Un’estate coi fratelli migranti
Essere svegliata dal trillo del telefono di una domenica mattina di settembre, rispondere a un numero sconosciuto e scoprire che è Shanin… non ha prezzo. “Hello, sister, I am Shanin, thank you, thank you. I love you sister. Bye bye”. Quanti Shanin abbiamo incontrato quest’estate Nel mese di maggio abbiamo accolto i primi migranti, erano circa 200 e già questo numero ci aveva spaventato ….ma non sapevamo che quello era solo il primo sbarco e che l’emergenza, che nel tempo ha assunto una caratteristica di continuità e costanza ci avrebbe fatto incontrare 13.000 Shanin (in totale 13000 sono stati i nostri fratelli sbarcati al porto di Reggio. Di questi, 5000 sono partiti nella stessa giornata, dopo che insieme agli altri operatori abbiamo provveduto a fornire loro le prime necessità: mentre 8000 sono stati ospitati nelle due strutture messe a disposizione dall’amministrazione comunale, permanendo per alcuni giorni).
La Charitas diocesana già al primo sbarco ha chiamato a raccolta tutti coloro che volevano impegnarsi in questo servizio e il MASCI di Reggio ha risposto alla chiamata. Siamo stati chiamati a svolgere il servizio di accoglienza ai migranti e quest’opportunità che abbiamo voluto far nostra, è stata occasione per dare contenuto a un’estate che altrimenti si sarebbe tradotta in tuffi, nuotate, pizze e burraco; e invece….
Accogliere i migranti: vederli scendere dalle navi, guardare i loro occhi, ascoltare le loro voci, cercare di interpretare i loro bisogni, cercare di dar loro risposte, di rifocillarli e rincuorarli. Sì, quest’estate abbiamo deciso di trascorrerla così. Una continua gara di solidarietà ove tutti concorrevano per la ricerca di abiti, scarpe, corredini per neonati, latte, shampoo, riso, zaini e sorrisi. E nelle poche pause di riposo il fischio di WhatsApp, sia di giorno che di notte, irrompeva riportandoci ai bisogni dei migranti e tra notizie inerenti il servizio e qualche battuta utile per allontanare la stanchezza, ecco…. tutti pronti a ripartire.
Questo evento è stato importante non solo per il servizio reso ma soprattutto perché ci ha permesso di conoscerci meglio, di fare rete con altre persone, appartenenti o no ad altre associazioni e movimenti , ma tutte animate dalla voglia di donarsi agli altri di sperimentarsi nel servizio. Non è stato necessario, formulare progetti, convenzioni e protocolli d’intesa per ritrovarci con l’AGESCI, l’Azione Cattolica la CVX , altre associazioni e tanti altri volontari, in peno spirito di SERVIZIO e abbiamo reso vitale l’impegno che noi scout abbiamo assunto con la promessa “Con l’aiuto di Dio prometto sul mio onore di FARE DEL MIO MEGLIO….”
Certo a volte ci siamo scontrati con l’intolleranza e i pregiudizi che nascono dall’ignoranza di chi non conosce, ma tutto ciò non ci ha demoralizzato anzi….ci ha dato maggiore forza ad agire, quasi per superare queste forme di preconcetto e preclusione. Il nostro compito era quello di sopperire ai primari bisogni di queste persone che spesso scendevano dalle navi scalzi e a mani vuote ma con gli occhi pieni di tristezza.
Quanta disperazione abbiamo visto negli occhi di chi, come i nostri amici africani hanno deciso di abbandonare la loro casa ed i loro affetti fuggendo da guerre e miseria, per affrontare un viaggio in mare con la solo speranza di andare incontro ad una vita futura migliore, ed una volta sbarcati scontrarsi con una realtà sicuramente diversa da come si aspettavano. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio e le scarpe ed i vestiti sono diventati strumenti per entrare in relazione con loro e farci percepire come persone amiche e pronte ad aiutarli.
Abbiamo tirato fuori tutta la nostra creatività, organizzando partite di calcio e pallavolo, tornei di scacchi , feste con musica e rinfresco a base di rustici e salatini, passeggiate; abbiamo cercato di insegnar loro qualche parola in italiano per favorire la loro integrazione. Non sempre è stato facile parlare con loro ma aiutati dall’impegno dei mediatori culturali e attraverso un maccheronico vocabolario inglese e la comunicazione gestuale, siamo riusciti a creare un rapporto; abbiamo accolto la loro tristezza e restituito serenità.
Ma oltre a dare abbiamo soprattutto ricevuto da loro tanta riconoscenza e ringraziamenti: “l thank you Italy” scritto a lettere cubitali sulla porta di una delle strutture i loro piccoli regali: una caramella per ringraziarmi per averli accompagnati alla stazione e soprattutto il loro sorriso ha ripagato le nostre fatiche.
La nostra arma vincente è stata sicuramente il sorriso che supera le barriere linguistiche rassicura, accoglie e scalda il cuore Si!!!! È stata proprio una bellissima estate ove il servizio, la gratuità il riconoscere negli altri i nostri fratelli sono stati tutti elementi che hanno regalato una ulteriore occasione di crescita rafforzando la scelta di essere adulti scout impegnati nell’onorare la promessa e di diventare sempre più testimoni credibili del Vangelo.
Nella speranza di essere riuscita a tradurre le sensazioni e le emozioni vissute in questa calda estate vi auguro Buona strada.
Fraternamente
Velia Nicolò
Comunità MASCI RC 4