Via Crucis con gli AS della Zona dello Stretto
Venerdì 22 marzo si svolgerà una Via Crucis, organizzata dal MASCI Zona dello Stretto, nella cappella del Seminario Arcivescovile di Reggio Calabria, a partire dalle ore 18,00.
Il percorso di preghiera, denominato “Dalla sofferenza alla speranza”, si articolerà in diversi “incontri”, animati dalle sei Comunità di Adulti Scout della Zona (RC 1, RC 4, RC 5, Villa 1, Villa 2, Scilla), dall’AGESCI, dagli stessi Seminaristi e da sette associazioni cittadine impegnate nel sociale o nel volontariato e, precisamente: G.O.V.I.C. Gruppo Ospedaliero Volontari In Chirurgia, UNITALSI, Hospice, via delle stelle, AGI 2000, Figli nella luce, Casa Corigliano, Foulard Bianchi.
Ecco alcune note descrittive delle singole associazioni coinvolte nella Via Crucis:
G.O.V.I.C. Gruppo Ospedaliero Volontari In Chirurgia
Servizio di accoglienza ammalati e loro famigliari presso il reparto di Chirurgia d’urgenza degli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria. Condivisione del percorso più o meno lungo in reparto con sostegno nelle molteplici necessità materiali e non, dedizione con ascolto attivo, comprensione, assistenza nel tentativo di curare l’aspetto umano del rapporto e mantenere la dignità di persona che lo stato di malattia tende a far perdere. Accompagnamento durante le diagnostiche ed assistenza in pre-sala operatoria, il tutto in un clima di collaborazione e sinergia con tutte le professionalità presenti ed impegnate.
UNITALSI
Una proposta e un’ opportunità, capace di coniugare sobrietà e gioia, capace di tradurre la comunione in missione.
Il pellegrinaggio è l’occasione per osservare l’esperienza della vita da una dimensione nuova, dove a ciascuno non è più concessa l’illusione di far finta di nulla, di continuare come se nulla fosse accaduto.
L’esperienza di gioia dell’Unitalsi vive proprio dell’entusiasmo di quanti hanno colto il profumo di Dio e lo respirano ogni giorno in una dimensione di straordinaria normalità, al fianco di chi vive le difficoltà del corpo e dello spirito.
Ecco perché il pellegrinaggio non termina con il ritorno a casa, ma allarga la prospettiva della vita verso orizzonti nuovi, per scoprirsi pellegrini del mondo, in cammino con la Chiesa.
Un’esperienza per tanti, gruppi, singoli, pellegrini, disabili, ammalati, anziani, giovani e bambini che in forza della fede vogliano scoprire, attraverso il pellegrinaggio, un cammino di gioia e condivisione.
Perché questo è l’UNITALSI: una straordinaria esperienza associativa di cammino insieme, una amicizia che è capace di accompagnare tutti – e soprattutto chi ha maggiori difficoltà – verso i Santuari più famosi del mondo alla riscoperta della bellezza della vita e dell’amore di Dio.
Hospice, via delle stelle
L’hospice è un luogo ad alta specializzazione per quanto attiene la gestione dei sintomi fisici e psicologici, e dove si considera il malato primariamente come una persona. È al tempo stesso un ambiente confortevole nel quale stanze singole e personalizzate, e la creazione di spazi di accoglienza per ospiti e familiari, permettono il rispetto della privacy e attenzione ai bisogni primari. Un luogo dove si tutelano i bisogni psicologici di sicurezza e di appartenenza al proprio nucleo familiare, amicale garantendo elevata qualità dell’assistenza e relazioni umane autentiche, indispensabili per favorire il mantenimento di una dignitosa qualità della vita.
L’edificio include aree dedicate all’attività ambulatoriale e di degenza. Quest’ultima consta di 11 camere ad uso singola, con: telefono, televisione, aria condizionata, mini frigo, servizi igienici attrezzati, guardaroba, dispositivo di chiamata, luce individuale, letto a regolazione elettrica, poltrona letto per gli accompagnatori. È possibile personalizzare le camere con corredi ed oggetti propri. La zona di degenza possiede aree di socializzazione, salottini per gli ospiti e per i loro familiari, che hanno anche la possibilità di avere accesso ad una cucina, “la Tisaneria”, dove preparare e/o riscaldare del cibo.
L’hospice “Via delle stelle” è organizzato in modo da garantire il benessere psicologico e relazionale della persona e dei suoi familiari, il comfort ambientale, la sicurezza nell’utilizzo degli spazi, la tutela della privacy ed una facile accessibilità. Ciò che distingue un hospice da un ospedale, riguarda la composizione e le metodologie operative dell’équipe sanitaria e le caratteristiche organizzative e logistiche della struttura.
Il distacco dalla propria abitazione e quotidianità un passo molto doloroso per la persona ammalata che, da un giorno all’altro, si trova a vivere in una struttura sconosciuta, con persone e abitudini nuove e diverse da quelle familiari. Sensibili a questo aspetto del ricovero in Hospice, il paziente ha la possibilità di personalizzare, se lo desidera, la propria stanza, portandovi oggetti di uso comune (radio, cd musicali, libri, etc.) o dal particolare valore affettivo che possano ricreare quell’ambiente familiare in grado di mettere a proprio agio la persona. L’ Hospice garantisce la possibilità ad un familiare di risiedere e pernottare presso la struttura.
AGI 2000
Associazione di volontariato fondata sulla base di uno Spirito di Servizio che, nato durante l’adolescenza di un gruppo di ex ragazze e rimasto sopito in alcune di esse per anni, ha dato vita ad un sodalizio molto impegnativo che ha compiuto vent’anni in questi giorni.
L’amicizia e la fraternità scout sono alla base dell’iniziativa di questo gruppo di donne che, guardandosi attorno, hanno pensato di rendersi utili dove era necessario e cioè nel mondo della disabilità.
Il luogo in cui realizzare il progetto di riunire diverse donne disabili per intrattenerle per due o tre pomeriggi a settimana, fu trovato facilmente: un asilo del CIF ormai non più necessario nella zona di Ravagnese, dove erano sorti diversi servizi per l’infanzia. Questa struttura fu rimessa a nuovo dalle stesse volontarie, con l’aiuto di pochi operai e molti amici.
Le prime donne disabili accolte nella Casa, poi detta dell’Amicizia, sono rimaste ancora oggi con noi e, nel corso degli anni, pochissime volte abbiamo salutato alcune amiche che non hanno potuto più frequentare per motivi validi. Precisiamo che il compito di prelevare a casa e riaccompagnare le donne disabili dopo l’attività è stato gestito dalle volontarie per circa quindici anni e cioè fino a quando una Convenzione con il Comune ha consentito l’avvio di un Centro diurno disponibile ad accogliere uomini e donne disabili dalle dieci del mattino fino alle sedici del pomeriggio.
Per rispondere alle esigenze di alcune donne disabili che volevano mettersi in gioco con attività lavorative compatibili con i loro handicap, è nato lo Sportello Donna Disabile .
Questo sportello è rimasto attivo per tre anni e vi hanno lavorato donne disabili ed operatrici.
Dal 2000 in poi sono state offerte dall’Associazione le vacanze a Gambarie, brevi ma molto gradite per la ricchezza di occasioni di svago e formazione. Due corsi per volontari esterni ed interni si sono svolti con il contributo del CSV e la presenza di relatori qualificati ha dato impulso alla partecipazione.
Mons. Caruso, storico assistente dell’Agi dal 1968, amico di tutte le Guide e delle Capo ha avuto l’idea di affidare in comodato d’uso all’Agiduemila una casetta nei pressi del Seminario Arcivescovile.
Quindici persone disabili dunque sono ospiti del Centro per cinque giorni la settimana da Gennaio a Maggio e da Settembre a Dicembre.
Continuiamo a trascorrere insieme ai nostri amici un periodo di vacanze estive e il rapporto tra volontarie, operatori e persone disabili è profondo, affettuoso e rispettoso delle peculiarità di ciascuno.
Figli nella luce
Il dolore per la perdita di un figlio, è il più atroce che possa capitare ad un genitore, fa morire dentro, tutto si ferma a quel giorno, a quell’ora, a quel minuto.
Solo chi ha vissuto questa tragica esperienza può mettere in luce quanto sia straziante sentirsi strappare “ la carne della propria carne”.
E chi può offrire in questi casi un aiuto vero?
Chi può veramente capire che cosa significhi perdere un figlio?
Un sistema di supporto estremamente valido è rappresentato dai cosiddetti gruppo di mutuo-aiuto, formati da persone che hanno sofferto lo stesso lutto e che si ritrovano su basi settimanali o mensili per scambiarsi le reciproche esperienze, per infondersi coraggio e creare una rete di mutuo sostegno sia dentro che fuori il gruppo.
Per questo e per dare risposta a tante altre domande nasce a Reggio Calabria ” FIGLI NELLA LUCE “ un gruppo formato da mamme che hanno perso un figlio.
Il gruppo nasce circa due anni fa a seguito di un incontro voluto fortemente da alcune mamme e “capitanato” da Don Sasà Santoro (parroco della chiesa della Candelora). Ha una matrice religiosa, ma è anche aperta a tutte le donne di qualsiasi razza e religione che si trovano nelle stesse condizioni.
Esso rappresenta, per tante mamme una sorta di salvezza, per non piombare nel vortice della depressione che toglie il gusto della vita e lacera la vita familiare e anche per non cadere vittime di persone senza scrupoli,(cartomanti…santoni di turno…) che sfruttano la debolezza di tanti genitori illudendoli di poterli mettere in contatto coi loro figli.
Nel gruppo non ci si piange addosso; si asciugano, invece, le lacrime con delicatezza; ci si capisce, senza sprecare mille parole; ci si comprende e, soprattutto, ci si sostiene e ci si aiuta nel rispetto dei tempi di ciascuno. Si sperimenta nuovamente la capacità di pensare al futuro, di guardare alla vita, agli affetti, ai sentimenti. Si comincia a sperare…ad amare. Quel computer senza dati, di cui parlavamo prima, incomincia ad essere nuovamente programmato….
Il gruppo non vuole rappresentare la “formula magica” per risolvere il dolore per la perdita di un figlio… ma piuttosto un modo consapevole di affrontare le problematiche che la morte inevitabilmente pone e si pone come finalità il riconciliamento con Dio (rapporto che purtroppo, il più delle volte, si rompe).
Si viene confortati nella fede da Don Tonino Sgrò (vice-parroco della chiesa della Candelora) con un incontro mensile e si ripara agli errori che che spesso vengono commessi quando si è colpiti da una tragedia così grande, dalla D.ssa Felletti Elisabetta, psichiatra e psicoterapeuta che presta la sua opera come volontariato con un incontro settimanale.
Inoltre ogni ultimo mercoledì del mese si celebra una Messa per tutti i figli nella luce nella chiesa della Candelora.
Casa Corigliano
A Villa San Giovanni la solidarieta’ non passa di moda. A richiamare i cittadini all’attenzione e’ stato il personale responsabile di Casa Corigliano, comunita’ d’accoglienza per uomini con disturbi del comportamento. La struttura che da sempre e’ espressione di grande umanita’ ha raccolto un gruppo di giovani volontariche da tempo si prodigano per garantire agli ospiti della casa una vita il quanto più possibile serena senza far mancare l’affetto di cui hanno bisogno.
Foulard Bianchi
La comunità Internazionale dei Foulard Bianchi nasce a Lourdes nel 1926: l’intento degli Scouts che la fondano è quello di creare una comunità di servizio libera da qualsiasi forma di assistenzialismo. Nei sessant’anni di vita della Comunità questo spirito iniziale è stato mantenuto vivo da ogni Scout che abbia scelto di indossare il caratteristico fazzolettone bianco. La Promessa dei Foulards Bianchi è quella “di servire gli ammalati ed i giovani a Lourdes e ovunque nello spirito dell’Hospitalité Notre Dame de Lourdes”. La proposta consiste in una scelta di vita e di servizio non sulla o per la sofferenza, ma verso questa ed in questa, completamente. L’impegno di vivere una dimensione di servizio è fortemente personale; la Comunità dei Foulards Bianchi infatti ha importanza come momento di incontro, di verifica, come testimonianza, ma è il singolo che sceglie e vive la proposta di Lourdes, scoprendo il servizio non occasionale, ma strumento di crescita costante. Vivere in questo spirito significa testimoniare la speranza “attiva” che è dentro di noi e che spetta a noi donare ai fratelli. Il Foulard Bianco è il segno di un cristiano che sceglie di dare il proprio amore all’altro; l’altro (giovane, ammalato, emarginato) diventa così il nostro centro di interesse ed il nostro tramite con Dio.