Un altro commerciante reggino denuncia gli estorsori
di Claudio Cordova (www.strill.it) – E’ un’informativa del 10 luglio scorso, firmata dal Maggiore dei Carabinieri, Gianluca Vitagliano, a dare l’input finale all’indagine “Azzardo”, condotta dai pm Stefano Musolino e Giuseppe Lombardo che, unitamente al procuratore Giuseppe Pignatone, hanno firmato il provvedimento di fermo nei confronti tre presunti affiliati ai clan Ficara e Latella, con l’accusa di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Nel rapporto dell’Arma, viene certificata, con tanto fermi immagine, la visita che i tre fermati, Gennaro Gennarini, Vincenzo Nettuno e Terenzio Minniti, fanno al 54enne gestore di una sala giochi ubicata a Pellaro, notoriamente zona di competenza del clan Ficara-Latella.
E, stando al racconto del commerciante, i tre si qualificherebbero proprio come emissari di Pasquale Latella per la propria richiesta estorsiva: quella di far installare, sui computer della sala giochi un software illecito per il poker online. Illecito, innanzitutto per quanto concerne le normative fiscali, ma anche perché avrebbe condotto gli avventori su un sito internet che prevedeva il pagamento e l’incasso del denaro in contante, senza un minimo di tracciabilità e, quindi comodo per le cosche che hanno necessità di riciclare denaro proveniente da attività illegali.
Dal racconto, effettuato al cospetto del pm Stefano Musolino, della vittima: “Mi trovavo all’interno della sala giochi, quando un individuo di sesso maschile, dall’apparente età di 35 anni, di corporatura normale, con capelli rasati, entrava all’interno della sala dalla porta principale e si dirigeva verso di me, chiedendomi se fossi il proprietario, dandomi l’impressione di conoscermi. L’individuo si presentava come Latella, cugino di Latella Pasquale, ed era stato mandato dal figlio di quest’ultimo, per propormi, con reiterata insistenza, un sito on-line di poker con altri giochi dello stesso genere. Non avendo capito bene cosa questi volesse propormi, in quanto le sue spiegazioni erano incomprensibili, mi diceva di attendere in quanto avrebbe chiamato due suoi amici che mi avrebbero spiegato meglio la questione”.
Il commerciante ricorda in maniera piuttosto nitida quei momenti, riuscendo a descrivere agli inquirenti i soggetti coinvolti nel tentativo di estorsione: “Il primo ad entrare nella sala giochi dopo il Latella, era un soggetto dall’apparente età di 35/36 anni, di corporatura normale, altezza di circa cm 170 circa, mentre il secondo dall’apparente età di 30/35 anni, di corporatura snella, radi capelli, si dirigevano verso di me che nel frattempo mi trovavo dietro il banco bar in loro attesa. Il terzo soggetto, quello indicato con corporatura snella, si rivolgeva a me con fare arrogante, dicendomi di essere stati mandati per impormi di inserire il loro sito di poker on-line nei miei computer, intimandomi, di conseguenza, di prendermi il gioco on-line da loro proposto, avendo cura “di farlo usare a tutti”. In tale circostanza, quello che si era presentato come Latella, ribadiva quanto detto dal soggetto di corporatura snella”.
Sono, dunque, soprattutto le dichiarazioni del commerciante, vittima, a partire dal 2009, da un’inquietante escalation criminale., a mettere sulla buona strada gli investigatori. Vessazioni cui l’uomo, comunque, sarebbe stato “abituato”, negli anni. Gli uomini del Reparto Operativo del Nucleo Investigativo dei Carabinieri riescono a stilare una cronologia:
il 26.05.1997, mentre si trovava all’intero della sua sala giochi subiva una rapina ad opera di tre individui armati di pistola che asportavano la somma di lire 700.000. ;
il 6.09.1997, vittima di tentata estorsione ad opera di ignoti;
il 19.05.1998, vittima di danneggiamento mediante incendio ad opera di ignoti della sua autovettura;
il 23.02.2000, vittima di tentativo di intrusione nella sua sala giochi, all’esterno veniva rinvenuta una tanica contenente liquido infiammabile e l’occorrente per l’accensione;
il 26.02.2000 destinatario di scritto anonimo;
il 4.03.2000, destinatario di plico contenente tre cartucce di grosso calibro e e un biglietto con minacce;
il 2.08.2000, vittima di minacce telefoniche;
l’8.06.2002 rinveniva una busta con all’interno una cartuccia cal. 9 e un biglietto con minacce;
il 26.01.2006 , vittima di telefonata anonima dal contenuto minatorio;
il 4.01.2008 denunziava di essere stato vittima di lesioni personali cagionate in esito ad aggressione perpetrata da Cicciù Vincenzo e Cicciù Pasquale;
il 31.12.2008 e il 03.01.2009 vittima di incendio di parti della sua sala giochi, fatti denunziati presso la Questura di Reggio Calabria;
il 20.01.2011 rinveniva plico contenente scritto intimidatorio;
il 12.02.2011, ignoti, a bordo di motoveicolo, esplodevano colpi d’arma da fuoco contro di lui non riuscendo nei loro intenti per cause contrarie alla loro volontà e per la prontezza di riflessi della stessa vittima che riusciva a schivare i colpi;
il 7.03.2011 gli veniva recapitato scritto anonimo riportante la dicitura “Ora Mori”;
il 9.05.2011 veniva recapitato plico anonimo contenete n 5 cinque proiettili cal. 9 e scritto dai contenuti intimidatori in riferimento al precedente tentato omicidio.
Sedici episodi, tutti puntualmente denunciati all’Autorità Giudiziaria. Dietro alcuni fatti l’uomo avrebbe poi scoperto, alla luce di alcune inchieste, la mano della cosca Franco, nativa di Santa Caterina, federata, come del resto i Ficara, al cartello che fa capo alla cosca De Stefano. All’imposizione dei tre, comunque, il commerciante oppone il proprio diniego, facendo notare che ciò che gli veniva chiesto andava contro la normativa vigente. E, proprio in questo momento, sarebbe scattato l’atteggiamento intimidatorio dei tre, sufficiente per portare i pm Musolino e Lombardo a contestare le aggravanti mafiose: “Poi virimu si non tu pigghi […] nci fazzu a sapiri a ‘cu ndi mandau chi non volistivu nenti”. Traduzione: “Poi vediamo se non lo prendi […] faremo sapere a chi ci ha mandato che non avete voluto niente”.
Nonostante la tutt’altro che velata minaccia, il commerciante comunque sarebbe riuscito non solo a denunciare, ma anche a ricordare alcuni particolari poi determinanti per le indagini dei Carabinieri, come l’utilizzo, da parte dei taglieggiatori, di una Mini-Cooper di colore scuro: inoltre la vittima ha anche consegnato agli investigatori il video registrato dalle telecamere interne del locale che immortalerebbe il tentativo di estorsione. I tre, dunque, avrebbero tentato di assicurare alla propria cosca di riferimento un ingiusto guadagno, come scrivono i pm Musolino e Lombardo nel provvedimento di fermo: “E’ evidente, poi, come dalla conclusione del contratto di fornitura i correi e/o altri soggetti a loro collegati, avrebbero tratto i profitti illeciti derivanti dall’ampliarsi degli utenti del sito abusivo predetto, anche alla clientela della sala giochi e scommesse gestita dal […], con il danno per quest’ultimo, conseguente al rischio di revoca delle autorizzazioni del Monopolio di Stato e di quelle altre convenzioni di fornitura legate, alle qualità personali ed alle modalità operative del gestore”.
E se Gennarini e Nettuno vantano già dei precedenti criminali, Minniti, il terzo fermato, è un incensurato che, però, oltre ad avere frequentazioni con affiliati ai “Ficareddi”, la costola scissionista del clan Ficara, sarebbe anche gestore di un’altra sala giochi, “Ritrovo da Gino”, operante nel medesimo territorio. Un particolare che i pm sottolineano nel considerare la sussistenza delle esigenze cautelari: “[…] la circostanza che il Minniti gestisca una sala giochi e scommesse analoga a quella del […], lascia agevolmente intendere come il fatto si inserisca in un complesso di attività e di interessi illeciti legati alla gestione di siti internet illeciti e di sale giochi e scommesse presso cui vengono proposti; sicchè è altissima la probabilità che ulteriori attività estorsive vengano poste a danno di ulteriori gestori operanti nel territorio sud della città”.
Il commerciante, peraltro, offre ottimi spunti sulla pervasività del meccanismo che i tre avrebbero messo in atto: “Rammento come il soggetto che conduceva l’autovettura a bordo della quale i tre soggetti si sono presentati e che è stato chiamato per conferire con me dal mio interlocutore, fosse un soggetto particolarmente esperto del settore, atteso come mi illustrò nei dettagli le modalità operative e la tipologia di funzionamento del sito che mi proponeva, dimostrando cosi una speciale dimestichezza in si fatta materia. Proprio per questo ritengo che quello non fosse il primo sito che costoro gestissero”. Contestualmente agli arresti, infatti, i pm Musolino e Lombardo hanno conferito mandato ai Carabinieri di perquisire alcune sale giochi della zona, in cui, secondo indiscrezioni, sarebbero stati rinvenuti pc contenenti il software illecito”.
Un commerciante che, dunque, parla, con coraggio e cognizione di causa, essendosi occupato, in passato, anche di edilizia, settore con grandi infiltrazioni della criminalità: “Per tale ragione sono entrato in relazioni professionali con numerosi soggetti che le successive indagini hanno inserito in contesti di criminalità organizzata. Ho perciò una conoscenza indiretta della struttura di queste organizzazioni criminali nei termini in cui anche le più recenti indagini hanno accertato. Nel suddetto contesto ero e sono perciò ben consapevole, dello spessore criminale dei Latella e dei Franco a cui ho fatto riferimento”.
Quando, insomma, fa nomi e fornisce circostanze, il commerciante di Pellaro sa bene dove sta andando a parare: un motivo in più affinché non venga lasciato solo. Toccherà non solo alle istituzioni, ma anche alla società civile, preservarlo: e l’auspicio è che le associazioni antiracket, anche se giovani, come ReggioLiberaReggio, possano presto mettersi in contatto con lui
Claudio Cordova