondo e la chiesa. Ho faticosamente capito ancora meglio che la realtà può essere letta solo “dal basso”.
Ma non è stato un cammino individuale, è stato un cammino che con passione ho percorso con tutti voi. E dell’incontro con ognuno di voi non posso che rendere grazie al Signore, un dono provvidenziale.
Ci prepariamo ora ad affrontare la nostra Assemblea Nazionale, in cui daremo una prospettiva al nostro futuro.
Il cuore dell’Assemblea sono i contenuti, sono la premessa di ogni altra scelta; abbiamo documenti seri ed impegnativi da esaminare: la Relazione del Presidente che è stata condivisa con il Consiglio Nazionale e il Comitato Esecutivo a Sala sulla quale l’Assemblea dovrà esprimere la propria valutazione per verificare il cammino percorso e la direzione su cui siamo avviati.
Gli Indirizzi Programmatici che, nati dai suggerimenti delle regioni, hanno avuto una lunga fase di elaborazione fino al testo definito all’unanimità dal Consiglio Nazionale e che l’Assemblea potrà ancora contribuire a migliorare.
I documenti proposti dalle regioni, magari qualcuno potrà anche non essere condiviso, ma sono tutti importanti e degni di attenzione.
Questo è il cuore dell’Assemblea, saranno queste parole che indicheranno a tutti noi la strada da percorrere. Resto convinto, anche nell’epoca del primato virtuale, che la parola scritta sia ancora capace di segnare le intelligenze e le coscienze.
Infine saremo chiamati ad eleggere anche le persone che dovranno servire il movimento nelle “strutture di servizio” al livello nazionale.
Molte persone si sono dichiarate disponibili: tutte degne della nostra stima, apprezzate per i loro talenti, tutte da ringraziare per essersi rese disponibili a servire il movimento. Personalmente nutro per tutti loro un forte sentimento di amicizia e fiducia.
Eppure siamo chiamati a sceglierne solo alcuni, ma questo non deve rappresentare un problema perché non siamo chiamati a scegliere i migliori, i più simpatici, quelli con i quali abbiamo rapporti più intensi; siamo chiamati a scegliere quelli che riteniamo “qui ed ora” più utili per il movimento, per procedere nella direzione indicata dall’Assemblea, accettando ognuno con il suo stile e con le sue sensibilità; e su questo è giusto e legittimo avere opinioni diverse ed esprimerle con chiarezza e trasparenza.
Come è forse naturale questo è l’aspetto sul quale si è concentrata maggiormente l’attenzione di tanti, anche con qualche inevitabile caduta di stile, spesso senza la necessaria trasparenza.
Ora è il momento di mettere a tacere le tante parole, talvolta i pettegolezzi, è il momento di superare la logica degli fragili accordi, è tempo di mettere a tacere i profeti di sventura e i seminatori di sospetto.
E’ il momento della responsabilità personale, è il momento del silenzio.
A questa scelta tutti i delegati in piena coscienza, e “senza vincolo di mandato” risponderanno con lo strumento principe della democrazia: “il voto”.
Desidero quindi ora ripetere quanto ho avuto modo di dire al Consiglio Nazionale proprio sul tema del voto.
“La parola voto sembra avere più accezioni: la più immediata è legata all’immagine della scheda elettorale, delle palette che si alzano ma la parola voto indica anche la scelta di povertà, castità, obbedienza di chi dedica la propria vita all’esperienza religiosa consacrata. Come pure indicava l’impegno alla difesa del povero e dell’oppresso nella cavalleria antica e che fu ripreso da B-P come icona dell’impegno degli scout.
La parola voto ci ricorda anche la notte di Lucia nel castello dell’Innominato, ma anche le immagini e gli oggetti che tappezzano i muri di tanti santuari.
A pensarci bene non sono significati diversi, ma indicano tutte lo stesso atteggiamento: il rifiuto della delega e al tempo stesso l’impegno personale e una totale assunzione di responsabilità.
Per questo al voto ci si prepara nel silenzio e nella preghiera.
I religiosi che si avviano a pronunciare i voti li fanno precedere da severi esercizi spirituali vissuti nel silenzio e nella preghiera, dopo anni di tirocinio e di studio approfondito; gli antichi cavalieri prima di ricevere l’investitura e gli scout prima di pronunciare la Promessa passano la notte nella la veglia d’armi, dopo un lungo periodo di noviziato, Lucia giunge a formulare il suo voto dopo una notte in preghiera; lo stesso silenzio del sabato prima della giornata elettorale aveva questo significato, è un peccato che l’irrompere della prepotenza virtuale degli sms, delle mail, dei cinguettii abbia violato la sacralità di questo momento e trasformato un momento di impegno e responsabilità in tifo e rissa da stadio.
Il voto, ogni voto, quindi richiede un passaggio di purificazione.
I pochi giorni davanti a noi sono l’occasione per questo “momento di purificazione”, dovremmo riuscire tutti noi delegati, dopo tanto discutere, tanto confrontarci anche aspramente, a trovare un momento personale di silenzio e di preghiera; dove nella solitudine della nostra coscienza ritroviamo il senso vero e profondo delle tante parole che abbiamo ascoltato ed abbiamo detto per riuscire a trasformarle in “vita bella” del nostro movimento. “
Ed ora mettiamoci al lavoro ma predisponiamoci anche a far festa.
Perché c’è un unica condizione da rispettare: vivere questo momento, con grande fiducia l’uno verso l’altro, viverlo come gioco, perché come nel gioco mettiamo tutta la nostra intelligenza, la nostra forza, le nostre competenze, le nostre abilità, la nostra determinazione e anche la nostra astuzia; ma alla fine ci si abbraccia e si fa festa insieme.
Il giorno dopo la sosta dell’Assemblea, lasciandoci alle spalle tutte le tensioni, mettendoci a disposizione l’uno dell’altro, riprenderemo tutti insieme con impegno e generosità il nostro cammino al servizio delle donne e degli uomini del nostro tempo, della società e della chiesa.
Per questo nostro domani voglio lasciarvi in dono una poesia di don Primo Mazzolari, è un appello a tutti noi.
Grazie del dono della vostra amicizia
Un abbraccio
Riccardo Della Rocca